12. Truth and Fiction (Part II)

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Harry non riusciva a capire cosa fosse la sensazione di inquietudine nel suo stomaco. Non vedeva Louis da due settimane e i No Direction erano ufficialmente usciti dalla sua vita, proprio come aveva sempre desiderato, eppure non si sentiva bene come aveva immaginato.
Tutto pareva tornato come prima del ventotto settembre, quando lui e Liam erano stati al concerto di Londra, ma allo stesso tempo... tutto era diverso.

Era diverso nel modo in cui Liam riguardava nostalgicamente i video della band, era diverso nel modo in cui la routine sembrava improvvisamente innaturale. Era diverso nel modo in cui la casa pareva vuota senza il carattere vivace di Niall, la voce calma di Zayn, l'incredibile personalità di Louis.
Tutto era strano, come se mancasse qualcosa.

«Sei sicura che un cane adulto sia una buona idea?»
«Ma guardali! Sono così tristi qui dentro, dobbiamo portarne uno a casa. I cuccioli li adottano tutti.»
Harry si riscosse alle voci della coppia alle sue spalle, finì di riempire d'acqua le ciotole dei cani e poi si riavvicinò per sentire cosa i due stessero decidendo.

Sembravano una coppia carina, in verità: non dovevano superare la trentina d'anni, lui era alto e piuttosto serio, lei minuta e con una parlantina sufficiente per entrambi.
Erano entrati al canile circa mezz'ora prima, ed Harry li aveva lasciati soli dopo averli accompagnati attraverso tutte le sezioni. Sapeva che avrebbero avuto bisogno di tempo e privacy per decidere, per questo si era allontanato, occupandosi degli animali come al suo solito.

«Puoi darci un consiglio?» gli chiese la giovane, voltandosi a guardarlo ma rimanendo accucciata. Al suo fianco, il suo compagno era impegnato a fare amicizia con uno dei cani, producendo versetti strani e attirandolo con piccole carezze dietro le orecchie.

Harry si sedette a terra vicino a loro, infilando una mano tra le sbarre della gabbia quando Penny si avvicinò per un po' di coccole. «Beh, i cuccioli sono impegnativi, hanno bisogno di attenzioni e se non passate molto tempo a casa forse non sono l'opzione migliore.» spiegò «Gli adulti sono più indipendenti, ma essendo grandi hanno un carattere già formato, che potrebbe non adattarsi bene con il vostro. Ci sono pro e contro in entrambi i casi. A mio avviso vi conviene prendervi un po' di tempo per conoscere i cani che ci sono qui, e cercare di capire quale si trova meglio con voi.» concluse stringendosi nelle spalle «Potete restare quanto volete, il canile chiude alle sette e mezza.»

La donna annuì pensierosa, scambiando uno sguardo con il compagno. «Lei è... Penny, giusto?» chiese poi, indicando il pastore tedesco che Harry stava accarezzando.
«Sì, ha cinque anni ed è molto buona, fa amicizia abbastanza facilmente. È sempre un po' guardinga per via dei suoi precedenti padroni e per lo stress del canile, ma appena inizierà a conoscervi sarà molto più affettuosa.» raccontò il riccio, sorridendo dolcemente quando Penny gli leccò la mano. Passava così tanto tempo con i cani che era difficile non sentirsi legato a loro, e anche se era sempre felice di vederli trovare una casa, sentiva ogni volta una stretta allo stomaco perché gli sarebbero mancati. Si affezionava, non poteva farci niente.

«Si vede che ci tieni, che qui dentro trattate bene gli animali. È il canile migliore che abbiamo visto.» sorrise la donna.
Harry sorrise a sua volta, intenerito dal sentirla parlare al plurale, come se lei e il suo compagno fossero un'entità unica. Erano davvero una bella coppia. «Beh, lavoriamo parecchio,» si schermì «Adesso abbiamo un po' meno personale, ma durante l'estate arrivano molti volontari dalle scuole. È sempre bello vedere tanta gente riunirsi per gli animali, dà fiducia nell'umanità, in un certo senso.»

La donna annuì, sorridendo, ed Harry si rimise in piedi perché in realtà il suo turno era finito da dieci minuti. Salutò la coppia, assicurando che sarebbe arrivato subito qualcuno a sostituirlo, poi controllò che tutti gli altri cani stessero bene e lasciò la sezione, tornando all'edificio principale.
Non vedeva l'ora di essere a casa; avrebbe bevuto cioccolata calda e finto che la sua vita stesse andando nel verso giusto.
Certo, se Nick non fosse comparso improvvisamente davanti a lui.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora