CAPITOLO 58.

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New York, 10 novembre 2018.

Blanca's pov:

<<Quattro chiacchiere... Mi piace, di cosa vogliamo parlare?>> esclamò divertito.

<<Ma per favore, chiudi questa cazzo di bocca... Idiota>> sbuffò Alejandro che si sedette sulla scrivania, accanto a me.

<<Fred Marteens... Freddezza emotiva, narcisismo compulsivo, tratti psicopatici... Un vero gioiellino>> esclamai appoggiando sul tavolo il fascicolo su di lui, che avevo gentilmente sottratto a Martinéz.

<<È solo una diagnosi scritta da un perito inesperto che non ha nemmeno avuto l'onore di parlarmi, ma ti assicuro che sono molto più divertente di quanto c'è scritto lì>> commentò sorridendo beffardamente.

<<Mh fico... Certo, uno psicopatico può essere divertentissimo>> ribattei e Alejandro sorrise divertito.

<<Io credo che se dovessero mai farlo, anche il tuo profilo sarebbe molto interessante>> continuò poi squadrandomi dalla testa ai piedi.

<<Ah sì e secondo te cosa si direbbe del mio profilo?>> domandai curiosa, togliendo il cappotto e sedendomi dietro la scrivania.

<<Che sei solo una crocerossina, che si lega a persone con una storia difficile, le idealizzi e poi a poco a poco, il bene che fai te lo ritornano su per il culo... E tu ci stai male, dopodiché ti usano e ti manipolano, fino a quando non finirai per rinunciare al tuo istinto... Eh ispettore?>> affermò e il mio sguardo divenne duro.

Ma non sei tu quella che manipolava le persone, ora si sono invertiti i ruoli?...

<<Il giorno in cui io rinuncerò al mio istinto, vorrà dire che staranno per chiudermi in una bara, per seppellirmi sotto terra>> sentenziai orgogliosa.

<<Parlando di storie difficili, tu ne hai da raccontare vero? Già... Padre sempre sbronzo, che maltrattava la moglie e picchiava il figlio... Una madre sempre presente, assillante, un'infanzia e un'adolescenza in completa solitudine, la maledizione di essere sempre il ragazzo problematico ma bello, quello sempre silenzioso, ma che pensava a mille modi per vendicarsi di qualcuno che gli faceva un torto... Che vita complicata, sì, ho proprio una calamita... Attiro tutta gente problematica, tu ne sei il classico esempio>> lo zittii, colpendolo nel suo punto debole.

Era questo il bello di negoziare, rigirare le frittate, sapendo di avere il coltello dalla parte del manico.

<<Ora passiamo ad altro>> cambiai argomento, aprendo il fascicolo.

Lo stesso fascicolo che la centrale di New York si era fatto inviare da quella di Madrid.

Lì c'era di tutto, le sue impronte, le sue foto... Sì, era finito in galera per l'appartenenza di un bordello illegale, ma era stata pagata la cauzione.

<<Ottantaquattro... Con quello che c'è qui dentro, quando uscirai dal carcere, avrai ottantaquattro anni, Carol cinquantadue, Céline ottanta...>> iniziai a parlare ma venni bloccata.

<<Smettila... La richiesta della pena, spetta al giudice non a te, e anche se Carol non è mia figlia, io sono ancora il suo tutore legale, quindi l'istruttoria è ancora valida e quella... Sta al giudice dichiararla>> riuscì a stupirmi.

Per quanto fosse odioso, quel figlio di puttana era troppo intelligente... Sapeva troppe cose.

<<Siccome sai così tante cose, saprai anche che il giudice e l'istruttore, decidono in base a quello che viene scritto nei verbali... E ci posso mettere... Quello che voglio. Tu cosa vorresti che scrivessi?>> continuai stuzzicandolo.

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora