CAPITOLO 16.

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New York, 16 ottobre 2018.

Blanca's pov:

Non appena arrivammo nella stanza 141 notai Tyler guardare il soffitto e una serie di macchinari collegati al suo letto.

<<Che ci fai qui ora?>> chiese non appena mi vide entrare.

<<Sono venuta a controllare che fossi ancora vivo>> risposi sarcasticamente, avvicinandomi al letto.

<<Sparisci>>

<<Certo... Ma prima io e te dobbiamo fare quattro chiacchiere>> dissi appoggiando la mia borsa ai piedi del letto.

<<Che cazzo vuoi ancora?>> domandò innervosito, osservando prima me e poi Carol che si era seduta sul letto accanto a quello del moro.

<<Calmati tesoro, potrebbe salirti di nuovo la pressione... Già hanno dovuto darti diazepam in quantità industriali>> esclamai.

<<Sono venuta per spiegarti in breve che a fare lo stronzo con una persona che è doppiamente più stronza di te... Finisce sempre male, in un modo o in un altro>> iniziai il mio discorso.

<<Vedi fin dalla prima volta che ci siamo incontrati, era destino che dovessimo diventare in qualche modo nemici...>> continuai passeggiando avanti e dietro per la stanza, mentre i miei tacchi che colpivano il pavimento creavano un leggero rumore.

<<Quindi siamo cresciuti un po' no, con questa idea che tra di noi non potesse scorrere buon sangue, né instaurarsi un rapporto se non di odio>> continuai prendendomi gioco di lui.

<<Blanca non mi serve che mi racconti la storia della nostra vita, la conosco fin troppo bene>> commentò sedendosi meglio e appoggiandosi allo schienale del letto.

<<Sei sempre stato convinto del fatto che tu fossi più forte di me... E guarda un po'... La situazione ora si è ribaltata>> proseguii senza minimamente ascoltarlo e giocherellando con i vari arnesi appoggiati sul mobiletto della stanza.

<<Adesso sei tu che devi ringraziare me, dato che è solo grazie alla sottoscritta se tu ora come ora ancora respiri>> terminai sorridendogli falsamente e riposando al suo posto l'oggetto che fino a poco prima avevo tra le mani.

<<Bionda arriva al punto perché già non tollero più la tua presenza qui>> esclamò Tyler sbuffando.

<<Allora coso, ascoltami molto bene perché non te lo ripeterò più...>> risposi in tono minaccioso, riavvicinandomi al letto.

<<Sono io che non ti tollero più qua, quindi ti conviene ritornartene a Madrid il prima possibile e dimenticarti una volta per tutte che io possa scriverti quella lettera, perché questo non accadrà mai>> terminai guardandolo in cagnesco.

<<Sai speravo tanto che tu non fossi come tuo padre e in realtà è così... Tu sei peggio. A proposito chi sa cosa né penserà lui quando lo verrà a sapere... E mio padre? Ah mio padre, cosa farà succedere quando lo scoprirà... Ti conviene iniziare a pregare tutti i fottuti Santi in cielo biondina>> esclamò ridendo beffardamente.

<<Ah Tyler, Tyler... Pensavo fosse chiaro nonostante non lo avessi specificato, ma a volte mi dimentico che tu hai il cervello più piccolo di quello di una formica>> commentai sorridendo e scuotendo la testa.

<<Tu non aprirai bocca>> ripresi sedendomi accanto a lui.

<<Altrimenti?>> chiesi in tono di sfida.

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora