Never in My Heart || L.S.

65. Salt in this open wound

Trigger warning: riferimenti a violenza sessuale.

***

«...Il problema del fare sesso con qualcuno mai visto prima è sempre: dove farlo? Perché non voglio portare uno sconosciuto a casa mia, ma non voglio nemmeno seguirlo a casa sua e poi scoprire che è un killer pazzo.»

Harry annuì distrattamente al monologo di Nick, mentre chiudeva i box dei cani più grandi e si assicurava che tutto fosse in ordine.
«Per fortuna abbiamo risolto andando in un albergo.» continuò Nick «Stava andando tutto bene finché non ha detto che il suo cantante preferito è Chris Brown.»
«Ew,» commentò Harry.
«Esatto. Ma ci ho fatto sesso comunque perché, sai com'è, lo zio Nicholas ha dei bisogni.»
«Ugh, odio quando ti chiami "zio Nicholas" da solo,» sospirò il riccio, alzando gli occhi al cielo di fronte all'espressione divertita dell'amico.

Nick ridacchiò tra sé, dandogli una pacca sulla schiena e seguendolo fuori dalla sezione dei cani adulti. Il cielo si stava rannuvolando, ma l'aria era quella piuttosto calda di metà luglio e i giorni precedenti erano stati spesso soleggiati, quindi Harry non voleva lamentarsi. Prima o poi la pioggia tornava, era naturale.

«Magari presto sarò fortunato e incontrerò finalmente l'amore della mia vita, com'è successo a te quando hai accompagnato Liam a quel concerto dei No Direction e ti sei comportato da pirla con Louis.» continuò Nick, sospirando drammaticamente come se quella fosse davvero la sua più grande speranza.

Harry abbassò lo sguardo e non disse nulla, e a quello Nick si voltò a guardarlo.
«Mi hai sentito, Haz?»
«Sì, sì...» annuì il riccio. Rallentò il passo quando si accorse che l'amico si era fermato e si bloccò a sua volta, tornando indietro per capire cosa stesse facendo, le sopracciglia aggrottate in confusione.
Nick lo squadrò per qualche istante. «Va tutto bene?» chiese infine «Fra te e Louis?»

Harry scrollò le spalle. «La distanza è difficile da gestire...» si limitò a rispondere. Sinceramente non aveva voglia di parlarne, era arrivato fino a quel momento evitando di discutere della sua situazione con chiunque e avrebbe preferito continuare così, ma lo sguardo di Nick era indagatore e per nulla disposto a cedere, così sospirò. Forse era meglio spiegare tutto subito e farla finita, almeno non avrebbe dovuto sorbirsi duemila domande.

«Le ultime tre settimane sono state complicate...» mormorò quindi. Nick si sedette sulla staccionata che separava il sentiero dalla parte più ampia del giardino, e Harry si sistemò al suo fianco. «Cioè... la prima settimana è andata abbastanza bene, Louis era ancora in Europa e riuscivamo a sentirci piuttosto spesso. Ma poi la band si è spostata in Canada, adesso sono negli Stati Uniti, e... tra tutti i suoi impegni e la differenza di fuso orario...»

Sospirò di nuovo, spostando lo sguardo verso le nuvole grigie. «L'ultima telefonata che ci siamo fatti è stata due settimane fa. Ci scambiamo qualche messaggio qua e là, ma sembrano secoli che non abbiamo il tempo di portare avanti una conversazione intera. C'è sempre qualche posto in cui deve andare o qualcuno che lo chiama o qualcosa che deve fare... oppure sono io ad essere impegnato, e semplicemente... non parliamo.» spiegò lentamente. Il suo petto faceva male quando ci pensava, come se qualcosa lo stesse comprimendo dall'interno fino a togliergli il respiro.

«Mi dispiace, Haz...» sospirò Nick.
«E poi è sempre con Danielle.» riprese il riccio, perché quello era un sentimento del tutto diverso dal dolore che l'assenza di Louis gli causava. Era rabbia, gelosia, invidia, umiliazione, era la consapevolezza che lui non sarebbe mai potuto stare accanto a Louis come Danielle. Di fronte a tutti. Ed era vero, fino a quel momento aveva sempre potuto avere la vera versione di Louis, il tempo con lui nella sua vita privata, i suoi veri sorrisi e pensieri, il suo vero amore, ma ultimamente sentiva di non avere più nemmeno quelli. Non c'era abbastanza spazio e tempo per lui, nella vita di Louis.