capitolo 52

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Mary's Pov


Erano già tre giorni che ero stesa su quel letto di ospedale.

Avevo appreso e realizzato davvero quello che era successo.
Non riuscivo ancora a credere come fossi ancora viva.

Ero ancora legata all'ossigeno e alla macchina che controllava il cuore.
Avevo la flebo fissa, visto che non potevo ancora mangiare da sola.
Non potevo neanche alzarmi per andare in bagno.

Avevo in testa la frase di Victor che mi girava e rigirava nella mente.

"Non potrai più avere figli"

Ero grata a lui e gli altri medici per avermi salvata.
Ma quella notizia mi aveva messo un angoscia nel cuore che non riuscivo a metabolizzare.

Per una donna credo che quella sia una delle  notizie più brutte che possa ricevere.
Anche perché io, magari non in quel momento che era troppo presto, ma avrei voluto figli un giorno.

Volevo muovermi, non ne potevo più di stare ferma a letto.
L'unica cosa che potevo fare era muovere le braccia e stare un po' più rialzata con la schiena.
Ma non potevo fare altro visto che l'operazione era ancora fresca e la ferita profonda.

Sia benedetto chi aveva inventato la morfina, senza di quella sarei già crepata per i dolori.
Non che anche in quel modo non li sentissi, ma almeno erano più attutiti.

Ery sembrava stare meglio, anche se aveva quella benda sugli occhi e quindi era ormai praticamente cieca da giorni.

Dylan non mi aveva lasciata un attimo.
Non tornava a casa neanche per cambiarsi.
Alexander ogni giorno gli portava degli abiti puliti e si lavava lì in ospedale.

Gli avevo detto che poteva andare a casa a riposare ma non ne aveva voluto sapere.

Mi dispiaceva farlo restare lì anche perché erano tre giorni che non dormiva davvero e quella poltrona dove stava non era il massimo della comodità.

Non voleva farlo vedere, ma ci stava molto male per quello che mi era successo, ed io lo sapevo benissimo.

Non lo biasimavo.
Anche io avrei avuto la sua stessa reazione e molto probabilmente mi sarei comportata come lui non lasciandolo solo, ma mi sentivo in colpa a farlo stare sempre lì.

Era come se avesse messo la sua vita in standby per me, e non volevo questo.

Sapevo che lo faceva perché mi amava, ma proprio per questo non volevo che fermasse tutto il resto per me.

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Ore 22:30

Ery:<Bestiolina sei sveglia?>

Mary:<si, mi voglio alzare da questo merda di letto>

Ery: <non ci provare che ti ammazzo>

Mary:<tanto non puoi vedermi e non puoi neanche muoverti, quindi non potresti neanche fermarmi>

Ery:<non ci vedo ma ci sento e anche con tutto il gesso alla gamba ti ammazzo.
Comunque voglio fumare cazzo.
Sono tre giorni che non fumo sto dando i numeri>

Mary:<zitta, non ne parliamo.
Ho bisogno di nicotina subito o impazzisco.>

Ery;<ma se ci facessimo portare da Tyler e Dylan con i letti al piano di sopra, così possiamo fumare e poi torniamo?>

Mary:<come faccio a portare con me la macchina dell'ossigeno, del cuore e la flebo?>

Ery:<tu non puoi ma io si>

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