41. What do you afraid of? pt.2

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Come home and shout at me.
Come home and fight with me.
Come home and break my heart,
if you must.
Just come home.

Rispondere a quella domanda non fu per niente facile, non lo fu per niente

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Rispondere a quella domanda non fu per niente facile, non lo fu per niente. La domanda di Marie-Jeanne continuava a rimbombarmi in testa, ma non riuscivo a rispondere.

Alla fine, tornai a casa di Klaus che era ormai sera tardi, ero rimasta a passeggiare nel bosco tutto il pomeriggio, cercando di trovare una risposta, qualcosa che mi d'asse un po di sicurezza. Perché la scorta che avevo si era finita, e per affrontare Klaus ne avrei avuto bisogno. 

Pregai qualsiasi Dio ci fosse che l'ibrido originale non fosse in casa e fortunatamente, almeno quella sera, l'universo era dalla mia parte, perché la casa era vuota e immersa in un silenzio tombale.

Sospirai quando ebbi certezza di essere sola. Ero così patetica. Girai un po per la casa, sfiorando i diversi oggetti antichi e quadri, riuscivo a sentirmi addosso l'odore della mia stessa tristezza. Dopo un po mi ritrovai nella biblioteca, proprio dove era iniziato tutto quella mattina.

Quella domanda mi stava mandando fuori di testa. Che avrei dovuto fare?
Lo amavo, di questo ne ero certa. Ma il mio amore per lui, superava la paura di farmi male? Non ero insicura dei miei sentimenti per lui, quello mai, avevo realizzato di amarlo già da parecchio tempo ormai. Ero insicura sul futuro, su quello che sarebbe potuto accadere, non c'era cosa al mondo che odiassi più del futuro, mi aveva sempre fatto paura; era pieno di incertezze e io odiavo anche quelle.

A catturare la mia attenzione fu il blocco da disegno di Klaus, buttato distrattamente a terra, vicino al divano su cui eravamo seduti quella mattina. Mi accovacciai e lo raccolsi, improvvisamente mi era tornata la curiosità di scoprire cosa stesse disegnando. Andai velocemente all'ultima pagina, senza perdere tempo, la curiosità mi stava uccidendo, o forse era soltanto un modo per distrarmi.

Le mie labbra si allungarono in un sorriso dolce, spontaneo quando vidi cosa aveva disegnato. Tutto sembro essere più chiaro. Lo amavo, e avevo paura che mi sarei fatta male amandolo, e guardando i soggetti le probabilità erano alte. Ma forse amare era proprio quello;fiducia. donore il cuore a qualcuno con la consapevolezza che possa ferirti ma confidare nel fatto che non lo faccia. 

E io mi fidavo di Klaus. E guardando il suo blocco da disegno, capii che tutti i dubbi che avevo avuto fin'ora non avevano avuto significato dall'inizio; perché non sarei mai riuscita a stargli lontano, o a guardarlo soltanto come un'amico, non sarei riuscita a fingere di provare solo amicizia per lui, non c'è l'avrei fatta, non dopo tutto quello che era successo. E cosa più importante non volevo. E si, le probabilità che non avremmo funzionato erano alte, cosi come erano le probabilità che saremmo finiti col farci male a vicenda. E nonostante il terrore di soffrire di nuovo, mi sarei goduta quella felicità che stare con Klaus mi dava fino all'ultimo. Tutto cio che potevo fare era sperare che sarebbe durato per sempre.

𝐈𝐧𝐬𝐭𝐢𝐧𝐜𝐭☾ 𝐍.𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora