Never in My Heart || L.S.

54. Enough

«Ecco qui, pasticcini,» Nonna Ashton piazzò un enorme vassoio di dolcetti sul tavolino da caffè, premette un bacio sui capelli di Harry e fece una piccola carezza sul viso di Nora, tentando anche di abbracciare Liam prima che quest'ultimo sgusciasse tra le sue braccia per andare a chiudersi in camera. La nonna aggrottò la fronte.

«Non prendertela, era così anche ieri sull'aereo.» la rassicurò Harry «Vedrai che gli passerà o ne parlerà quando si sentirà pronto.»
«Vorrei solo che non evitasse le mie coccole, nel frattempo.» si accigliò nonna Ash, che dalla sera precedente, quando Harry e Liam erano tornati da Osaka, non aveva fatto altro che abbracciarli e rimpinzarli di cibo, neanche fossero passati anni dall'ultima volta che li aveva visti.
Tuttavia, Liam era andato a dormire presto e quella mattina si era svegliato alle sette per tornare al suo corso da vigile del fuoco. Era stato scostante e imbronciato per tutto il giorno, e dato che ormai erano le cinque di pomeriggio, non sembrava ci fosse speranza per un miglioramento.

«Gli passerà,» ripeté Harry, e la nonna sospirò sconsolata.
«Allora esco... Accompagno Calum a comprare un nuovo paio di scarpe ortopediche.» mormorò, riacquistando gradualmente il sorriso.
Harry alzò gli occhi al cielo ma non disse nulla, più che altro perché ormai lo faceva solo per abitudine. Erano passati mesi da quando la nonna e Calum Hood si erano conosciuti, e in tutto quel tempo l'anziano non aveva fatto niente che potesse irritare Harry o mancare di rispetto a nonna Ash. Per la verità sembrava un tipo tranquillo e piuttosto simpatico, ma Harry non l'avrebbe mai ammesso a voce alta.

«Va bene, nonna, divertiti.» rispose Nora per lui. Nonna Ash le sorrise gioiosamente e l'attimo dopo scomparve verso il corridoio, cantando in spagnolo mentre infilava le scarpe e un maglioncino blu a fiori gialli.
«¡Hasta luego, queridos!» esclamò poco dopo, e il rumore della porta che si apriva e chiudeva la seguì l'istante seguente.

«E così,» esordì Harry, sorridendo di proposito nel più irritante modo possibile.
«Non. Fiatare.» grugnì Nora «Non ti ho ancora perdonato per ieri sera.» bofonchiò, ma il riccio la ignorò completamente e «Tu e Victoria vi siete baciatee,» canticchiò con tono indisponente, dondolandosi a destra e a sinistra finché Nora non lo spinse giù dal divano. «Ehi!»
«Ti avevo detto di non fiatare,» gli sorrise la ragazza.

Harry si risistemò al suo fianco e s'infilò un pasticcino in bocca per non dire altro. «È una cosa bella, però, giusto? Non sei preoccupata,» chiese dopo aver masticato, lasciando da parte le prese in giro per assicurarsi che l'amica stesse bene.
«No, non sono preoccupata...» mormorò Nora «Cioè, ho un po' d'ansia perché non ho mai avuto una relazione prima d'ora... e non sono sicura di cosa stia succedendo tra me e Vi. Lei mi piace un sacco, ma è quasi una settimana che ci baciamo ogni volta che ci vediamo e ancora non ne abbiamo parlato.»

«Aspetta, ieri non è stata la prima volta? Come hai potuto tenermi nascosta una cosa del genere?» sbottò Harry con fare drammatico.
La ragazza alzò gli occhi al cielo. «Scusa se non ti aggiorno su ogni piccolo particolare della mia vita.»
«Questo non è un piccolo particolare, è una cosa enorme!» replicò il riccio «E io che pensavo di essere il tuo migliore amico.»

«Smettila,» sorrise Nora, colpendogli leggermente la spalla e poi sporgendosi a prendere un pasticcino anche per sé «Ero solo molto nervosa, questi giorni sono stati stranissimi. Per la metà del tempo non sono nemmeno sicura che sia la realtà, forse è tutto un sogno. E speravo di poter chiarire con Vi prima di parlarne con te.»

«Quindi nella tua scala delle priorità io vengo dopo la ragazza di cui sei innamorata? Wow.» ribatté Harry, sorridendo e spostandosi indietro quando Nora fece per mollargli un'altra manata «Scherzo, scherzo!» Prese un dolcetto cosparso di pezzetti di fragole e si riappoggiò allo schienale, tornando serio. «Okay, allora parliamone con calma. Raccontami quello che è successo mentre ero via.»