CAPITOLO 33.

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New York, 6 novembre 2018.

Carol's pov:

Avete presente quando lottate tanto per ottenere ciò che volete, ma alla fine non ci riuscite?

Si arriva alla consapevolezza che ormai non c'è più nulla da fare, o che a volte è troppo tardi, non si può più tornare indietro, che si è giunti alla fine della corsa.

Però sei comunque felice di vedere che nonostante tu ti sia arresa, tutte le persone che ami di più siano lì con te e continuino a lottare.

Lottare contro cosa?

Contro l'eterno nemico della perfezione, il tempo.

Inizi a pensare che nessuno debba essere triste, perché anche se è la fine di un qualcosa, quello è anche l'inizio di molte altre vite.

Capisci che tutte le persone che ti hanno resa veramente felice, meritano di vivere mille volte meglio di quanto abbiano già fatto.

Che loro sono state i tuoi angeli custodi per molto tempo, e ora tocca a te ripagare il bene che ti hanno fatto proteggendoli.

Si arriva a capire che sarà difficile, ma ce la faranno, si supererà tutto.

Perché sono forti, sono sempre stati forti.

Alla fine arrivi a conoscere anche realmente te stessa e capisci che non sei una che preferisce rimanere in gabbia, legata, ferma.

No, sei una che scappa e quando non può scappare il tuo corpo, speri almeno che lo faccia la tua anima.

Si poteva racchiudere in questo tutto quello che stavo pensando mentre ero lì, tra le braccia dell'unica persona che avrei voluto al mio fianco per sempre.

*Un'ora prima...*

Stavo riposando in camera, l'unica cosa che mi piaceva tra tutte le condizioni di quel cretino.

Tutto era tranquillo, lui per i fatti suoi e io a pensare al nulla fissando il soffitto.

Quando ad un tratto sentii un rumore assurdo in salotto che mi fece sobbalzare.

Mi alzai di scatto per andare a controllare ma mi ricordai che Fred aveva chiuso a chiave la porta.

Mi avvicinai per origliare, perché sentii delle voci e la riconobbi subito.

Ce l'aveva fatta, era riuscita a trovarmi.

Sentivo il cuore esplodermi dalla gioia, ma anche dalla paura... Erano da soli, solo lei e lui.

Ora l'unica cosa che dovevo fare era trovare un modo per aprire quella cazzo di porta.

Andai in bagno per cercare qualcosa con cui smanettare la serratura, ma nulla.

Alla fine la aprì con una carta di credito che trovai in un cassetto.

Quando riuscii finalmente ad uscire mi ritrovai davanti ad una scena bellissima.

Fred bloccato da Blanca, senza possibilità di difendersi.

Non avevo mai visto questo lato della mia ragazza prima d'ora, ma devo dire che non mi dispiaceva affatto.

Farla pagare a quel verme schifoso era quello che più desideravo al mondo.

Avrei voluto che il mondo si fermasse in quel momento, mi sarei voluta fiondare tra le braccia della mia bionda e recuperare tutto il tempo perso.

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora