Pace, non era qualcosa che Klaus Mikaelson aveva provato spesso nel corso degli anni, non con la costante paura che Mikael potesse trovarlo.
Ovviamente, c'erano stati momenti in cui era stato felice, è solo ora realizzava che gli unici attimi in cui era stato veramente felice, erano quelli passati con la sua famiglia.Ma mai nella sua vita, aveva provato quella sensazione di leggerezza, di amore, di vera pace. Non fino a quel momento almeno.
Eppure, mentre poco distante da un lago, dipingeva quello scenario su una tela, cercando di immortalare quel momento, non pote' fare a meno di pensare a quanto fosse tutto semplicemente perfetto. Era estate, il sole splendeva, ma non c'era un caldo soffocante grazie al leggero venticello che ogni tanto gli solleticava la pelle e muoveva l'erba alta in lontananza e le foglie dei grandi alberi, creando una specie di fruscio, un sottofondo rilassante, l'unica cosa adesso udibile. Poteva dire apertamente di sentirsi a casa.
Però non riusciva a capire il perché. Nei secoli aveva avuto più momenti di solitudine come questi che riuscisse a ricordare, di campagne spesse nel nulla ne aveva frequentate a centinaia. Quindi perché sentiva come se desiderasse di rimare li per sempre? Perché si sentiva così in pace, così felice?
La risposta gli arrivò qualche secondo dopo, quando da dietro sentii qualcuno avvicinarsi a tutta velocità, piccole risate riempivano il silenzio della campagna.
«Papà! Guarda cosa ho trovato!» la voce gioiosa di una bambina lo fecero voltare, un enorme sorriso sul volto quando la vide correre verso di lui, una piccola farfalla tra le mani.
Quando arrivò da lui, gli mostro la farfalla con un sorriso a trentadue denti. «non è bellissima?» chiese in estasi la bambina e Klaus annuiì sorridendo.
Era uguale a sua madre; il sorriso, il nasino, i capelli, si comportava perfino come lei, ma gli occhi erano i suoi, verdi e brillanti, con un innocenza che lui ormai aveva perso.
Purtroppo per lui, il carattere della bambina era un miscuglio tra il suo e quello di sua madre. Un bel casino in effetti. Solitario e a volte diffidente come il suo, ma allo stesso tempo impulsivo.
Neanche a farlo apposta una voce stufa, nascosta sotto l'ombra di una quercia, richiamò entrambi. «Smetti di dipingere Nik! E' noioso! E poi sto morendo di fame!»
La bambina che stava cercando di riacchiappare la farfalla, che continuava a svolazzarle intorno, si bloccò di colpo, illuminandosi alle parole della madre.
«Andiamo papà! Anch'io ho fame»
L'originale ridacchiò prendendo in braccio la bambina, che ormai troppo felice di mangiare aveva abbandonato la farfalla. Un'altra cosa che aveva preso dalla mamma era sicuramente l'essere costantemente affamata.
La quercia sotto la quale Malia Salvatore era seduta non era molto lontana e avrebbe potuto facilmente raggiungerla con la sua velocità da vampiro, ma preoccupato per la figlia che teneva in braccio, decise di camminare normalmente, raggiungendo la bellissima mora seduta su una tovaglia per terra, qualche minuto dopo.
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𝐈𝐧𝐬𝐭𝐢𝐧𝐜𝐭☾ 𝐍.𝐌
Fanfiction❛È molto, molto difficile mettere d'accordo cuore e cervello. Pensa che, nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola.❛❜ -Woody Allen Malia Salvatore non aveva mai avuto una vita facile, da umana il suo essere selvaggia, istintiva l'aveva sempre...