New York, 9 novembre 2018.Blanca's pov:
Era la seconda volta che andavo via da quella camera, non riuscivo a tollerare la presenza di Carol.
Ci stavo provando... Stavo provando a mettere da parte l'odio, ma proprio non ci riuscivo... Perché era lei che continuava a mettere il dito nella piaga.
Con questo non volevo fare vittimismo, ma io ero quella disposta a fare di tutto per farmi perdonare.
Ero quella pronta a mettere l'orgoglio da parte, a chiedere scusa.
E questo faceva capire quanto io ci tenessi, quanto amassi il nostro rapporto.
Ma se davanti mi ritrovavo una persona che agiva come se si fosse dimenticata, da un giorno all'altro, di tutto il bene che c'è stato prima, allora la mia voglia di recuperare se ne andava a fanculo.
<<Ehy moro... Posso rubarti la mia migliore amica un attimo?>> esclamai, richiamando l'attenzione di Amaia e Alejandro.
<<Sei proprio una guastafeste lo sai?>> sbuffò distaccandosi dalla mulatta.
<<Lo so... Ma ho bisogno di lei>> risposi facendo un occhiolino.
<<Ah... Dopo non sparire che devo dirti una cosa>> mi guardò in modo serio e io intuii cosa voleva dire.
E detto proprio sinceramente, avrei preferito non sapere...
<<Bene, a dopo>> presi per mano la riccia e lasciammo la sala comune.
<<Mi sei mancata tesoro>> esclamò Amaia abbracciandomi forte, appena uscimmo fuori dall'Accademia.
<<Anche tu mi sei mancata... Da morire>> sussurrai ricambiando l'abbraccio.
<<Io sono stata via tre giorni e si è scatenato un putiferio... Posso sapere cos'è successo e come hai fatto a finire a letto con Theo?>> chiese mentre passeggiavamo per le stradine newyorkesi, tra la neve che si posava al suolo.
<<Te lo spiego mentre andiamo al Nuite>> esclamai, avevo bisogno di un caffé.
Le spiegai tutto, da quello che successe con Carol in ospedale, fino alla litigata di prima.
<<È impossibile che Carol si sia comportata così>> commentò bevendo il suo cappuccino.
<<Anche io vorrei che fosse impossibile>>
<<Amore guardami, come ti senti ora?>> mi domandò scrutandomi.
Il fatto è che avevo il morale a terra e per quanto provassi a nasconderlo, lei riusciva sempre a superare quel muro che mi costruivo.
<<Come mi sento... Come la stronza della situazione, quella sbagliata... Quella che, ha esagerato>> continuai tracciando i lineamenti della tazza con l'indice.
<<Ehy, ascoltami... Ferma un attimo>> mi bloccò la mano e io sollevai lo sguardo per guardarla.
<<Anche se è stato sbagliato, so per certo che hai cercato solo di distrarti dai tuoi pensieri e voglio soltanto dirti che è ok... Tutti sbagliano, nessuno è perfetto>> riprese accarezzandomi la mano.
<<È ok se un giorno sarai fredda con le persone, è ok se hai paura, è ok se sei fragile... Non sei sbagliata, devi ricordarti che sei giusta. I tuoi modi di fare, i tuoi pensieri, sono giusti. Tu sei giusta, ed è ok. Ricordalo sempre, indipendentemente da come finirà questa storia... Ricordalo e ripetilo ogni mattina, ogni volta che ti guardi allo specchio vedendoti bella, perché non è trattandoti da errore, o da sbagliata, che ti sentirai più giusta di prima>> concluse sorridendo dolcemente.
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𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏.
Action[IN FASE DI REVISIONE] Due ragazze, una l'opposto dall'altra. Un giorno i loro sguardi si incrociarono e da quel momento la loro vita cambiò radicalmente. ⚠SARANNO PRESENTI SCENE DI VIOLENZA E CONTENUTI SESSUALI ESPLICITI⚠ • Diritti di copyright de...