capitolo 27

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                Mary's Pov

Era arrivato il giorno della prima udienza.
Io ero seduta dietro mio padre in tribunale.
Dall'altro lato vidi seduta quella troia di Katrina con il suo avvocato.

Aspetta ma io quella lì la conoscevo!?
Ma era la madre di Margot.
Non ci voleva proprio.

*Lei sarebbe stata difesa dalla madre di una delle mie più care amiche.*

Il giudice sembrava non credere alle parole di mio padre anche davanti a delle prove schiaccianti della sua innocenza.

Qualcosa non mi tornava.
Non potevano davvero non crederci, specialmente dopo le foto delle condizioni in cui riversava mio padre, dopo l'aggressione e la mia testimonianza di ciò che mi aveva fatto.

Il giudice rinviò l'udienza di una settimana.

Tornai a casa ancora incazzata quando ricevetti un messaggio da Margot.

Da Margot:📲

<<Tesoro dobbiamo parlare subito.
Vediamoci al solito posto del parco  tra 30 minuti.>>

Era strano, di solito mi chiamava quando voleva vedermi.
Doveva essere successo qualcosa di grave.
Misi la mia giacca di pelle ed uscii avviandomi verso il parco.

Arrivai lì e vidi Margot seduta su una panchina.
Aveva l'aria di chi non voleva farsi vedere.

Mary:<ehi che succede?>

Margot:<qualcuno ti ha seguita?>

Mary:< no!
Certo che no>

Margot:<bene, perché devo dirti una cosa importantissima.>

Mary:<mi stai facendo preoccupare>

Margot:< dovresti.
Stanotte ho sentito i miei che parlavano con l'ex moglie di tuo padre.
I miei sono amici del giudice e lei gli ha promesso molti soldi per fargli vincere la causa.
Il giudice è corrotto e anche i suoi avvocati.
Sono i miei genitori ma non approvo i loro modi di lavorare.
Katrina ha in mente di fare qualcosa di grosso e pericoloso.
Le ho sentito dire che visto che con te non aveva risolto niente, dopo quello che ti aveva fatto, avrebbe iniziato a colpire le persone a cui tieni.>

Mary:<aspetta un attimo.
Katrina era a casa tua?>

Margot:<ehi di quello che ti ho detto hai capito solo questo?
Le cose sono gravi Mary.
Questa volta non te ne uscirai con qualche graffio, temo che faranno qualcosa di brutto.>

Mary:<certo che ho capito anche il resto.
Senti, ti ringrazio davvero per avermi riferito queste cose.
sei una vera amica.
Ora bisogna tenere gli occhi aperti>

Margot: <se sento qualcos' altro te lo dirò subito.
Eh, Mary! Mi dispiace per i miei genitori>

Mary:<non è colpa tua.
Purtroppo non decidiamo noi i nostri genitori, ma possiamo decidere come agire, e tu hai fatto la cosa giusta, grazie>

Margot:<dai vieni ti accompagno a casa sono venuta con la porsche>

Mary:< grazie, ma prima facciamo una piccola tappa.
Frappè?>

Margot:<ottima idea>
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              Autrice's Pov

Dylan nel pomeriggio era uscito con degli amici.
Verso le 20:00 si diresse verso casa ed è lì che notò qualcuno che lo stava seguendo.
Una macchina nera con i vetri oscurati.
Decise di cambiare strada anche se era quasi arrivato.
Fece il giro dell'isolato e si fermò. Spense i fari e restò in attesa.
Voleva vedere chi fosse e se si fosse fermato.

Non era un idea saggia ma la curiosità di quel ragazzo era indiscutibile.
Chissà perché si cacciava sempre nei guai!

Abbassò lo sguardo per rispondere ad un messaggio sul cellulare, quando sentì la portella della jeep aprirsi  trovandosi scaraventato fuori.

Ricadde a terra battendo la testa.
Due uomini robusti lo alzarono e iniziarono a picchiarlo.
Non aveva avuto tempo di fare nulla, ne scappare.
Lo lasciarono a terra e ridendo dissero...

X: <è stato un piacere ragazzo, salutaci la signorina Lapointe>

Salirono in macchina e se ne andarono.

Dylan rimase seduto a terra con la schiena poggiata alla sua jeep.
Aveva il fiato corto e dolori in tutto il corpo.
Sentiva il sapore ferroso del sangue in bocca.

Lentamente cercò di mettersi in piedi ed entrò in macchina.

Tornò a casa e non appena entrato salì di corsa in camera sua senza dire nulla.

Si guardò allo specchio e vide il labbro spaccato e coperto di sangue.

Si alzò la maglietta ed erano già usciti dei lividi al fianco delle costole e sull'addome.

Si stese sul letto senza parlare, senza avvisare nessuno.

Non voleva dire nulla, non voleva far preoccupare la sua ragazza.

Avrebbe pensato a qualche scusa per quei lividi più tardi, in quel momento voleva solo riposare e non pensare a quei dolori lancinanti che aveva.

          Continua...

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