Tutto era silenzioso quando Harry si svegliò, poco dopo mezzogiorno. La luce grigia filtrava attraverso le tende bianche e diffondeva la sua delicata luminosità su ogni cosa che toccava, sfiorando i mobili e il pavimento, insinuandosi tra le pieghe della coperta e creando ombre dove non riusciva ad arrivare.
A dire la verità, il riccio non si era nemmeno accorto di essersi addormentato. L'ultima cosa che ricordava era di aver tenuto Louis abbracciato dopo aver bevuto il tè, verso le dieci e mezza, quando entrambi erano troppo demoralizzati per parlare o fare qualcosa. Poi, nient'altro.Fu quando percepì il materasso freddo dove avrebbe dovuto esserci Louis che si svegliò del tutto, sollevandosi sui gomiti per controllare meglio la stanza.
«Lou?» chiamò, schiarendosi la voce quando uscì troppo roca. Si alzò lentamente, rabbrividendo nel lasciare il calore delle coperte e fermandosi brevemente in bagno per fare pipì prima di uscire in corridoio, indeciso su quale stanza controllare per prima.«Troveremo una soluzione, non devi preoccuparti di nulla. Non andiamo da nessuna parte senza di te,» giunse in quel momento dallo studio, la voce così distante che Harry quasi faticò a sentirla. La seguì fino alla porta alla sua destra e si fermò lì, perché Louis era seduto sulla poltroncina davanti alla finestra, lo sguardo rivolto all'esterno e le ginocchia tirate al petto, il cellulare premuto contro l'orecchio. Le sue sopracciglia erano un po' corrugate, le dita della mano libera ricalcavano le cuciture dei pantaloni, e tutto nella sua postura faceva capire che non era tranquillo. Ad ogni modo, era meglio aspettare che finisse la telefonata prima di intervenire.
«Zay, non dire stronzate, sai che non è così.» riprese Louis «Ehi, ci penserò io, d'accordo? Tu dammi i risultati degli esami e parlo io con gli stronzi. Anzi, dammi anche quelli degli ultimi tre mesi. Fanne le fotocopie se te la senti, altrimenti le faccio io domani; non voglio che si tengano i documenti originali.» S'interruppe, lo sguardo che si spostava sulle sue ginocchia mentre ascoltava la risposta di Zayn. «Lo so,» sospirò poi «Ci andremo insieme, tanto devo fare anch'io un'altra visita. Sistemeremo tutto un po' alla volta, okay? E smetti di dire che sei un peso per la band.» Altra pausa, le sue sopracciglia erano un po' meno corrugate. «Va bene, ricordati almeno di bere dell'acqua. Cerca di riposare, se non riesci a dormire chiama Niall e fatti cantare una ninna nanna.» proseguì, le labbra che si stendevano in un accenno di sorriso «Ti voglio bene anch'io, Bradford.»
Il cuore di Harry si strinse un pochino a quello, perché l'affetto era così chiaro nel tono di Louis, e assistere alla sofferenza di Zayn doveva essere terribile. Era terribile persino per lui che conosceva il moro solo da un paio di mesi, non riusciva a immaginare come dovesse sentirsi Louis.
Sobbalzò quando si accorse che il maggiore aveva concluso la telefonata e si stava alzando in piedi, la prima cosa che gli venne in mente fu correre in camera e così lo fece, sgattaiolando via il più silenziosamente possibile per non farsi scoprire. Balzò sul letto non appena lo raggiunse e si infagottò velocissimo nelle coperte, fingendo di sbadigliare quando Louis entrò nella stanza. Le sue abilità recitative stavano migliorando.«Ehi,» lo salutò a bassa voce Louis, il sorriso dolce mentre tornava sulla sua metà di materasso. I suoi occhi erano ancora velati di preoccupazione, distratti da altri pensieri, ma si accoccolò comunque sotto le coperte e contro il fianco del riccio.
Harry lo osservò in silenzio per un attimo. Poteva quasi vedere il suo cervello affannarsi dietro ogni idea e considerazione che gli passava per la testa, alla ricerca delle soluzioni che gli servivano, ma il suo viso era marcato dalla stanchezza e, semplicemente, non poteva continuare così. «Lou,» chiamò quindi, con delicatezza.Il maggiore lo guardò, un po' spaesato.
«Stai pensando troppo, non ti fa bene.»
«Pensare non fa bene? È questa la tua filosofia di vita?» provò a scherzare Louis, un accenno di divertimento finalmente visibile nella sua espressione «Spiega molte cose, sai?»
Harry alzò gli occhi al cielo. «Non fare l'idiota, sai cosa intendo. Non puoi preoccuparti per ogni cosa. E non puoi occuparti di tutti. I medici ti hanno appena detto che le tue difese immunitarie sono indebolite perché sei troppo affaticato, devi prenderti una pausa.»
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Never in My Heart || L.S.
Fanfiction"Non- non è come sembra..." "Liam, stavi pomiciando con la versione cuscino di Zayn Malik." Liam Payne ha una cotta imbarazzante per la boy band No Direction, Harry preferirebbe una vasectomia a un loro concerto. In qualche modo, però, finisce in m...