23. I'm gonna dream of how you (tasted)

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Era pomeriggio inoltrato quando Louis e Harry si svegliarono, e, onestamente, era stato un errore addormentarsi senza prima darsi una pulita. Ora si trovavano appiccicosi e sporchi, ancora uno sull'altro mentre si stiracchiavano pigramente e notavano la luce fioca intorno a loro, la confezione dei preservativi mezza schiacciata e il lubrificante rotolato ai piedi del letto.

Louis si sollevò lentamente, arruffato e ancora un po' insonnolito, ed Harry cercò di imitarlo perché aveva davvero bisogno di una doccia.
Si bloccò l'attimo dopo, comunque, quando si accorse di quanto dolorante fosse il suo sedere. «Cazzo,» lamentò, aggrappandosi alla mano di Louis perché era la cosa più vicina.
Il maggiore lo guardò confuso per un momento, poi sembrò capire e si spostò per aiutarlo ad alzarsi. «Male?» chiese, sorridendo come un idiota.

Harry roteò gli occhi, appoggiandosi a lui e lasciandosi accompagnare in bagno. «Sei un idiota.»
«Se ti consola a me è tornato il mal di gola,» replicò Louis, e, in effetti, la sua voce era più rauca rispetto ad alcune ore prima.
«Non è meglio andare in farmacia e chiedere se c'è qualcosa che può aiutarti? Non guarirai a forza di latte e miele,» rifletté il riccio, aspettando che Louis accendesse la stufetta elettrica prima di entrare nella doccia.

Il maggiore lo seguì subito dopo, regolando l'acqua perché fosse abbastanza calda da far sparire i brividi sulla loro pelle. «Okay,» espirò sottovoce, e sembrava così tranquillo e in pace che Harry voleva solo abbracciarlo e tornare a letto, restando lì finché il suo corpo non avesse smesso di sembrare fatto di gelatina. Era davvero tanto rilassato, non sapeva nemmeno come riusciva a stare in piedi, al momento. Ma ancora, la sua mente era troppo vuota per pensarci.

«Posso lavarti i capelli?» mormorò Louis, ed Harry annuì all'istante, chiudendo gli occhi quando il maggiore controllò la temperatura dell'acqua e iniziò a bagnargli la testa, le mani delicate sulla sua cute.
Pensandoci un momento, forse accettare non era stata l'idea migliore. Aggiungere qualcosa di così calmante al suo stato di gelatina felice l'avrebbe probabilmente fatto sciogliere.

Mugolò inconsciamente quando Louis prese a massaggiargli la cute con lo shampoo, inclinando indietro la testa e abbandonandosi alla sensazione, le braccia dimenticate lungo i fianchi e piccoli brividi piacevoli che si rincorrevano lungo la sua schiena, e trattenne per un attimo il respiro quando Louis passò a lavargli anche il resto del corpo. Le sue mani erano calde e scorrevano alla perfezione, il bagnoschiuma profumava di vaniglia, il vapore che li avvolgeva rendeva tutto così irreale, sembrava di trovarsi in un sogno.

Se Harry avesse potuto fermare il tempo in un momento qualsiasi della sua vita, l'avrebbe fermato lì, con gli occhi calmi di Louis fissi su di lui e le sue mani attente che lo accarezzavano. Il suo cuore batteva così forte che poteva sentirlo bruciare.

«Ecco qua, tutto pulito,» sussurrò dolcemente Louis, sporgendosi a baciarlo quando fu sicuro di aver sciacquato via tutto il sapone.
Harry lo trattenne, portando le mani ai lati del suo viso mentre leccava lentamente nella sua bocca, amando il modo in cui le loro labbra si adattavano e le loro lingue si incontravano per accarezzarsi pigramente. La sua mente era completamente annebbiata quando si distaccarono, si sentiva così senza fiato, quasi gli girava la testa per il battito troppo rapido del suo cuore.

«Adesso facciamo cambio,» mormorò, prendendo il bagnoschiuma e inginocchiandosi con cautela. Il pavimento della doccia era un po' scomodo, ma smise di pensarci e si prese il suo tempo per lavare i piedi di Louis, risalendo con calma lungo le sue caviglie, i polpacci, le ginocchia e le sue meravigliose cosce. Si perdeva sempre un po' davanti alle gambe di Louis, perché erano così toniche, i muscoli perfettamente sviluppati sotto la pelle morbida e, davvero, non avevano neanche un minimo difetto.

Sentì Louis inspirare bruscamente quando passò le mani lungo l'interno delle sue cosce e fino all'inguine, salendo ancora per masturbarlo lentamente, accarezzargli i testicoli, spingersi tra le sue gambe per passare delicatamente le dita contro la sua entrata, solo per fargli conoscere la sensazione. Alzò lo sguardo per guardarlo cercare un punto d'appoggio, e si sollevò un pochino per far scorrere le mani sulle sue natiche. Il sapone gli rendeva le dita scivolose, ma strinse comunque la presa prima di massaggiargli la parte bassa della schiena e i fianchi, passando poi alla pancia.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora