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"Cazzo quanto è bono tuo cugino" commentò Ana con la bocca piena di pizza. Le due ragazze si erano fatte recapitare due pizze in camera e alcuni dolci e bibite frizzanti. Nonostante la dieta rigida di Madison, quel giorno se la sentiva proprio di sforare in calorie e schifezze. Entrambe erano sdraiate sul letto pieno di carte e di tovaglioli, con una maschera per il viso in tessuto.

"Io direi che fra tutti non saprei chi scegliere" rispose Madison bevendo un sorso di Coca Cola finendola e appoggiandola sul comodino.

Erano riuscite a guardare il primo film di Captain America, finire il secondo che avevano già iniziato in aereo e finire anche Civil War.

"Direi che è il momento di dormire" disse Ana guardando l'orologio che segnava le 2 di notte. Al contrario dell'amica, Madison non aveva sonno. Era ancora in piene forze e sperava in qualche modo di potersela svignare per stare del tempo da sola.

Aveva ignorato la chiamata di Pete e si sarebbe scusata il mattino dopo inventandosi che stava dormendo.

"Io in realtà pensavo di andare magari a fare un giro dell'albergo, andare sul terrazzo a prendere una boccata d'aria" rispose la mora mettendosi una ciocca dietro l'orecchio.

"Va bene Maddie, sai che se hai bisogno io ci sono. Domani mattina sveglia alle 8, palestra e poi pranzo con le ragazze da quanto mi hai detto" disse Ana segnandosi gli appuntamenti

"Pranzo a cui ci sarai anche te" a quelle parole gli occhi dell'amica brillarono.

"Non ci posso credere" disse aprendo la bocca e sbarrando gli occhi

"Non è perché te l'ho promesso una volta. Cioè anche quello ma perché sei mia amica e quindi mi sembrava..." Madison non fece in tempo a finire la frase che la sua amica le saltò addosso e la riempì di baci continuandola a ringraziare per l'invito.

"Prendi la chiave della camera, intanto io sistemo qui. Non fare tardi che altrimenti farai fatica domani con mille impegni" le puntò un dito sul petto.

"Non preoccuparti" Madison lasciò il suo telefono in camera e prese solo la sua chiave. Aveva un pigiama di seta di Victoria's Secret abbastanza lungo: un completo pantaloni rosa e canottiera.

Prese la chiave magnetica ed uscì mettendosi la mascherina. Si era già struccata e l'unica cosa che aveva sul viso erano le leggere occhiaie dovute alla stanchezza. Le sue ciglia erano belle e incurvate già di natura e folte. Essendo una modella e dovendo mettere su spesso trucchi vari, Madison ci teneva alla cura della pelle e usava i migliori prodotti per tenere in salute la sua pelle e i suoi capelli.

Seguì le indicazioni per andare al terrazzo ed entrò nell'ascensore. Premette l'ultimo piano e in poco tempo era già arrivata. Si guardò in giro e iniziò a camminare per il corridoio: poteva sentire solo i suoi passi attutiti dalle infradito che indossava e dal tappeto rosso dell'albergo. Premette la maniglia antipanico e uscì sul terrazzo. La piscina nonostante fosse inutilizzata per motivi della pandemia era illuminata e l'acqua continuava a scorrere per fare il riciclo. Madison si avvicinò ad una sdraio e si sedette mentre il vento le muoveva leggermente i capelli. Si abbassò la mascherina per poter respirare. Un brivido di freddo le colpì le spalle scoperte ma non si lascò scoraggiare: rimase in silenzio a guardare il cielo stellato senza nessun rumore che potesse disturbarla. A parte la porta di ingresso al terrazzo.

Di colpo si alzò la mascherina e si voltò. Un ragazzo alto, dalle spalle larghe e la vita stretta percorse il lato opposto della piscina. Non si era accorto di lei ancora. Stringendo gli occhi e provando a mettere a fuoco la figura poco distante da lei riconobbe anche se con un po' di fatica la figura: il vicino della camera.

Monday | sebastian stanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora