Capitolo 58.

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Levi's pov.

"C-caporale, le consiglio di lasciarmi andare, SUBITO!"
Iniziò ad urlare sputacchiando goccioline di saliva per l'eccessivo panico sui miei vestiti. I suoi occhi mi apparvero come fuori dalle orbite, intenti a fissarmi in modo intenso ed anormale.
Lo trovai a tratti patetico ed a tratti compassionevole, strinsi i denti pressando maggiormente la presa sull'impugnatura dell'arma in modo da infondermi forza.

Sentii alle mie spalle le urla degli uomini tramutarsi in ruggiti febbricitanti. Fortunatamente repressi quella che sarebbe potuta diventare una vera e propria strage. Il mio respiro irregolare non ne volle sapere di regolarizzarsi, sollevandomi il petto in un movimento ritmico incalzante.

"Io le consiglio invece di chiudere quella dannata bocca se non vorrà che le salti in aria"
Gli suggerii avvicinandomi appena, il suo volto apparve pallido e tremante. Spinsi la canna del fucile in modo più incalzante sotto il suo mento provocandogli un lamento gutturale.

"Perché mi sta facendo questo Ackerman?! Ho sempre tentato di proteggerla e preservarla!"
Mi urlò riacquistando un minimo di lucidità e coraggio, nonostante fossi certo fosse parte del suo carattere freddo ed apatico.
Storsi il naso ferito dai ricordi di quelle parole, allentai appena la mia presa vacillando per un attimo su cos'avrei dovuto fare.

"CAPORALE"
Mi sentii richiamare da dietro, Farlan mi stava incitando a raggiungerlo con l'uomo sotto ostaggio. Presi un corposo respiro posizionandomi dietro l'Ammiraglio, gli legai le braccia tenendolo stretto e con il fucile ancora sotto tiro. Raggiunsi il piedistallo mostrando alla folla il bottino conquistato.

Voltai un fugace sguardo al biondino posto due passi dietro di me, come per lasciarmi il totale palcoscenico perché era quello che mi meritai dopo tutti quei sacrifici. Sembrò sorridermi a labbra strette, i suoi occhi si socchiusero appena per i muscoli contratti, ma sapevo bene che cosa stesse facendo. Distolsi lo sguardo dal suo, come se in quel momento non vi fosse più nulla attorno a me, mi morsi l'interno di una guancia portando il mio sguardo alle mani dell'Ufficiale. Fra le dita lunghe ed affusolate strinse un rosario e ciò mi provocò un'intensa fitta di dolore al petto.

Finirà presto, te lo prometto...

Presi coraggio tornando con l'attenzione verso la calca di uomini che si fece subito più esultante.

"QUESTO È INAMMISSIBILE! UN COLPO DI STATO NON È CONCEPIBILE ALL'INTERNO DI UN CAMPO MILITARE"
Iniziò ad urlare l'uomo con ancora il capo rivolto il giusto verso l'alto per via del contatto freddo con l'arma.

Gli colpii le ginocchia da dietro facendole cedere a terra in un frastuono alquanto doloroso. Non gli lasciai il tempo di riabbassare il capo che misi il fucile in verticale facendolo combaciare perfettamente con il corpo dell'uomo, ritrovandosi con le ginocchia a terra e con un fucile parallelamente retto in verticale dal suo sotto mento.

"Le suggerisco di rimanere in silenzio"
Lo intimai con controllo ed autorità.

"Ackerman, sa che non può uccidermi, le conseguenze sarebbero troppo alte."
Mi ringhiò addosso fra i denti, il suo corpo iniziò a sudare freddo e la sua immagine impeccabile, sporcarsi completamente di vergogna, umiliazione e paura.

Mi piegai affianco a lui squadrandolo con attenzione.
"Dovrebbe saperlo Yamamoto"

Strinsi nuovamente fra le dita l'arma da fuoco pressandola maggiormente nella sua carne.
"Io non ho limiti, né conseguenze"
Gli sussurrai ad un palmo dal viso, prese a tremare non appena udì con quale fermezza e decisione lo dissi.

"L-lei è pazzo...-"
Non fu certo la prima volta che me lo sentii riferire, così mi limitai a guardarlo intensamente negli occhi.

"Non lo escluderei di certo"
Gli risposi non alterando il mio tono di voce.
Iniziò a respirare in modo veloce e pronunciato, segno che il panico iniziò ad assimilarlo.

𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora