72. For the first time

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«Niall, smetti di toccare in giro e stai seduto.»
«Sono nervoso, okay? Lasciami in pace.»
Zayn alzò gli occhi al cielo, prendendo il biondo per un braccio e facendolo sedere sulla poltroncina al suo fianco. «Nervoso per cosa? Non devi fare niente,»
«Lo so, è solo nervosismo... a caso.» borbottò Niall.

Seduto alla fila di poltroncine di fronte, Harry osservava la scena giusto per distrarsi dalla vicinanza di Louis, accomodato accanto a lui e intento a parlottare con Liam mentre sfogliavano una rivista.
La sala d'attesa in cui si trovavano era ampia e accogliente, le pareti dipinte di un delicato color pesca e le poltroncine blu disposte ordinatamente lungo il perimetro della stanza. C'erano anche due belle piante vicino alla grande finestra che dava sulla strada, e qua e là sui muri erano appesi alcuni quadri floreali. Era un posto che metteva tranquillità.

«Guarda, c'è un articolo su di voi!» lo riscosse la voce di Liam, facendolo sobbalzare un po'.
Harry si voltò a guardarlo, notando la pagina del giornale che stava indicando. Una foto dei No Direction occupava tutta la facciata di sinistra, mentre sulla destra spiccava il titolo "Nuovo album in arrivo!", seguito dalle tre colonne dell'articolo.

«Oddio, hanno scelto la foto in cui sembro ubriaco,» lamentò Louis, prendendo la rivista dalle mani dell'amico «Neil, guarda, tu sembri sul punto di scorreggiare,» rise poi «Mentre Zayn è ovviamente perfetto.»
«Il segreto è fissare il nulla e fingere di essere in spiaggia,» replicò il moro, mentre Niall si sporgeva a guardare la foto e finalmente ridacchiava un pochino, parendo più rilassato.
Louis non sembrava per niente ubriaco, secondo Harry, ma probabilmente il maggiore aveva solo voluto scherzare per alleggerire l'atmosfera, e perciò non disse nulla.

Forse in un altro momento avrebbe fatto una battuta, ma si sentiva ancora a disagio per come stavano andando le cose tra lui e Louis e non sapeva bene come comportarsi.
Erano passati sei giorni da quando si erano baciati (da quando Louis l'aveva baciato, in realtà), e non aveva idea di quale fosse la loro relazione, a quel punto.
Avevano passato ancora tempo insieme - erano usciti a pranzo, avevano guardato un paio di film a casa di Louis -, ma il maggiore non aveva detto nulla riguardo il bacio e non si era più avvicinato abbastanza da lasciar intendere di volerne un altro, e così Harry si era limitato a godersi le ore che potevano trascorrere insieme, anche se si sentiva terribilmente confuso. E anche se sognava di baciare Louis ogni notte.
Forse era un po' disperato.

«Siamo sicuri di essere qui all'orario giusto? Dovrebbe essere già arrivata-» esordì in quel momento Niall, ma non fece in tempo a concludere la frase che la porta si aprì, facendo entrare una ventata d'aria e il rumore delle auto.
Harry, Louis e gli altri tre ragazzi si voltarono verso l'entrata, e Victoria li guardò a sua volta, ferma sulla soglia.

«Ho- uhm, ho sbagliato indirizzo?» balbettò la ragazza, evidentemente spaesata, lanciando uno sguardo alla targa attaccata alla porta. La scritta "Dott. F. Lloyd" sembrò rassicurarla un pochino, e tornò a guardare i ragazzi con aria confusa.

«No, no, sei nel posto giusto,» si affrettò a rispondere Liam.
La ragazza emise un "oh" sorpreso, richiudendo la porta e avanzando lentamente nella sala d'attesa. «Quindi andiamo tutti dallo stesso psicoterapeuta?» provò a scherzare.
«No, siamo...» Liam s'interruppe per lanciare un'occhiata agli amici, poi proseguì, il tono dolce e solo un po' esitante. «Siamo venuti qui per te. Per farti compagnia.»

Victoria sembrò presa in contropiede, le sopracciglia aggrottate mentre si fermava a qualche passo di distanza da loro.
«Abbiamo chiesto a tua mamma quando saresti venuta qui, e abbiamo pensato di farti una sorpresa,» intervenne Zayn «Dato che è la tua prima seduta e... non volevamo lasciarti da sola.»

«Oh,» espirò piano Victoria, di nuovo. La sua fronte si distese un po' mentre abbassava lo sguardo, le mani aggrappate alla tracolla della sua borsa gialla come se avesse bisogno di un appiglio di fronte a quella situazione. Non sembrava arrabbiata o infastidita, ma neanche troppo felice. «Non- non me lo aspettavo. Non mi aspettavo che ci sarebbe stato qualcuno qui. Uhm... per me.» mormorò dopo un attimo «Forse sarebbe meglio se fossi da sola. Non- non so come andrà.»

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora