15. Black out/Inhumanity

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Avviso: nella parte finale di questo capitolo sono presenti descrizioni esplicite di maltrattamento di animali, se preferite non leggere fermatevi ai secondi asterischi e scrivetemi, così vi riassumo quello che succede.

***

Harry stava fissando il vuoto più o meno da dieci minuti, ancora impegnato a riprendersi dall'orribile passeggiata con i paparazzi. Sentiva Zayn, Liam e Niall chiacchierare al suo fianco, sul divano, mentre Louis era seduto sul pavimento della cucina e stava suonando una lenta melodia alla chitarra, le note si disperdevano fiocamente nella stanza prima di arrivare al salotto.

Eleanor se n'era andata, per fortuna, e così anche le due guardie del corpo che li avevano scortati durante l'uscita. Harry era stato così angosciato dai paparazzi da non rendersi conto della presenza di Paul e un altro omone dall'aria truce; solo quando avevano raggiunto la casa di Louis e i fotografi si erano ritirati si era finalmente accorto dei due uomini. Il suo livello d'ansia non era ancora diminuito, comunque, e l'indecisione che gli stritolava lo stomaco non stava migliorando la situazione. Voleva andare a parlare con Louis, ma poteva? Ormai erano passate ore da quando erano arrivati lì, fuori era calato il buio e le voci degli altri ragazzi erano l'unico suono che rompeva il silenzio. Erano passate ore, ed Harry si sentiva ancora sul punto di vomitare il pancreas.

«Lou, cosa vuoi mangiare?» lo riscosse la voce di Niall.
I suoi occhi si spostarono naturalmente verso l'orologio alla parete, che segnava le otto meno un quarto, e si stupì che fosse passato così tanto tempo. Forse aveva fissato il vuoto per un po' più di dieci minuti. Forse aveva fissato Louis che suonava. Forse il suo cervello aveva persino avuto un black-out totale e nessuno se n'era accorto.

«Non so... pizza?» rispose Louis dalla cucina «Lì vicino al tuo culo dovrebbero esserci i volantini dei ristoranti.»
Niall scattò immediatamente a quelle parole, spostandosi contro Harry per scavare tra i cuscini come un cane che cerca un osso. Era abbastanza ridicolo, ma anche comprensibile visto che aveva saltato il suo spuntino pomeridiano. «Questi?» esclamò mostrando al maggiore una manciata di foglietti stropicciati.

«Sì,» annuì Louis. Si alzò finalmente in piedi, poggiando la chitarra sul tavolo e spolverandosi il retro dei pantaloni, poi si stiracchiò ed entrò in salotto per sedersi in braccio a Niall.
Harry lo stava ancora fissando. A quanto pareva il suo cervello aveva davvero avuto un black-out.

«Dividi la pizza con me?» continuò il maggiore, sfiorando il ginocchio di Zayn con la punta del piede.
Il moro annuì, e Niall raccolse velocemente le ordinazioni mentre digitava il numero della pizzeria più vicina. Harry non sentì cosa chiesero gli altri. Si limitò a dire "qualsiasi cosa va bene" e tornò a fissare il vuoto. Beh, il piede destro di Louis, in realtà.
Non sapeva perché fosse così difficile andare oltre quello stupido pomeriggio. Si sentiva così- bloccato, non riusciva a fare niente. E voleva parlare con Louis, ma non sembrava mai il momento giusto. Perché non poteva essere come Liam, che pareva la tranquillità fatta persona?

«Ma secondo voi Harry sta bene o gli si è incantato il disco?» sentì dire da Niall, una decina di minuti dopo la chiamata alla pizzeria.
«Forse è andato in cortocircuito,» scherzò Zayn, mentre «No, ci sta solo ignorando perché non siamo alla sua altezza.» commentò Louis.
Harry riuscì finalmente a spostare lo sguardo sul suo viso, le sopracciglia aggrottate e il senso di vergogna che tornava a riempirgli lo stomaco. «Non è vero,»
«Sicuro? Possiamo continuare a respirare il tuo stesso ossigeno?» ironizzò il maggiore.
«Non molli proprio mai, eh?» ribatté Harry, iniziando a sentirsi esasperato.
«Tu al contrario molli subito.» replicò Louis, e il riccio boccheggiò esitante perché- dannazione, non era bravo in quelle cose botta-e-risposta.

Ci furono lunghi minuti pieni di silenzio, la tensione che aleggiava pesantemente sulla stanza, poi il campanello trillò come un dono del cielo.
«Pizza!» urlò Niall, spostando Louis dal proprio corpo e correndo verso la porta. La sua voce risuonò euforica attraverso l'ingresso, fatta di saluti e ringraziamenti e "Non c'è di che, tieni pure il resto", dopodiché i suoi passi tornarono a infrangere il silenzio del salotto. «Ecco qua, questa è per voi due,» iniziò allegramente, mettendo uno dei cartoni tra Louis e Zayn «Questa è per te,» continuò passandone un altro a Liam «Questa è per Harry, così magari gli si riavvia il sistema,» scherzò consegnando al riccio il terzo contenitore «E queste sono mie.» concluse felicemente, sedendosi accanto a Liam con le sue due pizze.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora