3. September, 28th

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C'era una cosa che Harry non aveva calcolato, quando aveva deciso di regalare a Liam due biglietti per il concerto dei No Direction: Liam non aveva amici, quindi a chi avrebbe dato il secondo?

«Spiegami perché siamo venuti qui con nove ore di anticipo.»
La versione esaltata di Liam si voltò a guardarlo di scatto, gli occhi luminosi di felicità e le labbra stese in un sorriso gigante. «Non potevamo rischiare di essere in ritardo! Questa è l'occasione della mia vita e giuro che mi trasformerò in Flash piuttosto che farmi superare da queste schizzate croniche.» replicò indicando il gruppetto di fan già presenti alle porte dello stadio.

Harry sospirò. D'altronde, aveva davvero sperato in una risposta intelligente? Incrociò le braccia al petto e si rassegnò a guardarsi un po' intorno, almeno per far passare il tempo. Tutto lo spiazzo davanti allo stadio era stato lasciato libero per i fan, c'erano parcheggi appositi per le auto (con tanto di addetti che indicavano dove posteggiare), alcune ambulanze in caso di emergenze e gruppi di persone che stavano piazzando i loro stand per vendere merce assurda, come la padella con scritto "Niall Horan!", tanto per fare un esempio.
Persino le pareti dello stadio erano tappezzate di gigantografie dei No Direction, ed Harry era sicuro al cento percento che non sarebbe uscito vivo da quel concerto. Probabilmente si sarebbe suicidato dopo la prima canzone.

«Ehi, visto che dobbiamo aspettare molto, guarda cos'ho portato.» riprese entusiasta Liam, scaricandosi lo zaino dalle spalle e tirandone fuori due aggeggi che sembravano di metallo. Li aprì e piegò in modi strani sotto lo sguardo perplesso di Harry, poi ci legò sopra dei cuscinetti e «Ta-daa!» esclamò.
«Sono due... sgabelli da campeggio?» osservò sorpreso il riccio.
«Tascabili. Più o meno. Ma ho pensato che sarebbero stati meglio che sedersi per terra.» annuì Liam.

Harry lo guardò con ammirazione. «Questa è la prima cosa sensata che dici da quando ti sei svegliato, stamattina alle tre.»
«Ero agitato.» si giustificò l'altro «E a proposito, resti un attimo qui mentre vado in bagno?»
«Siamo arrivati da cinque minuti e già ti scappa?» sospirò Harry, sedendosi sul suo sgabello e sistemandosi gli occhiali da sole sul ponte del naso.
«È l'emozione,» si difese Liam «Ora stai qui mentre io vado a pisciare.»

Harry alzò gli occhi al cielo ma annuì, aggiustandosi il foulard che si era legato intorno alla testa. Era contento che per lo meno il concerto si tenesse a fine settembre, così lui e Liam non avrebbero dovuto restare a cuocersi sotto il sole. Il tempo era comunque bello ma l'aria iniziava a rinfrescarsi, ed Harry amava quel periodo dell'anno. Quando le foglie degli alberi sfumavano lentamente dal verde al giallo, casa sua profumava di biscotti appena sfornati, lui poteva indossare maglioni morbidi senza mettere necessariamente altri indumenti sotto, e c'era ancora qualche giorno dolcemente soleggiato. Era davvero un bel periodo.

Il ragazzo continuò a guardarsi pigramente intorno mentre aspettava; in fila dietro di lui stava iniziando a raggrupparsi sempre più gente (per lo più ragazze) e stralci di conversazioni gli arrivavano alle orecchie insieme al vociare di persone più distanti.
«Torna immediatamente qui!» urlò qualcuno in lontananza.
Harry si voltò a vedere cosa stesse succedendo, e notò che verso il lato sinistro dello stadio c'era un omone intento a inseguire un ragazzo.

«Non provare a correre, razza di stronzo, torna qui! Sai che ieri mi sono fatto male al ginocchio! Torna qui ho detto!»
La risata dispettosa del ragazzo si sentì fino a dove si trovava Harry, che sorrise istintivamente al suono.
Il riccio osservò divertito l'uomo (abbastanza robusto da sembrare una specie di bodyguard) arrancare dietro al ragazzo, che scattava qua e là rapidamente. Era minuto e sgusciava dalle mani del suo inseguitore come un pesciolino, Harry rimase a guardarlo tutto il tempo con questo enorme sorriso stupido stampato in faccia.

«Adesso mando Miguel a prenderti, e credimi che non ti divertirai più tanto!» gridò il bodyguard stanco, mentre il ragazzo correva via ridendo.
Harry lo vide dirigersi di fretta verso il gruppo di fan davanti a lui, che usò per un attimo come nascondiglio prima di lasciarsi cadere a terra, e fu a quel punto che il ragazzo si accorse di lui.
«Posso sedermi lì?» chiese con un po' di fiatone, indicando lo sgabello di Liam.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora