Barcellona, 14 settembre 2018
Carol's pov:
Ero nel pieno centro di Barcellona, con due valige enormi straripanti di vestiti, ma non c'era un taxi in vista che potesse portarmi all'aeroporto. Iniziai a cercare nella rubrica del mio cellulare qualcuno che potesse darmi un passaggio. Decisi di chiamare Dani, il mio migliore amico. Dopo il quarto squillo, rispose una voce femminile. <<Posso parlare con Dani?>>, chiesi, ormai scocciata. Dopo un momento, finalmente il mio amico prese il telefono. <<Ehi, allora sei arrivata all'aeroporto?>>, mi chiese subito. <<In realtà sono a piedi, volevo chiederti se potessi...>>, ma non riuscii a finire la frase perché lo sentii già prendere le chiavi dell'auto. <<Dimmi dove sei, ti vengo a prendere io>>, <<Avenida de los Lirios, grazie mille>>. Poco dopo, una Mercedes bianca si avvicinò, con Dani alla guida. Mi accolse con calore, aiutandomi a caricare le valigie in macchina e aprendomi la portiera del lato passeggero. Durante il viaggio all'aeroporto, ridemmo e scherzammo come sempre, ricordando vecchie avventure e cantando a squarciagola canzoni inglesi. Arrivati all'aeroporto, mi fu molto difficile dire addio a quella che fino a quel momento era stata l'unica persona in grado ad accettarmi per quella che ero, l'unica che mi aveva sempre protetto e che non mi aveva mai abbandonata. <<Eccoci arrivati... Ehy, tutto bene?>> domandò accarezzandomi la gamba. Nonostante il mio continuo diffidare dagli uomini, lui era l'unico che mi toccava amichevolmente, senza avere mai un doppio fine, e solo quando era certo che io fossi sicura che il suo atteggiamento non mi desse fastidio. <<Sì certo che sto bene, andiamo, sto per realizzare il mio sogno, ma... Dani, mi mancherai da morire>> risposi tutto d'un fiato. <<Carol guardami>> disse prendendomi la faccia tra le sue mani delicatamente, <<Anche tu, ma adesso vai, prendi quell'aereo, raggiunti ogni tuo obiettivo per la qualehai fatto di tutto e spacca, sei nata per fare quello>>. <<Grazie per quello che fai e hai sempre fatto per me, campione>> terminai così il nostro discorso, dandogli un bacio sulla guancia prima di scendere da quella macchina. <<Un'ultima cosa...>>, Daniel riprese a parlare attirando la mia attenzione, <<...Quanto sei bella oggi>> lo ringrazia sorridendogli e non appena andò via guardai l'orologio e notai che ero arrivata prima del previsto; il mio volo sarebbe partito tra un'ora... Evento più unico che raro. Prima di varcare quell'enorme porta metallica, guardai me stessa riflessa nei suoi grandi vetri e capii quanto Dani avesse ragione, mi sentivo veramente bella! Avevo lavorato molto su me stessa e continuavo a farlo, costantemente e finalmente dopo tanto tempo riuscivo ad accettarmi allo specchio, anche in pigiama, struccata e con i capelli tutti incasinati. Dopo essere entrata, aver fatto il check-in e aver aspettato l'imbarco per un tempo relativamente breve, che sembrò tuttavia un'eternità, salii sull'aereo e mi sedetti al posto che mi era stato assegnato. Posto accanto al finestrino vai, perfetto... Come inizio direi che ci siamo, pensai tra me e me accomodandomi sulla quella poltrona che mi avrebbe fatto compagnia per le successive dodici ore. Nonostante il lungo viaggio, tra una dormita di là, una lettura di qua e un paio di film, atterrammo sani e salvi sul suolo americano e una volta scesa dall'aereo, un'ondata d'aria nuova mi inebriò totalmente. Finalmente aria di libertà..., affermai tra me e me dirigendomi all'interno dell'aereoporto per il recupero dei mie bagagli. Dopo aver superato tutti i dovuti controlli, aspettai l'arrivo del taxi che mi avrebbe accompagnata a quella che sarebbe diventata la mia nuova casa: la United States Military Accademy. Una volta giunta alla mia destinazione e aver scaricato giù le valige, rimasi per qualche seconda completamente bloccata per ciò che i miei occhi stavano guardando. Dinanzi a me, difatti, si levava un enorme edificio, interamente bianco, che di sera, grazie all'effetto delle luci provenienti dalle finestre delle enormi stanze da cui era composto, era ancora più bello del solito. Benvenuta a casa Carol..., l'unica cosa che riuscii a pensare in quel momento, prima di ritrovarmi a terra senza rendermene conto... <<Dannazione, perché la gente non apre gli occhi e sta attenta quando cammina?>> dissi, prima di incrociare il suo sguardo. Quel bellissimo sguardo...
Madrid, 14 settembre 2018.
Blanca's pov:
Dopo aver caricato le valige finalmente, ma anche purtroppo, la macchina partì e in pochi secondi vidi la mia amatissima casa scomparire e diventare un piccolo e quasi invisibile puntino nero in lontananza. Arrivati all'aeroporto Madrid Barajas, feci il check-in e attesi circa una mezz'oretta prima di imbarcarmi, poiché il volo sarebbe ritardato. Mio padre aveva deciso di prenotarmi la prima classe, per farmi rilassare prima di arrivare in Accademia, ma la verità era che io la trovavo veramente noiosa.. Piena di ricchi snob che anche se appartenevano al mio stesso ceto sociale, io non mi ci rispecchiavo minimamente; ma alla fine accettai solo per non vederlo triste. Presi posto e dopo un po' la noia iniziò a farsi sentire, così mi infilai le cuffiette, azionai la musica e decisi che era arrivato il momento di riposare un po'.
***
<<Che sta succedendo? Non ho ancora voglia di morire>> furono le prime parole che pronunciai non appena aprii gli occhi. <<Non ci posso credere...>> esclamai quando realizzai ad avermi regalato un traumatico risveglio fu una bambina che urlava, piangeva e tirava calci al sedile siccome stava iniziando a scocciarsi di rimanere seduta immobile. Non odio i bambini e non l'ho mai fatto, per carità, ma lei proprio non la tolleravo. <<Calmati Blanca, l'ha detto anche il tuo psicologo di mantenere un certo autocontrollo, è solo una bimba. Vedrai che tra un po' smet...>> ripetevo a me stessa sottovoce, ma non feci a terminare la frase che quel demonio stava di nuovo scalciando contro il mio sedile. Sempre stata una persona con molta pazienza, veramente tanta, ma se c'era una cosa che non sopportavo era che la gente mi svegli nel bel mezzo di una bellissima dormita. Adesso basta, pensai nervosamente. <<Senti razza di microcefalo, smettila di scalciare e prova a dormire un po' vedi che ti farà bene... Ma soprattutto farà bene anche a me, grazie>> mi girai di scatto, ormai stufa di quel piccolo essere. <<Altrimenti che fai?>> rispose la ragazzina in tono beffardo. <<Sono seria!>> esclamai di rimando e dopo un po' che non dava più fastidio, ritornai a riposare ma come in un maledetto e beffardo gioco, non appena rimisi la mascherina sugli occhi, la bambina iniziò nuovamente quello che aveva lasciato in sospeso prima. <<Adesso la disintegro quant'è vero che mi chiamo Blanca>> mugugnai sotto voce.<<Senti, come ti chiami?>> mi rigirai <<Paula>>, <<Bene Paula, se adesso non la smetti ti getto fuori dal finestrino>> ironizzai rivolgendole un sorrisetto di scherno. <<Ma come si permette?>> sentii dirmi da un uomo all'incirca di una quarantina d'anni. Ci mancava solo il padre perfettino adesso, <<Come scusi?>> chiesi confusa, <<Non può parlare ad una bambina di cinque anni in questo modo, si rende conto?>>, <<E lei si rende conto che non è educato importunare gli altri passeggeri scalciando i sedili? Ma, d'altronde, tale padre tale figlia>> gli strizzai l'occhio come a prendermi gioco di lui e ritornai ad ascoltare la musica, ormai mancava poco all'atterraggio.
***
Non appena arrivammo, presi le mie valige, passai al controllo documenti, cambia gli euro spagnoli in dollari americani e infine chiamai i miei genitori per passare il tempo durante il tragitto per arrivare in Accademia. Erano mesi oramai che non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno e quando mi ritrovai dinanzi a quell'imponente edificio, ebbi una botta di adrenalina per tutta la felicità che provavo in quel momento. Finalmente, è stupenda come la immaginavo. C'erano tantissimi ragazzi e ragazze, bellissimi e pieni di sogni proprio come me. Presi un gran respiro e mi incamminai verso il portone d'entrata, ma senza rendermene conto finii addosso ad una ragazza che era li ferma a fare non so cosa. <<Brava, iniziamo bene Blanca, complimenti>> borbottai sotto voce, passandomi velocemente le mani sul pantalone per tirar via la polvere e la terra. E poi incrociai lo sguardo penetrante di quella che sarebbe diventata la causa di tutti i miei guai...-----------------------------
*SPAZIO AUTRICE*
Ecco a voi il secondo capitolo.
Spero che vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Many kisses at all. ^.^
M.💛
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𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.
Action[IN FASE DI REVISIONE] Due ragazze, una l'opposto dall'altra. Un giorno i loro sguardi si incrociarono e da quel momento la loro vita cambiò radicalmente. ⚠SARANNO PRESENTI SCENE DI VIOLENZA E CONTENUTI SESSUALI ESPLICITI⚠ • Diritti di copyright de...