53. The skies are blue, haven't been for a while

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Piccolo avviso: controllate di aver letto il capitolo precedente prima di leggere questo, perché l'altra volta wattpad mi aveva dato parecchi problemi e non so se la notifica era arrivata a tutti.
Enjoy

***

Quando Zayn aprì gli occhi, ci vollero diversi istanti prima che l'ambiente intorno a lui smettesse di sembrare confuso e fuori fuoco. Per alcuni lunghi attimi si chiese dove fosse, la sua mente troppo offuscata per ragionare rapidamente, i suoi pensieri lenti e vischiosi. Vaghi ricordi gli balenarono davanti agli occhi, e poi tutto iniziò a calmarsi.
Ricordava il modo in cui Louis l'aveva stretto e aiutato, ricordava i volti dei paramedici affrettarsi intorno a lui, i movimenti dell'ambulanza, l'odore di disinfettante a coprire quello del vomito e del sangue, le luci dei corridoi, le voci di infermieri e dottori.
Gli era successo lo stesso anche il giorno prima, quando si era svegliato nella stessa stanza d'ospedale in cui si trovava ora, e lo preoccupava un po' il modo in cui la sua mente non sembrasse riprendersi in fretta.

L'unica cosa più demoralizzante di svegliarsi e non sapere dove fosse per mezzo minuto abbondante era dover restare a letto tutto il giorno, con la televisione come unica compagnia. La stanza era bianca e vuota, provvista solo dello stretto necessario, e il giorno prima si era annoiato così tanto che aveva finito per addormentarsi alle cinque di pomeriggio. Non sapeva nemmeno se i ragazzi fossero passati a trovarlo, quindi il suo stato d'animo non era dei migliori. Per la verità, aveva abbastanza voglia di seppellirsi sotto le coperte e piangere un po' per liberarsi della tristezza che lo schiacciava. Era come un macigno al centro del suo petto, gli rendeva difficile persino respirare.

Stava giusto per tirare le coperte sopra la testa e richiudere gli occhi quando la porta si socchiuse e il viso di Niall sbirciò all'interno della stanza, gli occhi azzurri sgranati come per raccogliere più particolari possibili dell'ambiente circostante.
«È sveglio?» bisbigliò la voce di Liam, alle sue spalle, seguita da un «Non entrare se sta dormendo.» che era sicuramente Louis.

Niall non prestò attenzione a nessuno dei due e spalancò completamente la porta, sorridendo con gioia e allargando le braccia anche se era ancora troppo distante per raggiungere il moro. «Indovina chi è venuto a trovarti?» esclamò felicemente.
«Nialler,» sorrise Zayn, cercando di trasmettere lo stesso entusiasmo anche se la sua voce era tremendamente arrochita.
Sembravano passati secoli dall'ultima volta che l'aveva usata, e forse era davvero così.

Liam e Louis sbucarono in quel momento dalla porta, spingendosi l'un l'altro per passare per primi e seguiti da Harry che stava alzando gli occhi al cielo, anche se la sua espressione era evidentemente intenerita. A quel punto Niall l'aveva già raggiunto, comunque, e per qualche attimo non riuscì a vedere altro perché il biondo si era praticamente spalmato su di lui per abbracciarlo.

«È bello vederti sveglio,» sorrise Niall contro la sua spalla, poi si distaccò per guardarlo come se non riuscisse a credere che il moro stesse davvero bene.
Zayn sorrise istintivamente.
«Ciao,» farfugliò in quel momento Liam, le guance delicatamente arrossate mentre si avvicinava, ma l'attimo dopo Louis gli circondò il busto con le braccia e lo spostò da parte per arrivare da Zayn, abbracciando cautamente il moro e poi stringendolo più forte quando si accorse che non gli stava facendo male.

«Ehi-» protestò Liam, ma Louis non lo badò neppure.
«Mi hai fatto spaventare a morte.» sussurrò invece contro l'orecchio dell'amico, e Zayn avvolse strettamente le braccia al suo corpo per rassicurarlo.
C'era un nodo di preoccupazione e senso di colpa alla bocca del suo stomaco, ma cercò di ignorarlo.
«Lo so, Lou, mi dispiace tanto.» mormorò in risposta.
«Non devi scusarti, non è colpa tua, solo- ho avuto paura.»

Zayn annuì nell'incavo del suo collo, continuando a tenerlo stretto finché non sembrò sentirsi meglio. Dopo di lui ebbe l'occasione di abbracciare anche Liam e Harry, e infine i ragazzi si sistemarono tutti intorno a lui per chiedergli come fossero andati quei primi due giorni, se i medici lo stessero trattando bene, se il cibo fosse abbastanza decente. Zayn rispose a tutto sforzandosi di sembrare il più sereno possibile, ma era complicato dimenticare la sensazione di nausea che lo perseguitava e il sapore acido del vomito che pareva impresso nella sua bocca. Era complicato anche stare seduto dritto, a dire la verità, perché tutto il suo corpo lo stava pregando di raggomitolarsi sotto le coperte e restare fermo finché il senso di vergogna non fosse sparito, ma i ragazzi erano venuti fin lì per lui, e non voleva essere maleducato.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora