"Papà, papà" Isabella era corsa all'interno dell'ufficio nella grande villa dei Collistar, tenendo una lettera che portava scritto il suo nome.
Pete si alzò dalla sua poltrona con uno sguardo corrucciato e aggrottò gli occhi. Solo pochi intimi conoscevano l'indirizzo della loro residenza in Provenza e nessuno di loro avrebbe usato la posta come metodo di comunicazione. Tantomeno pubblicità o inserzioni commerciali.
Il padre ringraziò la figlia con un bacio sulla fronte e prese la lettera dalla piccola mano della bimba. Si risedette poi sulla poltrona, prendendo l'apri buste e tagliando la busta dall'alto. Curioso, aprì subito la lettera e iniziò a leggerla.
"Caro Pete,
sarebbe stato più facile inviare un messaggio ma credo che mettere quello provo su carta abbia un altro significato, forse più forte. Non so nemmeno da che parte iniziare ma spero che leggerai oltre queste righe confuse. Sarei un bugiardo a non dire che avrei voluto che le cose fossero andate diversamente. Probabilmente avrei dovuto accettare la proposta che mi hai fatto in Grecia, ai tempi che furono, ma ero troppo accecato dalla gelosia da mettere da parte il mio orgoglio e accettare il tuo aiuto. Magari ora starei con la donna che davvero amo.
Sei tu ad aver fatto l'atto di amore più grande: quello di lasciarla libera nonostante l'amassi ancora. Mi hai dato ciò che più amavi e io l'ho accolta ma non ho saputo farlo nella giusta maniera. Sei stato più coraggioso di me, io l'ho ferita e non l'ho resa libera perchè continuavo a volerla senza però darle valore. Odiavo il pensiero che lei potesse anche solo stare lontano da me ma vicina a chiunque altro. Ho ricevuto amore ma non le ho dato nemmeno un quarto di quello che lei ha regalato a me. E' per questo che tu sei un uomo migliore di me.
Ho capito troppo tardi quello che ho perso ma per una volta voglio accogliere il tuo consiglio: rendere libera una persona che si ama. Lei è già libera di per sé, ma voglio liberare me stesso dall'amore che lei mi ha donato e che mi fa solo più male tenerlo dentro.
Non sono qui per ammettere le mie colpe e chiederne l'assunzione, ma sono qui per chiederti di amarla come fosse la cosa più preziosa che tu abbia, di amarla come io non ho mai avuto il coraggio di fare. Ti chiedo di amarla come si ama un lunedì quando la tua vita è la migliore che tu possa avere ed ogni giorno è un giorno speciale da vivere di fianco alla persona che si ama.
Per quello che vale, spero che tu possa darle tutto l'amore che si merita. E ti ringrazio per avermi dato quel piccolo insegnamento.
Sebastian"
"Incredibile" mormorò Pete appoggiando la lettera sulla scrivania di legno scuro davanti a lui e toccandosi il ponte del naso. Il riccio non si aspettava di certo una lettera nè tantomeno da parte proprio di Sebastian che lui aveva comunque invitato al matrimonio ma che non si era presentato. Non aveva rancore verso il ragazzo, e da quanto aveva letto, non sembrava nemmeno che ne provasse verso di lui. Entrambi amavano immensamente la stessa donna ed entrambi avevano scelta in momenti diversi della loro vita di renderla libera di trovare quello che davvero si meritava. Aprì il cassetto in mezzo alla scrivania e, dopo aver ripiegato la lettera, la ripose delicatamente sul fondo scuro.
"Papà papà chi era?" urlò Isabella che era rimasta tutto il tempo seduta sulla poltrona attendendo il suo papà. Pete si alzò emettendo un sospiro profondo prima di sorriderle genuinamente
"Solo un vecchio amico che ama tanto tanto la mamma come me" rispose lui prendendo la figlia in braccio. "A proposito di mamma, sai dov'è?"
"In giardino con Chad" gracchiò Bella appoggiando la testa sulla spalla del riccio.
"Andiamo allora" esultò l'adulto dirigendosi verso il giardino della loro villa.

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Monday | sebastian stan
Fanfiction"Ti chiedo di amarla come si ama un lunedì quando la tua vita è la migliore che tu possa avere ed ogni giorno è un giorno speciale da vivere di fianco alla persona che si ama." disclaimer: ispirato al film "Monday" con alcuni cambiamenti NB: questa...