❛È molto, molto difficile mettere d'accordo cuore e cervello. Pensa che, nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola.❛❜
-Woody Allen
Malia Salvatore non aveva mai avuto una vita facile, da umana il suo essere selvaggia, istintiva l'aveva sempre...
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«Perché sei stato così misterioso?» chiesi appena entrai. Sul massaggio che Damon mi aveva mandato c'era scritto di andare nel bel mezzo del bosco, in una vecchia roulotte. Inutile dire che per fare prima avevo seguito il suo odore fino ad arrivare a quella che doveva essere la roulotte in cui viveva il cacciatore.
«Entra e chiudi la porta» feci come mi chiese senza fare troppe domande, avevo la mente completamente altrove in quel momento. Lo squadrai attentamente, era in piedi, immobile al centro del piccolo abitacolo, indossava una camicia blu e la sua solita giacca di pelle, i capelli scuri leggermente scombinati. Sbarrai gli occhi quando il mio sguardo cadde su una bomba posta sulla parete di fronte, collegata ad una freccia in quel momento conficcata nella spalla di mio fratello.
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«Dimmi che non è una bomba». Un congegno esplosivo non era in grado di uccidermi, ma ciò non significava che volevo provare come ci si sente ad essere fatta a pezzettini, non di nuovo.
«Ok. È un gattino, un adorabile gattino esplosivo» sfoggiò uno dei suoi sorrisi sarcastici e non lo presi a schiaffi solo per non saltare in aria.
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«Non è il momento di fare battute! Non dovrei neanche essere qui.»
«Avanti! Per quando ancora hai intenzione di fare così? Avevi detto che se Klaus fosse resuscitato ci avresti perdonati e il momento di farlo Lia.»
