CAPITOLO 6.

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New York, 19 settembre 2018.

Blanca's pov:

<<Aspetta riccioli d'oro... Calmati, mi dici cos'è successo?>> disse Theo, a metà strada, bloccandomi il braccio sinistro delicatamente.

<<Niente Theo, cammina o arriviamo tardi>> dissi prendendogli la mano, con cui mi stava trattenendo, con la mia e intrecciandola per poi ricominciare a camminare.

<<No... Non frega a nessuno se arriviamo tardi... Ehi, cos'è successo>> disse poi prendendomi il viso fra le sue delicate mani e accarezzando i miei zigomi con i suoi pollici.

<<È successo che Carol non sa farsi gli affari suoi...>> affermai abbassando lo sguardo.
<<Che ha combinato?>> domandò poco dopo.

<<Avevo lasciato il cellulare sbloccato sul letto per andare in bagno, quando sono ritornata stava spiando nelle mie chat WhatsApp, a me dà fastidio quando la gente si fa i cazzi altrui e lei lo sa...>> risposi pacatamente, nonostante dentro di me avessi un esplosione di emozioni: rabbia, delusione, tristezza...

<<E posso immaginarne il motivo...>> continuò poi lui.

<<Ti sembra normale come cosa?>> domandai.

<<No però...>> disse prima che io lo interrompessi.

<<Però? Theo non c'è nessun però del cazzo...>> risposi abbastanza infastidita.

<<Blanca calmati, l'ha fatto perché si preoccupa per te>>

<<Theo, ti rendi conto di quello che stai dicendo?>>

<<Blanca...>>

<<No Blanca niente... Sei il mio migliore amico e mi vieni contro, quando ho chiaramente ragione. Quello che ha fatto non è preoccuparsi, è invadere la privacy di qualcun altro. Anche io mi preoccupo per lei... MOLTO, ma non mi sembra di ficcare il naso nelle sue conversazione con lo psicologo>> sputai fuori quelle parole con una tale rabbia che ero la prima a stupirmi del mio atteggiamento.

<<Aspetta cosa? Psicologo? Ma di cosa parli?>> iniziò poi con il suo interrogatorio.

<<Non cambiare discorso... Guardami negli occhi e dimmi se credi che quello che abbia fatto sia giusto o meno>> dissi poi con un tono di voce più calmo.

Non aprì bocca, abbassò direttamente lo sguardo all'erba.

<<Già...>> dissi prima di lasciare le mie mani che si erano nuovamente intrecciate con le sue e andarmene.

<<Blanca aspetta, dove vai?>> sentii urlarmi da dietro.

<<A divertirmi... Almeno per stasera>> risposi voltandomi indietro e guardarlo prima di riprendere a camminare.

Notai come a pronunciare quell'ultima frase, non era più una Blanca felice o arrabbiata, ma una Blanca delusa... Da tutto quello che le era accaduto in così poco tempo...

Per tutto il tratto di bosco che mancava per arrivare alla festa, ascoltai musica. L'unica cosa che riusciva sempre a calmarmi.

Ad un tratto sentii una mano posarsi sulla spalla e a quel tocco sobbalzai, sfilando le cuffiette dalle orecchie.

<<Ehi, scusa non volevamo spaventarti... Che ci fai da sola? Theo non era il tuo accompagnatore?>> mi disse Amaia.

Una ragazza splendida sia dentro che fuori, molto dolce e gentile con tutti.

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora