capitolo 12

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                    Autrice's Pov

Mary e Dylan si sentivano spesso per telefono o messaggi.
E ormai sembrava fossero diventati buoni amici.

Dylan aveva iniziato a provare a frequentare una ragazza per togliersi Mary dalla testa ma probabilmente invano.

Con Denny le cose andavano alla grande ma non avevano ancora ufficializzato la cosa.
volevano andarci piano.
Prendere le cose come venivano.
Si divertivano un sacco insieme.
Non cambiava molto rispetto a quando erano solo amici, c'era solo l'aggiunta del sesso nel loro rapporto.

Anche se la notte nei sogni di lei appariva ancora prepotente quel ragazzo che le aveva fatto perdere il controllo in quel luna park a Las Vegas.

Era come un incubo che non andava mai via.
Un bellissimo incubo.
Cercava di non pensarci tutto il giorno e sembrava riuscirci, ma la notte tutto lo sforzo fatto durante le ore prima spariva via in un attimo.

La sera andava sempre nel solito pub a bere e fumare, nella speranza che i sogni si placassero, ma l'unico risultato era solo un fottuto mal di testa il mattino successivo.
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                 Mary's Pov

Ery: <sai che non puoi continuare così vero?>

Mary< che differenza fa?
Siamo sempre venute in questo pub a bere>

Ery: < puoi prendere in giro Denny, che non si rende conto di cosa ti sta capitando, ma non me.
Conosco quello sguardo e non porta a niente di buono>

Mary < stai travisando tutto, pensiamo solo a divertirci, dopo domani si torna a scuola e sono gli ultimi due giorni che abbiamo prima di rivedere tutta quella merda>

Ery <fai come vuoi io ti ho avvertita>

*Prese una birra e si allontanò verso l'uscita. *

Rimasi da sola, seduta al nostro solito tavolo.
Saranno state le 2 di notte perché il pub ormai era quasi mezzo vuoto.
Ordinai un altra vodka e rimasi lì a pensare.
Ormai i miei pensieri vagavano tra i mille problemi che cercavo di nascondere.
Ero sempre stata brava a cavarmela da sola, a non far pesare niente agli altri e far credere che tutto andava bene.
Ma ovviamente ciò che appariva non era mai quello che era  in realtà.
Avevo una casa perfetta, un papà fantastico, una migliore amica rompi palle ma che adoravo, un ragazzo stupendo e sicurezza in me stessa.
Ma dall'altra parte avevo da pensare ai problemi che quella stronza di Catrina stava creando a mio padre.

Ero quasi convinta che le ferite che papà diceva di aver accidentalmente avuto siano state a causa sua e stavo cercando di indagare da un po' di tempo ormai.

Per non parlare dei giornalisti che ogni giorno si nascondevano vicino casa per cercare qualche scoop quando papà usciva.
Dopo l'incidente del mese precedente sembravano più accaniti.
Dio quanto li odiavi quando erano così invadenti.
E come se non bastasse avevo quei maledetti sogni ricorrenti che mi davano il tormento.
Ogni notte il volto di Dylan mi appariva con insistenza.
All'inizio ci sentivamo quasi ogni giorno. Pensavo che eravamo diventati buoni amici ma ormai era più di una settimana che non si faceva sentire ne rispondeva ai messaggi.
Dedussi che non voleva più saperne ed io non insistetti più di tanto.
Doveva andare così, non ci saremmo rivisti mai più quindi meglio che fosse andata così.
Prima sarebbe sparito dai miei pensieri meglio sarebbe stato.
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----Las Vegas 7giorni prima---

    Casa Bouchard-armstrong

            Dylan's Pov

Dylan :< papà mi stai prendendo in giro?>

Victor :< No moccioso, mi hanno dato il trasferimento come primario quindi è tutto già deciso>

Alexander < io ho anche fatto il cambio nella sede di li e hanno subito accettato, un vigile del fuoco in più serve sempre, con la mia esperienza poi!>

*Non credevo alle mie orecchie, era tutto vero.
Non poteva essere.
Sembrava un sogno.*

Victor: * prese una bottiglia e due bicchieri e li riempì brindando col marito*
< Alla nostra nuova vita a Los Angeles>

Dylan: <vi ho già detto che vi amo!?>

         
Continua...

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