capitolo 9

124 13 7
                                    

   
                    Mary's Pov

Eravamo entrati nella casa dell'orrore e mi ero ritrovata incollata al braccio di Dylan.
Mi piaceva quel genere di attrazione ma forse quel poco di alcool in circolo mi faceva vedere le cose più ampliate così mi spaventai più volte.

Mi piaceva la sensazione di averlo li vicino a me.
Io che odiavo il contatto fisico ero appiccicata a quel ragazzo e mi piaceva anche.
Ci perdemmo e mi ritrovai circondata da specchi cupi e macabri.
Mi fermai davanti uno di questi e vidi Dylan fermo alle mie spalle, con il suo corpo premuto verso il mio.
Lo guardai attraverso lo specchio e mi resi conto che era da tutta la sera che frenavo l'impulso di avere un contatto più approfondito con lui.
Mi girai lentamente e mandai a fanculo quel poco di buon senso che mi era rimasto.
Gli accarezzai i capelli e mi ritrovai quei suoi occhi nocciola che scrutavano ogni parte del mio viso e le sue mani che si avvicinavano ai miei fianchi.
D'improvviso mi baciò e da lì non ho capito più niente.
Non esisteva più niente, eravamo solo io e quello sconosciuto col nasino all'insù, il resto del mondo non aveva più senso.

Non so quanto sia durato quel momento.
Sicuramente troppo poco, come tutte le cose belle.

Uscimmo da lì senza parlare.
Andammo verso l'uscita del Luna park e lui ruppe  quel silenzio che mi stava torturando.

Dylan: <non può essere l'ultima volta che ci vediamo>

Mary: < Dylan è stato tutto un errore, non doveva andare a finire così>

*feci uscire quelle parole piene di rabbia. Rabbia verso me stessa.
Dentro stavo esplodendo.
Non perché non mi fosse piaciuto... anzi, tutto il contrario.
Proprio per quello ero arrabbiata, più con me stessa per aver  ceduto.*

Dylan: < cosa?
non negare che hai provato qualcosa? Non ci credo!>

Mary: < noi non ci vedremo mai più,  lo vuoi capire?>

*Ormai gli stavo urlando contro.*

Dylan si portò le mani ai capelli completamente disorientato.

Dyl: < Io troverò un modo, non posso accettare di non passare più del tempo con te>

Mary: < ma cosa stai dicendo?
Quale modo?
Viviamo in due città troppo distanti, abbiamo due vite completamente diverse.
Non c'è nessun modo.
Prima lo accetti meglio è!>

*Cercavo di fare quella forte ma tutto ciò stava distruggendo anche me. Probabilmente lui sarebbe stata la persona più adatta a me di chiunque altro, ma come ogni cosa, mi era andata male.
Non potevo crollare così per lui, dovevo fare cessare qualunque sensazione o altra cosa verso di lui prima che nascesse.*

Vidi Dylan che mi guardava con uno sguardo triste.
Odiavo vedere quel bel faccino triste, ed era tutta colpa mia.
Cercai di fargli capire cosa provavo anche io.

Mary: < Dyl, ci siamo incontrati al momento sbagliato, nel posto sbagliato.
Probabilmente se vivessimo entrambi nella stessa città avremmo potuto provarci e forse avrebbe anche funzionato... Ma non possiamo stare male per qualcosa che non è ancora iniziata.>

Dylan: < Ti sbagli!
È già iniziata!>

Mary: <Cosa!?
No Dyl!?>

Dylan: :< perché continui a dirmi queste cose e ad urlarmi contro abbracciandomi allora?>

*Non mi ero resa conto che ormai stavo parlando con le braccia completamente avvolte al suo collo.*

Mary: < scusami.
Dammi un attimo il tuo cellulare>

Mi staccai da lui e presi il suo telefono. Gli salvai il mio numero in rubrica con scritto "Nanetta".
Glielo porsi tra le mani per poi dirgli due ultime parole.

Mary: < devo andare>

Gli stampai un bacio sulle labbra e con le lacrime agli occhi mi allontanai da lui, iniziando a correre.

                         ***

Corsi per non so quanto.
Non sapevo dove mi trovavo, cosi chiamai un taxi per farmi portare in ospedale da papà.
La mattina seguente lo avrebbero dimesso e dopo quella serata non volevo restare a dormire sola nella stanza dell' hotel.
Avevo bisogno dell'abbraccio della mia rockstar.

Arrivai da mio padre e non appena mi vide capii  subito che era successo qualcosa.

Quell'uomo mi conosceva troppo bene, non c'era bisogno di parlare.

Xavier: < Ehi principessa vieni qui>

*Mi avvicinai e mi abbracciò forte*

Mary:< papà- io.. ho sbagliato tutto come sempre.>

*Ormai parlavo singhiozzando*

Non ero mai stata così per nessun ragazzo.
Ero arrabbiata con me stessa per stare in quello stato per un ragazzo che conoscevo appena.
Io non eri così.
Non lo ero mai stata.

Xavier: < ti piace davvero eh?>

Mary:< No papà, non è possibile!
Non deve!
Devo cancellare tutto ciò che è successo stasera dalla mia testa.>

*Presi la fiaschetta di rum di papa dalla borsetta, presi due bicchieri di plastica dall'armadietto della stanza e li riempì.*

Mary: < puoi bere anche tu ora, tanto tra poche ore usciremo di qui e torneremo alla nostra vita>

Xavier: < principessa, grazie per il Rum ma.. non si risolvono così queste cose.
Dopo sarà peggio.>

Mary:< dopo ci penserò!
Ora voglio solo dimenticare>

                         ***

La mattina dopo, una volta ricevute le  le dimissioni, con un taxi andammo in hotel a prendere le valigie, per andare in aeroporto per tornare a casa.

Salimmo sull'aereo e avvicinando la faccia al vetro del finestrino vidi dall'alto la ruota panoramica del Luna park.
Sembrava così piccola da la su.
Davanti a me si proiettava l'immagine di un ragazzo e una ragazza che si divertivano.
Mi apparse  il volto di quello sconosciuto impacciato e col nasino all'insu per un ultima volta mentre l'aereo prendeva quota sempre di più.
Non lo avrei mai più rivisto.
Sarei tornata alla mia vita, caso chiuso!

               Continua...

Wide Eyed Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora