43. Hidden Freedom

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Harry e Louis erano seduti sul divano a casa del riccio, appoggiati uno al fianco dell'altro mentre chiacchieravano tranquillamente, immersi nella calma del tardo pomeriggio e con nonna Ashton che canticchiava vicino a loro, accomodata sulla sua poltrona e impegnata a lavorare a ferri.

Il sole era tramontato da poco, e oltre le finestre si potevano ancora vedere tenui striature di luce che tingevano le nuvole di rosa chiaro, insieme al blu via via più scuro del cielo. I lampioni erano già accesi, i fanali delle auto si aggiungevano alla miriade di scintillii provenienti dalle case vicine e dalle vetrine dei negozi. I rami degli alberi, ancora spogli, oscillavano lievemente, spinti dalla brezza di inizio marzo, e anche se le finestre erano chiuse si potevano sentire i cinguettii di passeri e merli. Si stava bene.

«L'Australia ha il clima perfetto in questo periodo dell'anno. Anzi, quando ci arriveremo noi sarà anche meglio,» stava dicendo Harry, picchiettando l'indice sul foglio che il maggiore aveva in mano.
«"Noi", eh?» sorrise Louis, il tono scherzoso per mascherare la dolcezza nel suo sguardo.
«Sei stato tu a dire che posso venire con voi,» s'imbronciò il riccio «Ehi, perché non c'è l'Italia tra i paesi elencati? Io volevo andarci...»
«Mi dispiace, piccolo, non organizzo io i tour. Ti ci porto appena sono di nuovo libero, però.» assicurò il maggiore «Dove vuoi andare oltre che in Australia, comunque?»

Harry studiò attentamente la lista di paesi stampata sul foglio, grattandosi la punta del naso mentre si accoccolava meglio contro il fianco di Louis. Era assurdo poter semplicemente indicare il nome di uno Stato e sapere che Louis l'avrebbe accontentato, portandolo lì. Prima di conoscerlo, il viaggio più lungo che avesse fatto era stata una vacanza di tre giorni a Glasgow, quando aveva compiuto diciotto anni, e solo perché Liam era stato costretto da nonna Ashton a seguirlo come una guardia del corpo.

In ogni caso, c'era una cosa che lo rendeva più felice della prospettiva di viaggiare, ed era la prospettiva di viaggiare con Louis. Sapeva che il maggiore sarebbe stato impegnato con le prove e i concerti e gli incontri con i fan, ma gli bastava la consapevolezza di poter stare con lui. Per la gran parte del tempo avrebbe dovuto fare il turista da solo o con Liam, ma alla fine si sarebbe sempre ritrovato con Louis quando era ora di andare a dormire, e quella era la cosa migliore. Sapere che almeno per un po' non ci sarebbero state centinaia di chilometri a dividerli.

«Princesa, sai qualcosa di Liam?» lo riscosse nonna Ashton, lo sguardo puntato verso l'orologio appeso al muro e l'espressione preoccupata.
In effetti erano quasi le sei e mezza e il ragazzo non si era ancora fatto sentire. Harry l'aveva visto la sera prima - dopo la "grande rivelazione" di Niall - ma quando aveva cercato di chiedergli chiarimenti in proposito, Liam era semplicemente scappato in camera sua e non ne era uscito fino a quella mattina, quando si era diretto al suo corso per futuri vigili del fuoco. Il riccio gli aveva anche mandato un messaggio verso l'ora di pranzo, per sapere se sarebbe tornato a casa, ma l'amico non aveva neanche risposto, e lui aveva capito che probabilmente voleva essere lasciato in pace.
Baciare Zayn Malik dopo anni di pomiciate con un cuscino doveva essere un evento piuttosto scioccante.

«No, non ha risposto al messaggio. Vuoi che provi a chiamarlo?»
La nonna strinse le labbra con aria pensierosa, distogliendo lo sguardo dall'orologio. «Aspettiamo ancora mezz'oretta, ha diritto ad avere una vita privata. Ma se non è qui per cena inizio a tartassarlo di telefonate.» decise infine.
«Okay,» annuì Harry, espirando una piccola risatina. Stava per tornare alla lista tra le mani di Louis quando la porta di casa si aprì di colpo, ma invece di Liam entrò Nora.

«Ho fatto un casino!» esordì, e «Perché non posso avere cinque minuti di pace?» lamentò drammaticamente Harry.
«Hai letteralmente passato mezza giornata sul divano.» gli fece notare Louis, l'espressione divertita mentre salutava la nuova arrivata con un cenno e le faceva posto accanto a sé.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora