47. No gay boys in boy bands

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Trigger warning: omofobia.

***

«Resta qui, okay? Torno subito.»
Harry annuì alle parole di Louis, lo stomaco contratto dall'agitazione mentre guardava il suo ragazzo entrare in una delle camere dell'hotel, dove Simon lo stava aspettando. Odiava quella sensazione, quel brivido di inquietudine che gli scorreva lungo la schiena al pensiero di Louis da solo con Simon. La sola presenza di quell'uomo gli faceva venire il voltastomaco, e l'allarmante presentimento che le cose stessero per precipitare non aiutava di certo.

Era dall'arrivo di Simon che lo percepiva, non aveva fatto che peggiorare durante il tragitto di ritorno dal ristorante all'hotel. Louis era sembrato affranto, gli occhi pieni di senso di colpa quando Simon aveva ordinato loro di salire nella sua auto, come se quella situazione fosse causa sua, e Harry era stato troppo spaventato per raggiungere la sua mano e avvicinarlo a sé. Simon era rimasto in silenzio per tutta la strada, ma era chiaro dalla sua postura rigida che fosse arrabbiato.
Quando avevano finalmente raggiunto l'hotel era entrato immediatamente nella sua stanza, e ora Harry era lì, abbandonato in mezzo al corridoio.
Gli veniva da piangere.

Sobbalzò quando il rumore improvviso di qualcosa che cadeva a terra giunse dalla stanza di Simon, e sapeva che origliare era sbagliato, ma non ce l'avrebbe mai fatta a rimanere lì immobile finché Louis non fosse tornato. Doveva avvicinarsi, doveva capire cosa stesse succedendo.

«Lo sai che non puoi fare quello che vuoi, Louis.» stava dicendo la voce di Simon, bassa e controllata a stento. Harry premette l'orecchio contro la porta per cercare di sentire meglio, ma la risposta di Louis giunse solo come un mormorio ovattato. Così abbassò lentamente la maniglia e si creò un piccolo spiraglio, riuscendo a vedere Louis in piedi al centro della stanza e Simon di spalle vicino al frigobar. C'era un barattolo di metallo sul pavimento, probabilmente l'oggetto caduto poco prima.

«Sai, non credo tu abbia pienamente capito come stanno le cose, nonostante tutto il tempo passato dalla fine di X Factor.» riprese l'uomo «I No Direction sono la mia band, voi siete miei. Ti è chiaro, giusto?» continuò, aprendo una lattina di birra e bevendone un sorso mentre si girava a guardare il giovane.
Louis non disse nulla.

«Da cinque anni mi occupo di voi, faccio in modo che la vostra musica venga venduta, che la vostra immagine sia adeguata a ciò che richiede il mercato. L'industria in cui lavoriamo non è un ambiente facile, lo sai bene anche tu.» proseguì appoggiando la lattina sul mobile più vicino. Il modo in cui si stava avvicinando lentamente a Louis faceva rabbrividire Harry. Voleva correre nella stanza e portarlo il più lontano possibile da lì.

«Eppure, ogni piccola cosa è una battaglia, con te. Vi davo testi già pronti e hai voluto la libertà per te e i ragazzi di scrivere la vostra musica; vi do istruzioni su come comportarvi e tu in qualche modo riesci sempre a fare il contrario di ciò che dico; ho affidato a persone altamente qualificate il compito di organizzare le vostre vite e litighi anche con loro. "Zayn sta male", "Niall ha bisogno di più riconoscimento", "Non possiamo continuare a questo ritmo perché sostenere la fatica di un tour e scrivere musica è troppo tutto insieme". Cosa sentirò la prossima volta? "Non voglio più uscire con la mia ragazza di copertura perché sono uno stupido frocio di merda"?»

Louis sussultò alle ultime parole, la voce di Simon si era improvvisamente alzata e Harry aveva dovuto premersi una mano sulla bocca per non intervenire. Il suo cuore sembrava spezzarsi.

«E tutte le scene che stai facendo durante le interviste di questi giorni... credi non abbia capito che vuoi solo farmi arrabbiare? Solo perché non posso più farti uscire con Eleanor non significa che non abbia più potere su di te. Forse te lo sei dimenticato.» continuò l'uomo «E credi non sappia di quel ridicolo avvocato che hai assunto per liberarti del tuo contratto? Io so tutto, Louis. So tutto di te, so anche che ti sei portato dietro quel ragazzo per avere un po' di tempo con lui. Perché ora che sei in tour non vi vedete spesso, vero? Vuoi approfittare di ogni momento.» sogghignò, accennando verso il corridoio «Ma indovina un po'? Pensavi di avere più tempo a disposizione, invece credo proprio di aver cambiato idea. Credo proprio che tu non meriti una pausa, e che la tua nuova ragazza non veda l'ora di conoscerti. Se sei fortunato sarà qui già per il fine settimana. Scommetto che al tuo fidanzatino piacerà vederla baciarti per i fotografi.»

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora