CAPITOLO 37.

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New York, 7 novembre 2018.

Carol's pov:

<<Avanti>> biascicai sistemandomi meglio sul lettino.

<<Amore mio>> sussurrò sorridendo, prima di fiondarsi fra le mie braccia.

<<Blanca aspetta, fammi respirare>> commentai felice, staccando le mie labbra dalle sue.

<<Mi hai fatto prendere un infarto Dio mio>> continuò stringendomi a sé.

<<Lo so, ho avuto paura anche io>>

<<Come stai? Come ti senti?>> chiese accarezzandomi la guancia e sedendosi accanto a me.

<<Non lo so neanche io... Però sto morendo dalla gioia di averti con me>> le scoccai un altro bacio.

Ero in astinenza dalle sue labbra incollate alle mie, dalle sue carezze.

Ero in astinenza da lei.

Mi era mancato tutto... Il suo profumo, i suoi abbracci, il suo sorriso, il suo farmi sentire viva.

Mi era mancato il "noi", Carol e Blanca.

<<Ora ho solo voglia di passare tutto il tempo che ho con te>> mormorò stringendomi a sé e affondando la sua faccia sul mio petto.

Rimanemmo così per un po', senza parlare.

I nostri respiri sincronizzati, lei tra le mie braccia e io ad accarezzarle la testa.

Il nostro rapporto era così... Non c'era bisogno di dire nulla, ci bastava stare insieme, anche avvolte nel silenzio più totale.

Ero con lei e riuscivo a dimenticare, in parte, quello che avevo vissuto.

<<Perché non mi racconti di cosa è successo mentre io non c'ero?>> spezzai quella magnifica atmosfera.

<<Oltre a deprimermi e a mettere in croce Martinéz di trovarti?>> continuò sollevando la testa e guardandomi.

<<Esatto... Racconta>>

<<Mi sono iscritta ad un corso di latino>> confessò sorridendo.

<<Che cosa? Scusa ma sei la stessa Blanca che lo odiava?>> esclamai sconvolta e allo stesso tempo divertita.

<<Eh tu fai uno strano effetto, colpa tua... Se non mi avessi fatta impazzire, questo non sarebbe accaduto>> replicò ridendo.

<<Cazzo sono tornata dal mondo dei morti per sentirmi dire di essere la causa delle tue follie... Bello>> commentai sforzandomi di ridere poco, a causa della ferita.

<<E il concorso di poesia?>> chiesi, ricordandomi che aveva accettato la proposta di Dailly.

<<Beh direi bene... Ho scritto una poesia pensando a te>> continuò schiacciandomi la punta del naso.

<<Ah sì... Ora voglio leggerla>> sentenziai felice.

<<Aspetta ce l'ho sul telefo-... No, l'ho lasciato nel cappotto di Theo>> disse notando le tasche del suo jeans vuote.

<<Allora me la dirai un altro giorno>>

<<Stavo per perderti per un figlio di puttana, però ti giuro sulla mia vita che ora non ti lascerò mai più>> concluse ritornando seria e guardandomi dritta negli occhi.

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora