09. I litigi sono pane quotidiano

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||Malia||

La scuola si era allagata e La festa era stata spostata a casa di Tyler Lookwood

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La scuola si era allagata e La festa era stata spostata a casa di Tyler Lookwood.
Non avevo visto i miei fratelli, Elena o Caroline, o chiunque altro per tutto il giorno e la cosa mi sembrò molto strana, era come se tutti mi stessero evitando.
Indossavo un vestito corto argentato ed ero molto a disagio tant'è che rimpiansi gli abiti dell'ottocento.
Non che non mi piacesse, era bello, mi stava bene, e solo che avrei preferito indossare i miei adorati Short di jeans.

C'era molta gente e non riconobbi molti di loro, non erano della mia scuola è non erano neanche di Mystic Falls. Mi guardavo intorno inquieta, come se stessi cercando con lo

sguardo chissà cosa.
Le altre persone ballavano e si divertivano ma io non ci riuscivo.
Vidi Stefan con un bicchiere in mano, sembrava pensieroso. Mi avvicinai a lui, con passo sicuro e svelto, e mi posizionai al mio fianco.
-"Che ci fai qui fratello?"- chiesi e lui mi sorrise. Ma non era un sorriso dolce ne gentile, era un misto tra superbia e presunzione.
-"Frequento anche io il liceo, Malia. Non mi sembrava giusto non venire. E poi guarda quanto buon cibo"- disse divertito, di certo non riferendosi alle tartine.
Lo guardai furiosa, non volevo che quella festa si trasformasse in un bagno di sangue.
-"Stefan"- lo richiamai il mio tono era duro e distaccato.
-"Sta tranquilla, rilassati"- disse per poi andarsene.
Li ebbi la conferma che mi stavano ignorando.
Cercai Stefan con lo sguardo ma non lo trovai, ma vidi Elena così mi avvicinai a lei.
-"Elena"- mi avvicinai lei si voltò e mi guardò con sufficienza.
-"Ci conosciamo?"- mi chiese io la guardai stranita, poi sembrò ricordarsi chi ero. -"Ah! Malia, la piccola Salvatore! Come posso esserti d'aiuto?"- chiese gentilmente.
E io stavo per chiederle cosa stava succedendo ma poi il soprannome con cui mi aveva chiamata mi risuonò intesta. Piccola Salvatore.
-"Tu non sei Elena"- dissi e lei mi sorrise sghemba. -"Katherine"- sibillai a denti stretti e il suo sorriso si allargò.
-"Stefan mi aveva detto che eri intelligente"- affermò e io sbarrai gli occhi. -"Stefan sa che tu sei qui?"- chiesi allibita, non riuscivo a crederci.
-"Già, e stato suo il piano"- disse e io corrugai la fronte. Di che piano stava parlando? -"Ah giusto, tu non sai niente"- disse fingendosi dispiaciuta.
La guardai negli occhi illuminando i miei di blu. -"Parla, prima che ti faccia a pezzi"- dissi con rabbia e lei mi guardò con superbia ma non controbbattè.
Mi raccontò ogni cosa, tutto quello che era successo in quei giorni e di cui io ero all'oscuro. Mi disse di Mikael, di Rebekah che si era schierata con loro contro Klaus, e del sopravvalutato piano di uccidere l'ibrido Originale.

E io ero furiosa, sentivo ogni singola cellula del mio corpo gridare di rabbia, e io avrei voluto staccare la testa a tutti i presenti. Non solo i miei fratelli avevano escogitato un piano orribile senza neanche parlare con me ma avevano preferito farlo con Katherine. E ancora una volta lei era prima di me.

Damon ci aveva raggiunte e io ero furiosa ma ancora una volta ero pronta a fare di tutto per dargli una mano, per salvarli.
-"Damon dovete interrompere il piano! Mikael non è una brava persona vi ucciderà!"- dissi ma lui si voltò verso Katherine come se io non ci fossi.
-"Non dovevi dirglielo"- disse duro a Katherine poi si voltò verso di me.
-"Malia questa è la nostra unica possibilità di uccidere Klaus!"- mi disse cercando di farmi cambiare idea. Ma io ero irremovibile.
-"Vi farete uccidere!"- dissi e lui mi mise le mani sulle spalle guardandomi negli occhi.
-"Mi dispiace Lia"- disse e poi zac. Mi aveva spezzato il collo.
Io avevo cercato di salvarli, di proteggerli e loro andavano a rischiare la vita in una missione suicida. Ma la cosa che mi faceva arrabbiare di più, quella che mi faceva più male, era il fatto che loro non si erano fidati di me.
Aprì piano gli occhi mi faceva male il collo è la tempia ma riuscì a sentire benissimo le voci in lontananza.
Ero al confine col bosco, ero sporca di terra ma non m'importava.
Mi alzai, nonostante sentivo la stanchezza entrarmi nelle ossa, e iniziai a correre verso le voci.
Non avevano interrotto la festa, le persone si stavano ancora divertendo, ridevano, chiacchieravano.
Raggiunsi la festa giusto in tempo, vidi Klaus sulla soglia della casa Lookwood, e vidi un uomo di spalle con Katherine svenuta ai suoi piedi. Era sicuramente Mikael.
Cercai di raggiungerli, ma mi fermai quando vidi Damon saltare addosso a Klaus e infilargli un paletto nella pancia.
Sbarrai gli occhi spaventata e sperai che c'è la facesse, sperai che Damon riuscisse a farlo perché se Klaus sarebbe sopravvissuto gli avrebbe dato la caccia fino ad ucciderli.
E c'era quasi riuscito, prima che Stefan lo lanciasse contro il muro, lasciando a Klaus il paletto che conficcò nel petto di Mikael che bruciò.
Sbarrai la bocca, perché Stefan l'aveva fatto?
-"Che cosa hai fatto?"- chiese urlando Damon e Klaus si avvicinò a Stefan per poi guardarlo negli occhi.
-"Si e guadagnato la libertà"- rispose Klaus.
-"Non sei più obbligato a fare ciò che ti dico. Sei libero amico. "- disse e io ero come paralizzata.
Damon sparì con la sua velocità da vampiro e Stefan fece lo stesso.
Klaus guardò suo padre per poi posare lo sguardo su di me. Non mi mossi, e così come lui stava guardando me io lo guardai di rimando. Sperai che capisse quanto mi dispiacesse, sperai che non si arrabbiasse con i miei fratelli, sperai che non lo uccidesse. Lo pregai con lo sguardo senza dire una parola, poi mi trasformai.
Assunsi la mia forma di lupo e corsi verso il bosco, era il modo più veloce per arrivare a casa mia, dove sapevo avrei trovato Damon.
Arrivai alla pensione riassumendo la mia forma umana e indossai velocemente un cambio che avevo lasciato fuori per momenti come questi.
Mi vestì in fretta, non indossai neanche le scarpe, camminai scalza.
Sbattei la porta con forza e vidi i miei fratelli che stavano discutendo. Non appena mi videro si fermarono.
-"Malia calmati"- disse Damon cercando di farmi calmare.

-"Calmarmi?"- urlai furiosa -"Come posso calmarmi? Vi rendete conto di quello che avete fatto? Non voglio neanche pensare al fatto che lo avete fatto senza di me! Sono vostra sorella!"- dissi mi voltai verso Stefan.
-"E poi si può sapere che cosa hai fatto? Damon poteva ucciderlo! Ora Klaus vi ucciderà!"- urlai e lui rise.
-"Calmati, Klaus non mi ucciderà ha avuto tante occasioni per farlo, e poi non mi interessa se succederà qualcosa a voi, non m'importa di nulla, se non di me stesso"- disse divertito.
E io sentì la rabbia crescere, l'odio cercare di uscire, e l'istinto di uccidersi accendersi.
Lo guardai con odio e lo colpì con un pugno in pieno viso. Lo colpì con così tanta forza, che vacillò all'indietro, e sentì l'osso della sua mascella rompersi sotto il mio pugno.

Si raddrizzò toccandosi la mascella, sorridendo in modo cattivo.
-"Vuoi sapere perché tu non ne sapevi nulla? Sei inutile Malia, ecco perché non te lo abbiamo detto, perché sapevamo che c'è lo avresti impedito. Spero che tu muoia"- disse e il mio cuore si spezzo, di nuovo, un altra crepa si formò portando il mio cuore sempre più vicino alla rottura.
Gli occhi pizzicavano la gola bruciava e il petto faceva male.
Stefan mi guardò ghignando poi con la sua velocità da vampiro sparì andando chissà dove.
E io rimasi a guardare il punto in cui c'era Stefan poco fa.
E faceva male, faceva terribilmente male. Le sue parole mi avevano fatto male, più male di mille pugnalate al cuore.

𝐈𝐧𝐬𝐭𝐢𝐧𝐜𝐭☾ 𝐍.𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora