14. Essere felice

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Il pomeriggio, dopo scuola, andò a casa di Klaus

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Il pomeriggio, dopo scuola, andò a casa di Klaus. La porta era chiusa ma poteva benissimo sentire gli ibridi lavorare per finire la casa.
Aveva un sacchetto di carta con una bottiglia di bourbon dentro, gli dispiaceva aver finito il suo o quella era solamente una scusa per vederlo.
Era sempre stata una ragazza che diceva sempre quello che pensava senza troppi fronzoli e faceva quello che riteneva bisognasse fare senza problemi. Eppure era ancora davanti alla porta senza che riuscisse a bussare. Iniziò immediatamente a pensare che quella fosse la cosa più stupida che avesse mai fatto, e che quella del bourbon fosse soltanto una scusa per qualcosa che non riusciva a capire. Era paralizzata sulla soglia di casa sua senza neanche avere la forza di muoversi.
Chiuse gli occhi e inspirò a fondo, non si sarebbe tirata indietro, non era qualcosa che Malia Salvatore faceva.
Così bussò anche se il braccio gli tremava leggermente.
Sentì dei passi e il suo cuore iniziò a battere più forte in preda all'agitazione.
Ma prima che potesse voltarsi ed è andarsene a gambe levate,
La porta si aprì rivelando un Klaus piuttosto sorpreso della sua visita, e la ragazza non poté dargli torto.
La squadrò attentamente, parecchio confuso. -"Che ci fai qui?"- chiese accigliato.
Bella domanda,pensò dato che sinceramente non lo sapeva neanche lei. Ma sfoggiò il suo migliore sorriso e riaquisendo la sua finta sicurezza entrò spalleggiandolo e senza dare spiegazioni.
Andò direttamente nella cucina, c'erano meno operai e la cosa la incuriosì.
-"Entra pure, fa come se fossi a casa tua"- disse con sarcasmo entrando anche lui in cucina e posizionandosi dal lato opposto dell'isola di marmo bianco.
Gli allungò il sacchetto che lui prese.
-"Ti ho portato del bourbon"- disse mentre lui guardava la bottiglia.

-"Perché non c'è quasi nessuno?"- chiese guardandosi intorno, Klaus rimase per un po' in silenzio poi parlò.
-"Li ho mandati in pausa, devo decidere di che colore dipingere le pareti del soggiorno, avevo pensato al giallo"- disse e Malia fece una smorfia di disgusto.
-"Giallo?"- chiese e lui la guardò confuso.
-"Cosa c'è di male nel giallo?"- chiese mentre Malia iniziò a guardare il fascicolo con i colori, sfogliandolo.
-"Bhe, se dipingi una stanza di giallo la farai diventare un girasole, e poi non è un buon colore"- disse continuando a sfogliare gli altri colori.
-"E poi dipende da come vuoi fare la stanza è dai mobile che metterai"- disse era esperta in quelle cose.
-"Sono sicura che il genere moderno non fa per te"- continuò poi.
-"E cosa fa per me?"- chiese e lo guardò attentamente per poi sorridergli.
-"Tu sei più raffinato, regale, ecco perché hai scelto il giallo, perché ti ricordava l'oro ma non va bene. Se vuoi qualcosa di regale ti consiglio di usare il rosso o il bordo, poi se ti piace tanto il dorato dei mobili chiari antichi con le rifiniture in oro andranno più che bene"- dissi e gli allungai il libricino.
-"Come fai a sapere queste cose?"- chiese e lei scrollò le spalle facendo un ghigno.
-"Ci ho azzeccato vero?"- chiese con un filo di Malizia e lui rise borbottando un forse.
-"Sono venuta anche a dirti che non sappiamo dove sia Stefan ne dove tenga le bare, ma Damon lo sta cercando"- disse non sapendo che Damon sa che sapeva benissimo dove fosse il fratello, ma non l'aveva detto a nessuno nemmeno a Elena.
-"Deve sbrigarsi o sarò costretto a prendere misure drastiche, che non piacerrebbero a nessuno"- Klaus gli lanciò un lungo sguardo, facendole capire che non avrebbe esitato a ferire o uccidere qualcuno se Stefan non gli avrebbe ridato la sua famiglia.
-"Ti capisco, non mi piacciono i tuoi metodi, ma ti capisco in fondo rivuoi soltanto la tua famiglia."- disse facendogli un piccolo sorriso che confuse ancora di più Klaus, l'aveva praticamente minacciata di far del male a qualcuno e lei gli regalava un sorriso, come per confortarlo. Scosse la testa non avrebbe mai capito quella ragazza, e ne ebbe la conferma quasi all'istante.
-"Comunque credo che tu abbia bisogno di qualcuno con una certa esperienza per finire di costruire questa casa"- disse, si alzò e sotto lo sguardo accigliato di Klaus andò verso il salone dov'erano gli ibridi.
-"Forza signori! Non vorrete mica oziare tutto il giorno! C'è una casa da arredare!"- esclamò e gli ibridi la guardarono confusi ma non si mossero. Malia leggermente infastidita gli rivolse un sguardo minaccioso, tirando fuori le zanne e i suoi occhi blu, colore che gli ibridi non avevano mai visto. Questo li spaventò e li fece scattare come molle.
-"Bene cosi mi piacete! Al lavoro!"- disse e gli ibridi di Klaus annuirono intimoriti riprendendo a lavorare.
Malia diede ad ogni ibrido un compito, spiegando attentamente cosa fare, e fece chiamare altri ibridi
Klaus la guardava sorpreso e anche un po geloso, Malia era riuscita a fargli fare quello che voleva senza neanche che fossero compulsi a lei, e li aveva spaventati senza dover minacciare o urlare contro nessuno ma soltanto mostrando i suoi occhi e minacciandoli con lo sguardo. Malia lo stava stupendo sempre di più.

𝐈𝐧𝐬𝐭𝐢𝐧𝐜𝐭☾ 𝐍.𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora