Monday | sebastian stan

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I giorni erano passati rapidamente per Madison, che alternava la sua vita tra film, Sebastian, le sedute terapeutiche con Corinne e la palestra. Aveva l'obiettivo di mettersi il più in forma possibile per il suo debutto nell'azienda di VS ma anche per il film che avrebbe girato in seguito ad Atlanta. Sebastian non era d'accordo con tutta quella palestra ma, dopo i soliti litigi che stavano diventando sempre più insostenibili e futili, aveva deciso di non toccare più quell'argomento. Nonostante le normali discussioni, Sebastian aveva sviluppato una strana gelosia per Madison, che non comprendeva il motivo di tutto quell'attaccamento. Addirittura, durante una serata in chiamata con gli amici di Sebastian, lo stesso ragazzo aveva provato uno strano effetto allo stomaco quando aveva notato che Madison e il suo migliore amico William andavano così tanto d'accordo. 

Era quello infatti l'argomento principale delle sedute terapeutiche con la Richards, insieme alle sue preoccupazioni legate a Chadwick. Forse qualche giorno di distanza avrebbe fatto bene ad entrambi. In poco tempo la giovane aveva fatto il suo trolley e borsone ed era salita sul SUV con il suo fidanzato, in direzione dell'aeroporto. 

"Mi mancherai" disse il ragazzo baciandola dolcemente una volta arrivati davanti al jet. 

"Anche tu" sorrise la modella ricambiando e sorridendo nel bacio. Seb la prese per i fianchi e la tirò ancora più vicina a lui, lasciandole dei baci sul collo e fra i capelli.

"Devi per forza partire? Non possiamo tornare sotto le lenzuola e-"

"Il lavoro chiama. Mi farai fare ritardo" e fu così che lei gli diede un ultimo bacio e salì le scale dell'aereo accompagnata da un bodyguard. Il viaggio era stato lungo ma l'aveva colmato con qualche film e un po' di sonno. Aveva pensato a lungo a quello che le era successo nell'ultimo periodo, e non poteva fare a meno di pensare che Pete le mancasse un po'. Si sentiva in colpa di aver chiuso la storia con solo un messaggio. Una storia durata 8 anni, ma al tempo stesso pensava che era quello che il ragazzo si meritava. Il pollice era tenuto fermo sulla chat che aveva evitato per tutto quel mese, chiusa nell'archivio.

Dalla festa del suo compleanno, quando gli aveva scritto l'ultima volta, non aveva più avuto il coraggio di aprire la chat nonostante il numerino bianco nel cerchietto blu che segnalava l'arrivo di un messaggio lo stesso giorno della pubblicazione dell'intervista. 

Madison posso spiegarti ogni cosa. L'intervista e le foto con Jacqueline. Possiamo chiarire davanti una cena?

Di colpo il cuore le si fermò a leggere quelle parole. E proprio in quel momento, quando premette il tasto invia, pensò che tutti quei mesi di terapia con Corinne e il tempo passato con Sebastian fossero stati spazzati via in un soffio.

un caffè andrà bene. mettiti in contatto con la mia assistente. ti lascio il recapito. ho voluto aprire solo ora il messaggio, spero sia ancora valida la proposta

Una lacrima scivolò sul suo volto quando uscì dalla chat e vide una foto sua e di Sebastian come sfondo. Quello fu il pensiero che l'assillò fino al giorno dopo, quando avrebbe dovuto incontrarsi con Chadwick e Taylor Simone. 

Madison aveva una tuta bianca a ricoprirle il corpo, una mascherina FPP2 a proteggerle il viso e una visiera di plastica davanti al volto. Lei e altri due uomini bodyguard erano bardati aspettando che qualcuno aprisse alla porta. Era arrivata la sera prima e si era presa un po' di pastiglie di melatonina per addormentarsi non appena arrivata nel modesto albergo di LA.

Una donna dai capelli lunghi e neri con una mascherina sul volto aprì la porta bianca della piccola villetta poco fuori a LA. Era sabato mattina ed era una calda giornata in California. Il sole splendeva alto nel cielo e Madison stava sudando nella sua tuta, ma il sudore valeva la visita che era andata a fare.