Sebastian stava lavorando duramente alla serie tv, era tornato nel piccolo appartamento con il telefono scarico e si era messo immediatamente sul divano per riposarsi. Accese la televisione ma niente apparve ai suoi occhi interessante, se non il trailer di "Monday" che stava andando in scena. Il volto di Madison lo fece sorridere, motivo per cui attaccò il cellulare alla presa e cercò di accenderlo ma la batteria era troppo scarica. Sapeva di aver lasciato con frasi fatte la ragazza che amava, però credeva davvero a tutte le cose che aveva detto. Lei si meritava molto di più, erano entrambi confusi ed entrambi avevano bisogno di guarire prima di ricominciare.
Un bussare alla porta lo tolse dai suoi pensieri e si alzò, sbuffando, per andare ad aprire. Il suo manager era appoggiato con una mano allo stipite della porta mentre il suo respiro veniva fuori a fatica e il petto si alzava freneticamente in alto e in basso.
"Ehi dimmi" sorrise Sebastian davanti al suo manager che sembrava abbastanza provato.
"Dove cazzo hai il telefono?" alzò la voce, per quello che riusciva, entrando come un uragano nella stanza.
"Era scarico e mi si è spento. Cosa c'è di urgente?" si fece da parte l'attore corrugando le sopracciglia non capendo tutto quell'impeto.
"Collistar ha fatto preparare un jet privato pagato da lui per farti partire ora per Atlanta. Prendi quattro cose e andiamo"
"Cosa?" aggrottò le sopracciglia non capendo quello che stesse succedendo.
"Sebastian è un'emergenza. Muoviti" lo spinse il manager entrando nell'appartamento e aiutandolo a raccattare su dei vestiti di ricambio.
"Si può sapere che succede?" domandò lui bloccandosi in mezzo alla stanza vedendo il suo manager più preoccupato di lui.
"Si tratta di Madison" disse soltanto prima che il moro venne risucchiato da un vortice di confusione.
Il battito che risuonava nello schermo del cardiogramma era stabile e cadenzato. Un moderato. Questo era quello che aveva pensato Madison nel sentire quel suono, sentire poi le dita dei piedi, delle mani e il tipico odore di disinfettante di un ospedale. Un bruciore alla gola si fece spazio nel suo esofago e aprì gli occhi per necessità di acqua. I polpastrelli della sua mano percepivano una mano calda, grossa, che racchiudeva la sua. Mike era piegato con la mano che chiudeva quella della figlia, piangendo e singhiozzando per la felicità che fosse fuori pericolo ma anche per la paura di tutti i demoni che la figlia ancora troppo giovane stava vivendo.
"Papà" mormorò la mora e credette che la sua voce non venne sentita dal padre e forse fu proprio così, finchè lei non mosse un po' la mano e il volto rosso e bagnato di lacrime si rivelò ai suoi occhi.
"Madison" disse lui alzandosi di scatto e abbracciandola stando attento a non farle del male.
"Ti ho deluso, non volevo fare niente, credimi, non so cosa sia successo" provò a spiegare lei con un filo di voce ma Mike la comprese subito.
"Lo so lo so" pianse il padre e anche la ragazza rilascio delle lacrime calde che le rigarono il volto. In quel momento, ad interrompere le lacrime di Mike, entrarono i nipoti. Chris e Scott entrambi privati del sonno e con due borse sotto gli occhi, entrarono con la mascherina abbassata, togliendosi il cappello che avevano messo per non farsi riconoscere.
"Ma tu dimmi se devi stare così per un cazzodotato" furono le prime parole di Scott che provocarono un sorriso sul volto della cugina.
"Venite qui" disse lei aprendo le braccia e accogliendoli nelle sue. Presto quando i ragazzi uscirono, un Tom provato con i capelli spettinati per le troppe volte in cui aveva passato la mano dall'ansia, entrò preoccupato di come avrebbe potuto trovarla.
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Monday | sebastian stan
Fanfiction"Ti chiedo di amarla come si ama un lunedì quando la tua vita è la migliore che tu possa avere ed ogni giorno è un giorno speciale da vivere di fianco alla persona che si ama." disclaimer: ispirato al film "Monday" con alcuni cambiamenti NB: questa...