61. Try living a day of my life

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Trigger warning: discussione di violenza sessuale.

***

Harry non ci aveva riflettuto molto, ma a pensarci non era mai stato tanto spesso in ospedale quanto durante gli ultimi mesi.
In ogni caso, non importava se si trattasse di Londra, Osaka o Saint Albans, l'atmosfera oppressiva e sconfortante era sempre la stessa. Probabilmente l'ambiente era più allegro in reparti come pediatria, dove la vita nasceva invece di spegnersi più o meno lentamente, ma in quel momento era difficile persino ricordare che esistesse qualcosa oltre la stanza di Nora.

Era passato solo un giorno da quando la ragazza era stata ricoverata, eppure sembravano secoli. Harry non riusciva a pensare al pomeriggio precedente, quando nonna Ashton l'aveva chiamato mentre si trovava da Louis, e realizzare che erano trascorse poco più di ventiquattr'ore da quel momento. In mezzo c'era stata troppa sofferenza, troppo sgomento, troppa angoscia perché potesse trattarsi di così poco tempo. Louis l'aveva abbracciato e tenuto stretto, la notte si era allungata fino ad inghiottire mesi e anni, durante i quali lui non aveva chiuso occhio. Doveva essere stato così, non poteva essere passato solo un giorno.

Di nuovo seduto fuori dalla stanza di Nora, Harry sospirò. Non sapeva quante volte si fosse passato le mani tra i capelli da quando era arrivato, ma era l'unica cosa che poteva fare oltre a camminare avanti e indietro, di tanto in tanto.

Louis e Victoria erano seduti ai suoi lati, Adeena era con Nora, non c'era nessun altro oltre a loro. Joseph era al lavoro, Liam a una lezione pomeridiana del suo corso, nonna Ash era tornata a casa un paio d'ore prima per preparare la cena anche a Joseph e Adeena, in modo che non dovessero mettersi a cucinare. Michael e Luke erano stati lì tutta la mattina fino all'ora di pranzo, per fare compagnia a Nora dopo il piccolo intervento chirurgico che aveva dovuto affrontare, ma alla fine avevano dovuto tornare anche loro ai rispettivi lavori.

Niall e Zayn erano a Londra, e quello era l'unico motivo per cui Louis avesse avuto il permesso di restare a Saint Albans: i suoi compagni di band avevano preso il suo posto allo studio di registrazione, occupandosi di andare avanti con la composizione delle melodie per il nuovo album.
Harry ne era grato, ma sapeva che i due ragazzi avrebbero volentieri mollato tutto per visitare Nora e offrire un po' di sostegno. Gli sarebbe piaciuto averli lì, erano settimane che non li vedeva, e anche se non aveva sentito la loro mancanza tanto quanto quella di Louis, gli erano mancati comunque.

«Ho paura che Nora avrà un attacco di panico.» mormorò in quel momento Victoria, rompendo il silenzio.
Harry e Louis si voltarono a guardarla.
«Quando arriverà la polizia e dovrà raccontare tutto, intendo. È successo già ieri con Adeena, oggi non andrà meglio. È troppo presto.» continuò, passandosi il dorso della mano sulla guancia. Non stava piangendo, ma i suoi occhi sembravano ancora arrossati e gonfi dal giorno prima, la sua carnagione ancora innaturalmente pallida. Le occhiaie erano più marcate, e Harry sapeva di essere nelle stesse condizioni. Per quanto Louis l'avesse tenuto stretto tutta la notte, per quanto avesse passato le mani sulla sua schiena e tra i suoi capelli per calmarlo quando i singhiozzi erano così forti da togliergli il respiro, non era riuscito a dormire neanche un secondo.

«Possiamo darle tempo di parlare e interrompere per lasciarla riprendersi se si sentirà male,» disse Louis, il tono premuroso nonostante la sua voce fosse roca per la stanchezza «Se riesce a dare una descrizione dei colpevoli è già abbastanza, probabilmente, così la polizia potrà iniziare le indagini. Spero non la forzeranno a raccontare tutto quando ci sono già i risultati delle analisi a dimostrare cos'è successo.»

«Non so se ho così tanta fiducia nella polizia...» commentò Victoria «Se avessero preso sul serio il suo caso fin dall'inizio, forse ora non saremmo qui.»
«Lo so,» sospirò Louis «Ma a questo punto non possiamo fare altro che aiutarla e allontanare i poliziotti se inizia a stare male, o possiamo chiedere alla dottoressa che l'ha ricoverata di spiegare l'accaduto al posto suo.»

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora