Malia era rientrata nel locale con ancora il cuore a mille e la testa persa nei pensieri. Le immagini di quello che aveva appena fatto non abbandonavano la sua mente. Come le era saltato in mente di fare una cosa del genere? Si era finta talmente sfacciata e sicura di sé che per un attimo aveva pensato di non essere più nel suo corpo.
Il pensiero di lei così vicina a Klaus continuava a farla arrossire ma cercò di calmarsi non appena raggiunse suo fratello ed Elena.
Damon era piuttosto arrabbiato e irritato. Solo adesso che squadrava meglio sua sorella riuscì a notare il forte odore di Klaus che la avvolgeva completamente. Per poco non si strozzo con la sua stessa saliva.
-"Si può sapere che cosa sta succedendo tra te e Klaus? E poi perché hai il suo odore addosso?"- chiese quasi urlando e quando ai ricordò che la sua sorellina aveva passato la notte fuori quasi gli uscirono gli occhi fuori dalla orbite.
-"E dove sei stata sta notte?"- chiese ancora.
Malia sentendosi messa sotto torchio si strinse nelle spalle ma cercò comunque di rispondere a suo fratello. -"Calmati, tra me e Klaus non sta succedendo proprio niente, e ho passato la notte in un motel"- mentì spudoratamente mettendo in atto le sue migliori doti.
Damon sempre più scettico assottiglio gli occhi. -"E perché hai il suo odore addosso?"- chiese e Malia rimase un attimo interdetta su cosa dire. Per la verità non lo sapeva nemmeno lei.
-"beh sono stata con lui poco fa"- mentì di nuovo. Aveva mentito più volte in quel giorno che in tutta la sua vita. E lei odiava mentire, lei diceva sempre quello che pensava quello che voleva, ma adesso non poteva e l'unica soluzione era mentire.
-"Non ti impregni dell'odore di qualcuno con una passeggiata di dieci minuti"- sbotto lui arrabbiato ma prima che Malia potesse ribattere si intromise Elena in disparte fino a quel momento.
-"Damon smettila. Piuttosto cosa ti ha detto Klaus?"- chiese Elena.
-"Ha detto che Stefan gli ha rubato la sua famiglia, delle bare e lui le rivuole indietro. Stefan e arrabbiato con me quindi il compito di farlo ragionare spetta a voi due"- disse leggermente dura. Lei è Damon avevano appena fatto pace e già erano di nuovo a litigare.
Scosse la testa e senza una parola uscì tornando a casa.
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Malia passò l'intero pomeriggio chiusa nella sua camera a dirare fuori vecchie cianfrusaglie e diari mentre Damon era al piano di sotto. La ragazza teneva sempre le orecchie tese ascoltando suo fratello di sotto aspettando che se ne andasse.
Aveva messo la camera sotto sopra, aperto cassetti e vecchie scatole, ma ancora non riusciva a trovare quella foto da nessuna parte tant'è che iniziò a pensare di averla seppellita da qualche parte come aveva fatto con molte cose del suo passato.
-''Vado con Elena da Bonnie per un incantesimo di localizzazione. Ci vediamo tra due ore al massimo"- urlò Damon al piano di sotto e lei balzò in piedi ascoltando il passo leggero di Damon che usciva e che chiudeva la porta, ma solo quando senti il rombo della sua auto farsi lontano prese il telefono è avvertì Klaus con un messaggio.
Nel frattempo ritornò a cercare quella dannata foto che non trovava da nessuna parte. Era del 1963, aveva sedici anni e si era fatta fare una foto di nascosto con Luke. Parlare di Luke con Klaus aveva riaperto una ferita del suo cuore e cercava quella foto per calmarsi. Ne aveva bisogno, doveva vederlo e doveva calmarsi.
Si passo una mano tra i capelli non sapendo più dove cercare.
E mentre stava per aprire un altra scatola contenente vecchi diari senti qualcuno bussare alla porta.
Imprecò a denti stretti, era già arrivata e la sua camera era un disastro e tutte le sue cose private era a portata di mano. Sbuffo, decidendo che avrebbe messo a posto dopo, e scese con calma le scale.
Aprì la porta rivelando un Klaus con un sorriso malizioso e divertito sul volto. -"Togliti quel sorriso dalla faccia"- disse e lui sorrise ancora di più poi la guardò, scendendo con lo sguardo sul suo corpo. Indossava una maglietta larga che le arrivava fino a metà coscia lasciando le gambe nude mentre i piedi erano completamente scalzi. E a parere di Klaus era estremamente sensuale e attraente. Affinò gli occhi posandoli su ogni pezzo di carne di Malia che si sentì bruciare.
E ancora non capiva se erano le sue guance ad andare a fuoco per l'imbarazzo o lo sguardo dell'originale che le stava perforando perfino il cranio. Era talmente presa per la ricerca della foto sua e di Luke che si era dimenticata di essere praticamente mezza nuda. E non riuscì a decifrare lo sguardo di Klaus che adesso si era fermato sui suoi occhi.
L'ibrido Originale dall'altro canto iniziò a credere che Malia lo volesse far impazzire. Prima lo costringeva a dormire con lei, poi si posizionava su di lui marchiandolo con il suo odore, il bacio sulla guancia di quella mattina e adesso se la ritrovava davanti con solo uno straccio addosso che avrebbe volentieri strappato.
Scosse la testa e appoggiando le mani ai lati della porta guardò Malia negli occhi con un sorrisino.
-"Hai intenzione di invitarmi ad entrare o hai vuoi lasciarmi qui fuori?"- chiese sorridente e Malia ancora in imbarazzo per lo sguardo dell'originale alzò gli occhi al cielo cercando di mostrarsi sicura di sembrare sicura di sé.
-"Sono tentata"- disse sarcastica. Certe volte le sembrava di parlare come Damon. E anche Klaus lo notò.
-"Sei proprio la sorella di Damon"- disse alzando gli occhi al cielo.
Malia comunque si decise che fosse ora di farlo entrare in modo così che lui si fidasse di lei. -"Puoi entrare"- disse e Klaus sorrise entrando con passo sicuro e lento superandola e guardandosi intorno.
Malia ricordandosi delle sue condizioni fece segno al ragazzo di non muoversi. -"Aspetta qui vado a cambiarmi"- disse per poi voltarsi sentendo lo sguardo dell'ibrido sulla sua schiena.
-"Non guardarmi!"- esclamò lei imbarazzata è rossa in viso è Klaus rise distogliendo lo sguardo ma sentendo benissimo il suo cuore battere più forte.
Klaus sarebbe dovuto rimanere nel soggiorno ma era troppo curioso di vedere la camera di Malia e di parlare finalmente di quel bacio che le aveva regalato quella mattina e che a lui non era dispiaciuto poi Così tanto. Così la seguì percorrendo la stessa strada che aveva fatto lei ed entrò nella camera dato che la porta era quasi del tutto aperta.
Malia si era cambiata mettendosi un pantaloncino nero e quanto Klaus entrò nella sua camera si stava infilando una canottiera verde scuro. Mise le mani sui fianchi e lo guardò indispettita.
-"Ti avevo detto di aspettare di là "- lo rimproverò ma Klaus era troppo occupato a scrutare la stanza.
La camera di Malia sembrava rispecchiare il caos che la ragazza aveva in testa. Era una bella camera antica e con i mobili fatti quasi tutti di legno. O meglio Sarebbe stata una bella camera se non fosse stata ridotta nel caos più totale. La piccola biblioteca a muro che doveva fare anche da scaffale era più vuota che piena, molti libri erano sparsi sul pavimento sotto la libreria mentre altri erano stati appoggiati distrattamente sul letto e sulla scrivania di legno scuro. Sulla scrivania e sul letto erano invece sparsi vecchi fogli e fotografie mentre altre erano ancora dentro le scatole. Per non parlare dell'enorme quantità di diari sparsi alla rinfusa per tutto il pavimento e i cassetti di un piccolo mobile aperti e quasi del tutto vuoti, dato che il resto era tutto sul pavimento. Un altra cosa che notò furono delle magliette e dei pantaloncini sparsi a terra sporchi di terra e erba.
Klaus rise nel vedere tutta quella confusione, ma poté ben notare che ogni singola cosa in quella stanza avesse l'odore di Malia. Iniziò a credere che più di essere entrato nella camera di un adolescente, di essere entrato in una tana di un lupo. La tana di Malia.
-"Certo che sei disordinata"- commentò avvicinandosi alla scrivania e prendendo in mano un diario. Malia scatto non appena vide che aveva preso il suo ultimo diario. Era diverso dagli altri quasi tutti marroni della stanza proprio perché era attuale. E Klaus non l'avrebbe mai dovuto leggerlo perché su quel diario parlava anche di lui.
Glielo strappo dalle mani e lo chiuse per poi metterlo in fretta sotto il suo cuscino. Mentre Klaus la guardava divertita, non era riuscito a leggere molto ma era quasi sicuro di aver visto il suo nome.
Malia incrociò le braccia al petto mettendo il broncio. La presenza di Klaus nella sua camera la infastidiva, la sua camera la rappresentava in pieno e nessuno doveva vedere cosa conservava li dentro. La sua camera era il suo piccolo spazio di paradiso.
-"Io non sono disordinata"- disse a denti stretti e più che dirlo lo ringhiò. Klaus rise, aveva stuzzicato il lupo nella sua tana, e Malia sembrava un lupo pronto ad azzannare.
Il suo sguardo cadde sui vestiti sporchi di terra. -"Cos'hai fatto?"- chiese guardando curioso i vestiti sporchi e sgualciti.
Malia più indispettita che mai li raccolse con forza e li butto vicino alla porta del bagno ammucchiandoli. Li avrebbe sistemati dopo.
-"Non sono affari tuoi. E non dovresti essere nemmeno qui è la mia camera"- disse mettendosi davanti a lui ma a debita distanza continuando a tenere una faccia seria sperando che vedendo quando odiava la sua presenza lì se ne sarebbe andato, cosa che non fece.
Klaus la guardò dritto negli occhi con una faccia supplicante. La ragazza lo guardò diffidente per poi sbuffare sonoramente.
-"Ero frustata, sono andata a correre nel bosco"- spiegò sperando che gli bastasse lui annuì.
-"E la camera è sempre così?"- chiese ancora e Malia lo guardò scioccata.
-"Ma Che ti importa? Comunque La camera non è sempre così, la maggior parte delle volte, stavo cercando una cosa"- disse e prima che Klaus potesse chiedergli che cosa lo anticipò. -"Non ti dirò cosa stavo cercando"- disse e lui alzò gli occhi al cielo per poi guardarsi di nuovo intorno.
Oltre l'enorme disordine, notò un foto sotto il letto, era vecchia. Si avvicinò al letto e si chinò a terra per raccogliere la fotografia. Era capovolta e non poté vedere subito l'immagine ma vide subito la data e due nomi scritti a mano.
1863 Luke-Malia.
Lesse ricordando immediatamente cosa gli aveva raccontato Malia quella mattina.
Prese la foto tra le mani e dopo un ultima occhiata alla scritta, ancora inginocchiato a terra, girò la fotografia. Inclinò di poco la testa quando vide due ragazzi, abbracciati. Riconobbe subito Malia, e ipotizzo che il ragazzo che l'abbracciava al suo fianco doveva essere Luke. La ragazza indossava un abito col corsetto rosa, era più giovane, lo capì da come sorrideva alla fotocamera, in modo spontaneo e sincero, e capì che era sicuramente umana a quel tempo. Anche il ragazzo sorrideva era più alto di lei, ma aveva sicuramente la stessa età. Stesso sorriso, stessi occhi felici e innamorati.
E mentre Klaus guardava con attenzione la foto, Malia non faceva caso a quello che faceva il ragazzo, troppo impegnata a cercare si sistemare i libri nella libreria. Klaus si rimise in piedi senza staccare gli occhi dalla foto è dalla figura della giovane e umana Malia. L'ibrido capì subito che era quello che Malia stava cercando, aver raccontato a lui di Luke gli aveva riaperto una ferita ed era andata a sfogarsi nel bosco.
-"E questa quella che stavi cercando?"- chiese, il tono era dolce.
Malia ripose il libro che aveva in mano nella libreria e si voltò verso l'originale. Anche da lontano riconobbe la foto, l'aveva guardata così tante volte che sapeva a memoria ogni centimetro di quel foglio.
Si avvicinò, il passo era incerto e il fiato le si era morto in gola, eppure passando sopra a libri e vecchi diari raggiunse Klaus senza inciampare neanche una volta.
Gli prese la fotografia dolcemente come se avesse paura di romperla. Il suo cuore batteva all'impazzata nel petto nonostante avesse visto quella foto migliaia di volte. Il suo occhi cadde immediatamente sulla figura alta di Luke. Il suo Luke. Che sorrideva sempre pronto ad aiutarla e a darle consigli. La Malia umana era diverso, non era riflessiva, lei agiva e basta, seguiva sempre l'istinto. Mentre adesso era come Luke, riflessivo e prudente. Ma Malia l'aveva spinto a divertirsi e a non pensare troppo, a vivere. Ed era lì che aveva sbagliato.
Klaus la guardava, il suo sguardo era perso come immerso in qualche ricordo.
-"E passato così tanto tempo"- la sua voce si era incrinata e gli occhi erano diventati lucidi. Klaus boccheggio quando la vide quasi sull'orlo di piangere. -"Eppure fa ancora male"- disse con una smorfia di dolore come se gli facesse male a livello fisico, sembrava quasi stesse pensando ad alta voce, dimenticandosi della presenza di Klaus.
A risvegliarla fu la calda lacrima che le bagnò la guancia. Si riprese, asciugandosi velocemente la lacrima e tirando su col naso, per poi riporre accuratamente la fotografia dentro un diario poggiato sulla scrivania.
Klaus non sapeva ancora cosa dire, aveva capito la notte in cui si era ubriacata a casa sua che infondo era una ragazza fragile, ma mai avrebbe pensato di poterla vedere così debole. Tant'è che preferì non infierire e rimanere in silenzio.
Malia tirò su col naso di nuovo, guardandosi intorno ancora come se si sentisse in imbarazzo a stare nella propria camera, poi si ricordò perché aveva fatto venire Klaus li.
-"Vieni, devo mostrarti una cosa"- disse fingendo un sorriso per poi uscire dalla camera con Klaus che la seguiva.
Mentre Klaus e Malia camminavano per i corridoi diretti alla cantina Klaus tirò fuori il discorso che Malia non avrebbe mai voluto sentire.
-"Sai nessuno mi baciava come hai fatto tu sta mattina da tanto tempo"- disse e Malia si bloccò nel bel mezzo del corridoio e dato che Klaus era dietro di lei andò a sbattere contro la sua schiena. Malia sbatte gli occhi per poi farfugliare un scusa all'ibrido.
-"Preferirei non parlarne"- disse in imbarazzo mentre iniziava a camminare e Klaus la seguiva.
Klaus sorrise malizioso. -"Io invece si. Dato che qualcuno non mi baciava così da quando ero un bambino."- disse per poi appoggiare le sue mani sui fianchi della ragazza davanti a lui e stringerli, per poi farla sbattere contro il suo petto. Malia sussulto a quel contatto ma non si mosse. Spostò una mano dal suo fianco per spostare i capelli dal collo di Malia ma poi la rimise dov'era prima e strinse più forte.
Klaus si avvicinò all'orecchio della ragazza che era rimasta immobile.
-"Sai, sono abituato ad essere baciato in altri posti e in altri modi"- la sua voce arrivò all'orecchio della ragazza più roca che mai, cosa che la fece rabbrividire, cosa che non passo inosservata all'ibrido che sorrise e poi inspirò l'odore di Malia che sapeva di imbarazzo.
La ragazza ibrido cercò di riprendersi inspirando più ossigeno possibile, ma invece ad inondarle i polmoni fu l'odore acre e selvaggio di Klaus, era davvero attraente e buono avrebbe potuto respirare solo il suo profumo.
Ma si ricompose subito, proprio quando Klaus pensò di averla in pugno. Si scrollò le mani da dosso le mani di Klaus e si allontanò da lui sotto il suo sguardo sorpreso. Sospirò di nuovo e si passo le mani tra i capelli.-"Non mi interessa dove le tue ragazze da una notte mettano le loro schifose labbra"- disse per poi fare segno a Klaus di entrare dentro la cella.
Klaus la guardò sorridendo poi entro trovando la sua povera sorella sdraiata sul pavimento e con un pugnale conficcato nel petto.
Klaus si abbassò e scosse la testa.
-"Non posso mai lasciarla da sola"- disse Klaus per poi alzarsi in piedi e voltarsi verso Malia che era appoggiata alla porta con le braccia incrociate sotto il petto.
-"E stata Elena a pugnalarla. Aveva paura che rovinasse il piano per ucciderti. "- spiegò e Klaus la guardò a lungo.
-"Perché me la stai consegnando?"- chiese Klaus un po' scettico e Malia si rimise dritta.
-"Come segno di fiducia. Puoi fidarti di me, Klaus e anche di Damon"- disse lei avvicinandosi all'ibrido.
-"Perché dovrei fidarmi? Voi mi volete morto"- disse serio e Malia boccheggio.
-"Beh perché tu gli hai dato centinaia di motivi per volerti morto."- disse seria -"E poi io non ti voglio morto"- disse sinceramente è Klaus la guardò sorpresa.
-"Menti"- disse con tono saccente Klaus avvicinandosi a Malia fino a essere a un passo da lei, che non si mosse anzi alzò la testa.
-"Sto dicendo la verità. Io non ti voglio morto Klaus. Per ben tre ragioni; uno non puoi essere ucciso, due qualcuno di noi si farebbe sicuramente male e tre.."- si bloccò quando stava per elencare il terzo punto. Si rese conto che non sapeva spiegare l'altro motivo per cui non lo voleva morto.
Klaus assottigliò lo sguardo -" Tre..."- l'invito a continuare. Malia si morse il labbro, doveva starsene zitta.
-"Due motivi bastano"- disse e Klaus ghignò e si abbassò fino ad arrivare al suo viso, in modo da averla faccia a faccia.
-"Mi dispiace tesoro, ma io non mi fido di nessuno, neanche della mia ombra perché se ne avesse la possibilità anche lei mi pugnalerebbe alle spalle."- disse a un soffio dal suo viso, con tono duro e cattivo.
Eppure Malia non si scoraggiò anzi alzò la testa con fare altezzoso. -"Non importa. Perche io mi fido di te, ecco perché ti sto consegnando tua sorella. E sai una cosa ti perdono,"- disse la testa alta di chi non sta scherzando e lo sguardo fiero di chi crede in fino in fondo a quello ce dice.
Klaus sembrò sorpreso ma mutò subito la sua espressione non riuscendo a credere a quello che aveva appena sentito, nonostante avesse ascoltato il battito della ragazza che non era aumentato per niente. -"Bugiarda"- il tono duro freddo eppure Malia non cedeva.
-"Io non ti odio Klaus e ti perdono per ogni cosa brutta che hai fatto. Ti perdono nonostante hai cercato di uccidere tutti noi almeno una volta. "- disse Malia e Klaus la guardò furioso per poi spingerla con la sua velocità da vampiro contro il muro.
Malia senti la sua schiena sbattere con forza contro la parete, e le mani di Klaus erano strette intorno alle sue spalle e la costringevano a stare in quella posizione, le stringeva così forte da farle quasi male. Ma nonostante il dolore non abbassò la testa e continuò a guardarlo dritto negli occhi pieni di rabbia e odio.
-"Smettila di mentire!"- urlò stringendola più forte e spingerla di più verso il muro. Malia fece una smorfia di dolore ma si riprese subito.
-"Non sto mentendo. Io ti perdono."- la sua voce era calma, lei era calma nonostante lui le stesse urlando contro. Era talmente calma e talmente sincere che fece calmare anche Klaus che alleggerì la presa sulle sue spalle.
-"Questo tuo perdonare tutti sarà la tua rovina, Malia"- disse allontanandosi di poco permettendo a Malia di respirare un po' di ossigeno oltre il suo odore.
-"Anche la tua paranoia Klaus"- sospirò abbassando lo sguardo, continuando a fare respiri profondi.
Klaus si allontanò ancora facendo qualche passo indietro, mettendo così una media distanza è sorrise ripensando a ciò che aveva appena fatto solo per convincerlo a fidarsi di lei.
-"Sei coraggiosa piccola Salvatore, lo ammetto ma anche molto stupida, sono un originale sono più forte"- disse mentre si avvicinava di nuovo alla sorella dando così le spalle a Malia, che si grattava il collo, concordando a pieno con Klaus dato che quello che aveva fatto era stato molto stupido.
-"Non posso darti torto"- sussurrò lei con ancora lo sguardo basso, per poi rialzarlo. -"E non chiamarmi piccola Salvatore! Non sono piccola, ho 160 per la miseria!Dovete smetterla di chiamarmi così!"- disse ripensando a tutte le volte che l'avevano chiamata in quel modo.
Klaus rise per il tono scocciato che aveva appena usato la ragazza. -"Beh, al il corpo di una diciassettenne e non puoi dire di essere tanto adulta quando hai una camera peggio di un vero adolescente."- la rimbeccò Klaus e lei aprì la bocca scioccata.
-"E la mia camera e la tengo come voglio"- disse irritata e Klaus si girò ancora sorridendo. -"Più che una camera sembra la tana di un animale"- Malia lo guardò con superficialità.
-"Forse e perché io sono un animale. E poi non tutti dormono in lenzuola di seta"- agitò le mani in aria per poi uscire dalla cantina sbattendo i piedi a terra più irritata che mai.
-"Sai Dov'è la porta!"- urlò dal corridoio e Klaus rise mentre si metteva in spalla sua sorella per poi usare la sua velocità da vampiro ed andarsene.
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𝐈𝐧𝐬𝐭𝐢𝐧𝐜𝐭☾ 𝐍.𝐌
Фанфик❛È molto, molto difficile mettere d'accordo cuore e cervello. Pensa che, nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola.❛❜ -Woody Allen Malia Salvatore non aveva mai avuto una vita facile, da umana il suo essere selvaggia, istintiva l'aveva sempre...