11. Mattine strane e baci rubati

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-''Sveglia splendore''- sussurrò Klaus all'orecchio di Malia già mezza sveglia

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-''Sveglia splendore''- sussurrò Klaus all'orecchio di Malia già mezza sveglia. La ragazza aprì gli occhi , alzò lo sguardo e quando vide il viso di Klaus sorridente indietreggiò allontanandosi.
-''Ma che...''- sussurrò mentre Klaus la guardava divertito. Malia si tocco la testa leggermente dolorante per poi sputare delle domande a raffica. -''Perché sono qui? E perché mi sta scoppiando la testa?''-chiese a raffica.
-''Bhe, ieri ti sei scolata una bottiglia di bourbon ''- disse divertito e malia fece una smorfia. Ci mancava solo che si ubriacasse. -''Hai anche detto che non ti importava se uccidevo i tuoi fratelli''- continuò e malia sbarrò gli occhi. quello se lo ricordava.
Malia lo guardo con sorriso preoccupato. -''Non li ucciderai sul serio? Ieri sera ero arrabbiata e ubriaca.''- si giustificò gesticolando sotto lo sguardo divertito di Klaus, ma scosse la testa.
Malia si rilasso un attimo, lasciando cadere di nuovo la testa sul cuscino stando però lontana da Klaus, che sdraiato su un fianco la osservava dall'altro lato del letto.
Malia era curiosa di sapere che cosa fosse successo la sere precedente e soprattutto cos'altro gli avesse detto, ma non chiese nulla sapendo che, uno Klaus non glielo avrebbe detto e due prima o poi il suo organismo da ibrido avrebbe riportato alla luce i ricordi offuscati dal dopo sbornia.
Malia guardò il soffitto, pensando che si sarebbe dovuta alzare prima o poi ma proprio non voleva andarsene, ma non poteva neanche rimanere lì a fissare il soffitto. Si sentì un po' in colpa per essere rimasta a dormire a casa di Klaus, di aver bevuto il suo bourbon e di averlo costretto a dormire insieme a lei. Arrossí al solo pensiero così decise che avrebbe impiegato quel momento per chiedere scusa prima che i senso di colpa arrivassero e le rovinassero la giornata.
Si voltò con la testa verso Klaus in modo da poterlo guardare in viso. Klaus ghignava guardando attentamente il viso rosso di Malia, divertendosi nel vederla così attenata a nascondere il suo imbarazzo.
-"Mi dispiace di essermi introfulata in casa tua, di averti finito quella bottiglia di bourbon, di essermi addormenta e di...."- Malia non riuscì a finire le sue scuse che le guance, prima tornate di un colore normale, tornarono ad accendersi di rosso per l'imbarazzo.
Klaus sorrise beffardo vedendo l'imbarazzo che provava, ma decise comunque di aiutarla e di finire la frase al posto suo. -"E di avermi costretto a dormire con te?"- chiese sapendo già che quella era la risposta giusta. Lei annuì, e rossi per riprendersi.
Ma l'insistente sguardo di Klaus sul suo viso non aiutava così decise che era meglio vedere che ora erano. Si voltò verso il comodino del suo lato ma il suo telefono non c'era, ma quando si rivoltò verso Klaus per chiedergli dove fosse, poté benissimo vedere il suo telefono sul comodino del suo lato.
E lì andò nel panico iniziando a farsi diecimila scleri. "Cos'è, la giornata mettiamo in imbarazzo Malia? E impossibile! L'universo c'è la con me, sicuro! Inizio a credere che lo abbia fatto a posta per mettermi in imbarazzo!" Pensò prima di deglutire.
Poi si rilasso o meglio ci provò, lei faceva quello che voleva senza preoccuparsi di quello che pensavano gli altri, diceva quello che pensava senza troppi scrupoli, e allora perché si stava facendo tutti questi problemi.
Lanciò uno sguardo a Klaus e poi al suo cellulare. Klaus era l'ostacolo da superare per arrivare al tesoro.
Cercò di calmare il suo battito ormai furioso che era sicura Klaus avesse ascoltato e si avvicinò a Klaus che si era sdraio a pancia in su.
Malia trattenne il fiato quando si alzò sul corpo di Klaus e allungò il braccio per afferrare il cellulare.
Klaus osservò con attenzione i suoi movimenti capendo le sue intenzioni solo quando fu sopra di lui. Il sorriso sul suo viso scomparve lasciando spazio ad una faccia seria. I suoi occhi si incatenarono con quelli di Malia che nonostante avesse afferrato il cellulare non si era ancora mossa. La fragranza dolce ma anche acre di bosco che emanava Malia gli inondò i polmoni impegnandosi sui suoi vestiti andando ad imprimersi perfino sulla pelle. Ma sentiva che lui stava facendo la stessa cosa, che il suo odore stesse avvolgendo Malia, confondendosi con il suo. Anche la ragazza lo sentiva, l'odore di Klaus che si mischiava con il suo e forse avrebbe dovuto spostarsi, non permettere ai propri odori di fondersi ma proprio non ci riusciva.
Non riusciva ne a spostarsi ne a staccare i propri occhi da quelli verdi di Klaus. E solo dopo che il corpo di Klaus fu impregnato del suo odore riuscì a fare qualcosa. Sbatté gli occhi velocemente mentre sentiva la sua gola farsi secca. Afferrò il cellulare e si spostò da sopra il corpo di Klaus che rimase leggermente confuso di quello che era appena successo, come Malia neanche lui non era riuscito a muoversi.
-"Inizio a credere che tu non riesca a stare lontana da me''- disse scherzando Klaus e alzandosi a sedere sul letto. Anche se il tono era scherzoso lui era terribilmente confuso.
Malia appoggiò il telefono sul comodino e si mise a sedere sul bordo del letto dando le spalle a Klaus in modo che non potesse guardare il suo viso già abbastanza rosso. Ma la buttò sul ridere anche lei per evitare di parlare di quello che era appena successo.
-''Non montarti la testa, dovevo solo prendere il cellulare"- disse scherzando anche se era un po' seria.
Klaus fece una faccia incredula e divertita di chi non crede ad una parola di quello che hai detto.
-"Potevi alzarti e fare il giro del letto"- disse e Malia controbbattè subito in un modo quasi istantaneo.
-"Non avevo voglia di alzarmi"- disse ma Klaus era già pronto con un altra risposta.
-"Avresti potuto usare la magia, sei una strega e anche una molto potente"- disse e sapeva che non stava ingigantendo la cosa. Malia non sapeva cosa rispondere. Era andata talmente nel panico che non aveva pensato che lei era una strega e avrebbe potuto prendere il telefono senza neanche muove un dito.
-"Scusa"- borbottò, scusarsi era sempre un ottima cosa per lei, che faceva quasi di continuo, cosa che L'ibrido aveva notato.Klaus alzò gli occhi al cielo sbalordito e divertito allo stesso tempo.
-"Tu ti scusi un po' troppo"- gli fece notare è lei sorrise e scrollò le spalle.
Prese il telefono per vedere che ora fossero e per poco gli occhi non gli uscirono dalle orbite. Erano le 9 e mezza e Caroline l'aveva chiamata già tredici volte. -"O merda"- esclamò balzando in piedi.
-''Sono le nove e mezza perché diavolo non mi hai svegliato!''- quasi urlò a Klaus cercò di soffocare una risata, probabilmente in quel momento sembrava una pazza.
si passo le mani tra i capelli sospirando. -''Dovevo essere da Caroline due ore fa!''- disse gia poteva vedere lo sguardo furioso dell'amica mentre la prendeva a calci per il ritardo.
Si mise gli stivali col tacco nero di fretta in furia saltellando su un piede per infilarli, mentre Klaus la guardava e cercava di non ridere. Malia afferrò in fretta il cellulare e guardò Klaus un ultima volta. -''Scusa ancora''- disse nuovamente prima di correre all'entrata.
Klaus scosse la testa divertito e lo sguardo gli cadde sulla giacca di pelle bordeaux di Malia, che lui stesso gli aveva tolto per farla stare più comoda. La prese e con velocità da vampiro raggiunse Malia che stava aprendo la porta pronta per uscire.
-''Malia''- la richiamò cercando di non ridere, la ragazza si giro confusa e quando vide la sua giacca in mano si diede della stupida. come voleva guidare se le chiavi erano nella sua giacca?
-''Grazie''- disse gentile prima di prendere la giacca che Klaus gli aveva allungato. E fu un gesto talmente spontaneo che li per li non si accorse di averlo fatto, si allungò sulle punte per raggiungere la guancia di Klaus e gli lasciò un bacio a stampo. Le era uscito talmente naturale che non si era nemmeno resa conto di averla fatta.
Uscì in fretta e furia dalla casa di Klaus e una volta raggiunta la sua macchina partì alla velocità della luce, e mentre guidava verso casa sua per farsi una doccia iniziò riflettere e a pensare come faceva ogni volta che si trovava in un luogo silenzioso. E quando finalmente concretizzò di aver baciato sulla guancia Klaus per poco non frenò in mezzo alla strada. sgranò gli occhi incredula. -''O. mio. dio.''- disse.
Klaus nel frattempo era rimasto sul giglio della porta, immobile, con gli occhi leggermente spalancati e la bocca socchiusa. Nessuno lo baciava in quel modo da tanto tempo, ed era rimasto piacevolmente sorpreso. Sorrise e si portò una mano sulla guancia dove poco fa Malia lo aveva baciato. Non vedeva l'ora di rivederla per chiederle il motivo del suo gesto è per imbarazzarla.

𝐈𝐧𝐬𝐭𝐢𝐧𝐜𝐭☾ 𝐍.𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora