CAPITOLO 30.

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New York, 3 novembre 2018..


Carol's pov:

Quella tortura fu interminabile.

Finalmente soddisfatti, lasciarono il mio corpo ormai indolenzito e andarono via, contenti del lavoro che avevano fatto.

Non sentivo più le gambe e ogni mia membra tremava.

Questa volta fu diverso dalle altre, quando mi violentava Fred, avevo iniziato a riconoscere i suoi ritmi, è orrendo da dire, ma sapevo quando avrebbe smesso, quanto mi avrebbe fatto male, ormai lo conoscevo.

Ma adesso non era lui. Mi avevano aperto la porta cinque omoni sudati e avevano fatto di me un pasto squisito da assaporare pezzo dopo pezzo.

Ero stata costretta a soddisfare i bisogni umani contra la mia volontà per cinque volte nel giro di un'ora.

Quando finalmente lasciarono la stanza, mi ranicchiai portandomi le ginocchia al petto.

Non versai nemmeno una lacrima, non ci riuscivo.

Ormai ero diventata un automa, priva di qualsiasi emozione.

Non provavo dolore, rabbia, paura... Nulla.

Non avevo neanche più la forza e la voglia di ammazzare il figlio di puttana che mi aveva ridotta così.

Ero vuota, spenta... Desideravo solo che tutto finisse, che trovassi quella pace che si può ottenere in un solo modo.

Ero ritornata la Carol stronza, insensibile, fredda e acida di tre mesi fa.

La Carol che nonostante provava qualcosa di forte per la magnifica ragazza dallo sguardo penetrante e i boccoli dorati, ormai non riusciva neanche più ad amare, a voler bene qualcuno.

<<Allora... Devo dire che hai fatto un ottimo lavoro, i miei clienti se ne sono andati davvero soddisfatti, questo ti è bastato per farti capire di non dover più cercare di fare la donna forte ragazzina?>> esclamò Fred ritornando da me, tutto sorridente e con in mano uan mazzetta da cinquanta dollari.

Non risposi, mi limitai a guardarlo. Avevo uno sguardo freddo, impassibile...

<<Ti lascio a dormire qui, solo perché sono stanco per legarti giù... Quindi ritieniti fortunata>> continuò togliendomi le manette e uscendo dalla stanza, chiudendo a chiave la porta.

Finalmente avevo le mani libere e dopo essermi avvolta nel piumone per smettere di tremare, mi addormentai sperando solo di non risvegliarvi più in quell'incubo.

Blanca's pov:

New York, 6 novembre 2018.

Erano passati sei giorni ormai da quando Carol era scomparsa.

Non passava notte in cui io non piangessi, svegliandomi nel cuore di colpo e trovando lo spazio accanto a me vuoto.

Non c'era giorno in cui non mi mancava, la sua risata che mi migliorava la giornata, i suoi abbracci che mi riempivano di gioia, i suoi baci... Le sue calde labbra posate sulle mie.

Dalla mattina dopo Halloween, denunciai la sua scomparsa e Martinéz, che oltre ad essere il nostro professore di negoziazioni era anche un ispettore, avviò subito le ricerche.

Decise di seguire il caso direttamente dall'Accademia.

Avevamo a disposizione una stanza per seguire le indagini, come in commissariato.

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora