capitolo 32

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17 ore prima


Dylan's Pov

Erano circa le 21:00 quando decisi di andare allo store notturno per comprare le sigarette.

Parcheggiai la macchina ai posti laterali e scesi per entrare allo store.

Comprai due pacchetti di sigarette e una cola.
Pagai ed uscendo dal negozio aprii il pacchetto e mi accesi una delle mie Marlboro.

Mi avvicinai alla jeep quando sentii qualcosa colpirmi da dietro.

Mi accasciai a terra con un forte dolore alla nuca perdendo i sensi.

Riaprii gli occhi e sentii che qualcosa mi teneva bloccato.
Ero seduto su una sedia, avevo braccia e gambe legate ad essa.
Era un posto molto scuro, si sentiva una puzza stagnante.
Dovevo trovarmi in un capanno vicino il porto sicuramente.

Avevo un dolore forte in testa e non riuscivo a tenere bene gli occhi aperti per il forte odore.

Sentii dei passi avvicinarsi e vidi due uomini vestiti di nero.
Dietro di loro doveva esserci una donna.
Si sentiva rumore di scarpe con tacco.

Non riuscivo a vederli in volto, era molto buio.

Dylan:<chi cazzo siete?
E che volete da me?>

X:<ragazzo ti è andata male>

Non avevo mai visto la moglie di Xavier.
Ma da quello che mi stava per dire avrei capito subito che era lei.

Katrina:<ragazzo per tua sfortuna ti sei innamorato della persona sbagliata.
Quella pazza ingrata sarà la tua rovina.
Peccato perché hai un bel faccino, mi dispiacerà fartelo rovinare.>

*Mentre mi parlava si era avvicinata a me e mi tirò i capelli per farmi stare con la faccia in su.*

Dylan:<se vuoi fare del male a Mary te ne pentirai>

Katrina<non sei nelle condizioni di fare minacce>

*Si allontanò di pochi passi da me e diede delle indicazioni ai suoi uomini.
Le obbedivano come dei cagnolini.*

Katrina<Voi due, tenetelo d'occhio. Non osate farlo scappare o vi accadrànno cose ben peggiori.
ci vediamo domani mattina ragazzo. Quando comincerà il vero divertimento.>

*Stava andando via.
Lo capii dai passi che si allontanavano.*

Rimasi bloccato con quei due individui.
Dovevo trovare il modo di liberarmi e fuggire.. o per lo meno chiedere aiuto.

Il dolore alla testa era sempre forte. Probabilmente stava uscendo anche sangue , sentivo qualcosa di caldo colare dietro il mio collo.

Le gambe si erano intorpidite, erano legate troppo strette e non circolava bene il sangue.
I polsi stessa storia.
Riuscivo a muovere le mani ma non riuscivo ad arrivare al nodo con le dita.
Cazzo non ci voleva.

In quella situazione, anche se ero messo male, riuscivo a pensare solo a lei.
La mia Mary che avrebbe dato di matto non appena avesse scoperto cosa mi fosse successo.
Si sarebbe sentita in colpa e si sarebbe messa nei guai a causa mia.
Io che dovevo proteggerla e farla stare bene riuscivo solo a scombussolargli la vita.
Ero frustrato e arrabbiato con me stesso.
Ma avrei lottato fino alla morte per lei.

Non capivo quanto tempo fosse passato.

Non sapevo da dove mi fosse venuta quella stupida idea ma decisi di fare innervosire quegli uomini.
Forse pensavo che avessero avuto reazioni diverse e avrei trovato un modo per liberarmi.

Dylan:<ehi voi due!?
Siete davvero dei bravi cagnolini.
Quando eseguite gli ordini la padrona vi da il biscottino?>

Uomo1:<attento a come parli moccioso>

Dyl:<uhhh ho toccato un tasto dolente.
Chi dei due scodinzola di più quando la padrona da le ricompense?
A lavoro finito vi paga in croccantini?>

Uomo2< tappagli la bocca o non vedrà la luce del sole>

*Il più grosso dei due si avvicinò e mi mise dello scotch sulla bocca.
Bene avevo calcolato male le cose. Non era il risultato che avevo sperato. Pensavo mi facessero qualcosa così da farmi cadere e poter arrivare a qualcosa che mi avesse aiutato a slegarmi o tagliare le corde. *

Arrivò il mattino e ritornò quella donna odiosa.
Aveva una busta dalla quale aveva uscito una bottiglia bianca con delle scritte nere.
Non riuscivo a capire cosa fosse.

Sentivo un cellulare squillare.
Era il mio.
Lo avevano preso loro, merda.
Squillava ininterrottamente.
Era Mary ne ero sicuro.
Avrà pensato che non volessi più stare con lei o che fosse successo qualcosa di grave e sarà preoccupatissima.

Anche i mie genitori sarebbero stati sicuramente in pensiero.

Erano passate molte ore, ero stanco, avevo sete e fame.
Mi faceva male ogni parte del corpo.
Ma dovevo resistere.
Dovevo farlo per la ragazza che amo.

Sarà stato pomeriggio presto quando si decisero a rispondere all'ennesima chiamata.

Katrina:<pronto cara.
Ho qui una persona per te.
Vuoi sentirla?
Mi dispiace credo che non possa parlare al momento.
Se vuoi che non gli accada nulla non devi fare altro che rinunciare all'eredità di tuo padre e far sì che sia io l'unica a beneficiare del suo patrimonio in caso di morte prematura.
Ah, c'è anche un altra cosa.
Ma per quello dovremmo parlarne in privato.>

*Non capivo come una persona potesse essere così meschina e cattiva.
E non capivo come facesse questa donna a passarla liscia dopo tutto quello che stava causando a Mary e suo padre.

Mentre ero preso da questi pensieri mi sentii premere un panno bagnato di qualcosa che aveva un odore nauseabondo sul viso e persi di nuovo i sensi.*

            Continua...

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