31

300 13 5
                                    

"Tocca a te Maddie" un assistente richiamò la ragazza che aveva passato tutta la mattina cercando di contattare Chaddy. Gli aveva inoltrato le registrazioni delle melodie che aveva suonato al pianoforte dell'albergo in Grecia, ma lui non aveva ancora risposto.

"Sì arrivo" si alzò da terra ed entrò nel capannone del set. C'era molta più gente del normale, tutti con le mascherine. Nonostante le sicurezze del caso, Madison non si sentiva al 100% al sicuro e, sotto sotto, sentiva che la sua ansia sociale stava tornando a galla. Non avrebbe mai pensato, fino a quel momento, che non vedeva l'ora di tornare ad Atene dalla Richards.

Quella notte non aveva dormito bene, infatti pure la truccatrice aveva notato il viso spento della modella: dopo la discussione con Sebastian, lei l'aveva invitato da lei e si erano addormentati. Al suo risveglio, molto presto per allenarsi, lui era sparito e le aveva lasciato una sorta di amarezza.

Era stata truccata con un leggero taglietto sulla guancia e della polvere e fuliggine sul viso. Avevano già girato la scena di combattimento con gli altri attori. Madison lesse un'ultima volta le sue battute. Era intenzionata a terminare velocemente la scena per poi buttarsi per quell'ora di pausa sul letto a riposarsi.

"In posizione ragazzi" richiamò un tecnico. La mora si mise dove il cameraman le aveva indicato e così fece Sebastian davanti a lei.

"Maddie, io.." cercò di iniziare lui grattandosi il retro del collo. In risposta, ricevette una scossa di testa da parte della ragazza. Così lui restò muto, sospirando pesantemente e zittendosi definitivamente quando la parrucchiera si avvicinò per sistemargli i capelli.

Madison chiuse gli occhi scrollandosi le spalle per entrare nel personaggio e fingere che tutto andasse bene. L'aveva fatto per la maggior parte della sua vita, ce l'avrebbe fatta senza problemi anche in quel momento.

"3,2,1 azione!" gridò Joe. Zemo e Falcon erano poco distanti da loro, fermi seduti sulla macchina d'epoca del sokoviano. Bucky e Audrey erano invece uno di fronte all'altro.

"Sei sicura di voler restare qui? Un paio di mani in più potrebbero tornarci utile" fece un leggero ghigno il soldato. La spia fece un sorriso in risposta e scosse la testa, tirandosi indietro una ciocca di capelli caduta davanti.

"Sicura. Non posso tornare in America. Continuerò con il mio lavoro di spia. Sharon ha bisogno di me qui" alzò le spalle la mora. Prese poi in mano la piastrina appesa al suo collo e gliela mostrò sorridendo. Il sergente ricambiò e guardò l'americana.

"Io non ti ho dimenticato. E tu?" continuò la ragazza, lasciando andare la collana che rimbalzò sul suo petto. Bucky rimase lì con un sorriso e inclinò leggermente la testa.

"Non potrei dimenticarti bambola" e prendendola per il polso l'avvicinò a lui in un dolce bacio a stampo. Audrey chiuse gli occhi e appoggiò le labbra su quelle di Bucky.

"Buon viaggio" sorrise staccandosi leggermente per vedere infine il soldato salire sulla macchina di Zemo.

"Stop va bene!" gridò Joe. Madison, non appena sentì il capo gridare, si avvicinò chiedendogli se la scena andasse bene.
"Tra un'ora e 10 minuti esatti ti voglio qui per le ultime scene di oggi. Inoltre Evans, ho una notizia da darti. Stasera hai un incontro faccia a faccia con una signora per qualche sfilata, non lo so qualcosa del genere. Ore 9 pm fatti trovare al capannone 51" spiegò Russo.

"Grazie mille. Vado a riposare" sorrise la ragazza annuendo; un assistente le riconsegnò il suo telefono e, non appena vide un messaggio di suo cugino Chris lo richiamò con la felicità di sentirlo, avviandosi verso la roulotte e allontanandosi dai suoi colleghi.

Appena Madison uscì dal loro raggio d'azione, Anthony tirò un pugno sul petto di Sebastian.

"Hai per caso le scimmie urlatrici nel cervello?" lo rimproverò l'amico. Seb si passò le mani tra i capelli e tirò le punte delle ciocche. Quella notte non aveva dormito bene, rimpiangendo le parole che aveva rivolto alla ragazza poche ore prima.
"Non so cosa fare davvero" si lamentò Stan ancora seduto sulla sua sedia di tela. Guardava il set dove c'erano persone che si occupavano di spostare velocemente tutti gli oggetti di scena, preparando quelle del pomeriggio.
"Bè magari chiedile scusa. E seconda cosa, ma solo dopo averle detto scusa, lasciale un po' di spazio" consigliò Daniel per poi aggiungere "vado da lei, se scopro qualcosa ti informo" e si allontanò dai ragazzi, andando da Madison.

Monday | sebastian stanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora