CAPITOLO 1.

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Barcellona, 14 settembre 2018.

Carol's pov:
<<Prova solo ad oltrepassare quella porta e per i tuoi genitori non esisterai più>> fu questo il commiato severo di mio padre quella mattina. <<Fred, calmati, per favore>> intervenne mia madre, cercando di placare le acque. <<Tesoro, tu sai che ti ho sempre sostenuto in ogni tua decisione, ma trasferirsi così lontano, a New York, per frequentare un'accademia... È un po' folle, riflettici>>. Céline era sempre stata così: calma, ragionevole, capace di trovare una via d'uscita pacifica anche nelle situazioni più difficili. Era anche fin troppo buona, a volte, tanto da perdonare continuamente mio padre, nonostante le sue mancanze e i suoi momenti di rabbia. <<Carol, ascolta tua madre>>,continuò rivolta a me. <<Cerco solo di proteggerti. Non voglio che finisca male>>.Poi arrivò lui, con la sua rabbia, la sua frustrazione. <<Carol, hai diciassette anni ma sembri ancora una bambina. Non puoi andare così lontano, per fare il poliziotto poi... Ridicolo>>. Le sue parole mi colpirono come tante altre volte. Ero stanca di subirlo, di sopportarlo. Presi fiato, mi avvicinai a mia madre, sussurrando con determinazione: <<Mamma, so che hai paura. Farò tutto ciò che posso per portarti via da qui>>.Mi voltai verso mio padre, che per anni era stato il mio eroe, ora la causa del mio dolore. <<Papà, ho diciassette anni. Dopo tutto quello che mi hai fatto, credo di poter decidere per me stessa. Me ne vado a New York. Non sarai tu a fermarmi...>> Non riuscii a finire la frase. Uno schiaffo mi colpì in pieno volto. Non era la prima volta, ma questa volta qualcosa era diverso. Ero determinata a cambiare, a rinascere. Mi preparai a lasciare tutto alle spalle, a indossare una maschera di indifferenza, a proteggermi dagli altri. <<Sai una cosa, Fred...>> la mia voce tremava, ma non potevo trattenermi più a lungo. <<...Perché non te ne vai a fanculo?>>. Prima che potesse reagire, ero già in piedi, valigia e biglietto aereo in mano. Baciai mia madre e chiusi la porta con forza alle mie spalle, mettendo fine a un capitolo della mia vita. Un capitolo che, in realtà, non si chiuse mai del tutto...

Barcellona, 14 settembre 2018.

Blanca's pov:

<<Ma buongiorno mondo!>> esclamai sottovoce alzandomi dal mio comodissimo e caldissimo letto. La fievole luce del sole, appena sorgente, illuminava debolmente la mia enorme stanza. Uscii sul balcone e presi un bel respiro, godendomi per l'ultima volta la bellezza di una Madrid ancora dormiente. Beh, certo, chi vuoi che sia sveglio alle cinque e mezza del mattino, pensai mentre mi dirigevo in bagno per farmi una bella doccia calda, con in sottofondo "High Hopes" dei Panic! At The Disco. Per una che si svegliava prima dell'alba per prepararsi ad affrontare un giorno molto importante, potevo apparire come una ragazza super puntuale e fissata con la perfezione; in realtà, era l'esatto contrario... Forse una delle persone più disordinate dell'intero Pianeta e, nonostante avessi preparato due intere valigie di vestiti, il mio armadio sembrava mezzo vuoto, costringendomi ad optare per un outfit casual: un total black accompagnato dalle mie amatissime dr. Martens. Passai poi al trucco, limitandomi a una sottile striscia di correttore sotto le occhiaie dovute alla scarsa notte di sonno, un po' per l'emozione e un po' per l'ansia dell'indomani. Scesi le scale per andare in sala pranzo a fare colazione con i miei genitori e mio fratello... La peste di casa, oserei dire. <<Buongiorno amore, pronta per vivere il tuo sogno?>> domandò mio padre con un sorriso a trentadue denti. <<Certamente, lo chiedi anche?>> risposi lasciando un bacio sulla guancia ad entrambi i miei genitori. <<Ehi, guarda che esisto anche io!!>> mi urlò imbronciato il piccolo marmocchio. Feci colazione con i miei soliti pancake alla nutella e frutti di bosco, diedi un'ultima sistemata ai capelli e al make-up, salutai la mia amatissima camera e infine anche la mia famiglia, prima di avviarvi verso l'aereoporto. <<Buon viaggio tesoro, mi raccomando stai attenta. Chiamami appena arrivi, la sera prima di andare a dormire e la mattina appena sveglia. Vieni qui piccolina mia, mi mancherai tantissimo.>> disse mia madre stritolandomi in uno dei suoi soliti abbracci. <<Sì mamma, però per favore non piangere altrimenti piango anche io e addio mascara perfetto>>. <<Tesoro, lo sai molto bene che avremmo tanto voluto accompagnarti ma il lavoro ci chiama. Ti voglio molto bene>> continuò poi mio padre. <<E tu che fai, non mi abbracci?>> domandai a mio fratello, dopo essermi staccata da mio padre. Lui, senza parlare e con le lacrime agli occhi, prese una rincorsa saltandomi al collo e abbracciandomi forte come non aveva mai fatto prima, nemmeno quando la notte faceva gli incubi e voleva che lo abbracciassi per proteggerlo dal "mostro cattivo". <<Io non voglio che tu te ne vada via>>, <<Piccolino, ti prometto che tornerò presto, prima di quanto tu possa credere>>. <<Promesso?>> chiese ancora senza muoversi di un centimetro. <<Promesso>>. Terminati i saluti di addio, lasciai con non poca tristezza quel bellissimo attico bianco che mi aveva vista crescere, ridere di gioia, piangere di dolore, dare il primo bacio e molto altro. Salii nell'auto, pronta per partire e finalmente realizzare i miei due sogni fin da bambina: andare a vivere a New York e diventare una negoziatrice della polizia.

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*SPAZIO AUTRICE*

Ecco a voi il primo capitolo, spero vi piaccia. 

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Many kisses to all. ^.^

M. 💛

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora