30. Every shadow need a light (parte due)

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-''Ne vogliamo parlare?''- chiese Malia sdraiata sul divano del salotto, Damon scosse la testa buttando giù un altro bicchiere di barbon

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-''Ne vogliamo parlare?''- chiese Malia sdraiata sul divano del salotto, Damon scosse la testa buttando giù un altro bicchiere di barbon. La sera precedente al ballo non si era conclusa nei migliori dei modi; Damon aveva litigato con Elena perché quest'ultima con l'aiuto di Stefan gli aveva spezzato il collo, così aveva lasciato la festa infuriato e Malia lo aveva seguito per assicurarsi che non facesse qualche stupidaggine. -''Ti devo ricordare che ho lasciato la festa per seguirti? Parlare mi sembra il minimo''- disse, ormai era pomeriggio inoltrato e Damon non aveva fatto altro che bere bourbon e fissare il vuoto mentre Malia giocava a uno stupido giochino sul cellulare.

-''Uno. Non fingere che ti piacesse quella festa, entrambi sappiamo che tu le odi.''- disse il fratello alzando l'indice della mano destra mentre nell'altra aveva un bicchiere di bourbon. -''Due. Nessuno ti ha chiesto di seguirmi. Tre, non ho niente da dire''- continuò alzando altre due dita, numerando i motivi. Malia alzò gli occhi al cielo, infastidita dal fatto che Damon si comportasse come se tutto fosse ok quando era palese che era ferito.

-''Ti ho seguito perché ho preferito tenere sotto controllo un esemplare di Damon ferito e arrabbiato lontano da ogni povero civile. ''- disse mettendosi a sedere e poggiando il cellulare sul divano di fianco a lei. -''Io non sono ferito e neanche arrabbiato. Non ho bisogno che tu mi faccia da baby sitter. Ti ricordo che io sono il fratello maggiore e sono io che devo tenerti d'occhio non il contario''- disse e Malia rise. -''Sei tu il bambino irresponsabile tra i due''-

Damon alzò gli occhi al cielo reprimendo un sorriso. -''Prima però non era così''- disse e Malia fece una smorfia. Era vero prima non era così, anzi era l'esatto contrario, agiva senza pensare e combinava solo disastri. Ma quei tempi erano finiti da un pezzo e lei non era più quella persona.

-"Qualcuno deve essere responsabile in questa famiglia"- disse con un ghigno, Damon alzò gli occhi al cielo infastidito dalle frecciatine di sua sorella. Ma nonostante a volte volesse strozzarla, era felice che l'avesse seguito, averla attorno lo faceva distrarre abbastanza per non uccidere qualcuno. -"Sai dov'è Stefan?"-

Malia si morse il labbro -"Probabilmente e ancora da Elena"- disse lentamente, sapeva che Elena Gilbert era un argomento molto particolare per Damon soprattutto quando litigavano, per questo misurava bene le parole quando parlava della dopperlganger con suo fratello. Damon si rabbuio a quella risposta.

-"Damon..."- disse Malia con una espressione dispiaciuta, si alzò lentamente avvicinandosi a lui che ancora guardava fisso davanti a sé. Si mise di fianco a lui e appoggiò dolcemente la mano sulla spalla del fratello. -"Lo so che sei ferito per quello che ti ha detto Elena. Io voglio che tu mi dica qualcosa, qualsiasi cosa, ma sfogati. Puoi parlarmi Damon, sono tua sorella puoi dirmi ciò che vuoi. "- disse dolcemente, Malia gli voleva bene e voleva che lui le parlasse, che gli dicesse ciò che provava, in modo da poterlo aiutare.

Damon voltò la testa verso la sorella senza però scostare la mano che lei aveva appoggiato sulla spalla. -"Cosa vuoi che ti dica Malia? Che sono arrabbiato, ferito?"- chiese con espressione dura, Malia sospirò e strinse la mano che aveva sulla sua spalla. -"Sappi soltanto che io ci sono"- disse Damon annuì velocemente e Malia gli regalò un sorriso dolce.

𝐈𝐧𝐬𝐭𝐢𝐧𝐜𝐭☾ 𝐍.𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora