Mary's PovNei giorni seguenti avevo avuto sempre più spesso contatti con Dylan. Ormai ogni qual volta trovavamo qualche minuto libero a scuola ci nascondevamo dietro ogni angolo per baciarci.
Non dovevo, lo sapevo benissimo, ma era qualcosa che non potevamo controllare.Denny sembrava iniziare a sospettare qualcosa ma ogni volta che cercava di fare domande sviavo il discorso e parlavo d'altro o dicevo che avevo da fare e me ne andavo.
Passavamo sempre meno tempo insieme finché non decisi che era meglio se rimanevamo solo amici. Non riuscivo più a gestire quella situazione.
E comunque non provavo che semplice affetto fraterno verso di lui.Denny: <quindi mi stai lasciando?>
Mary: <ci abbiamo provato ma non è andata come volevamo.
Lo sai anche tu>Denny: <no che non lo so.
A me sembrava che andassero bene le cose.
Finché non è entrato in scena quel coglione del nuovo arrivato.
Com'è che si chiama!? Dylan?
Che cos'è ti piace lui?
Ho visto che vi guardate sempre>Mary: <ma che stai dicendo!?
no.
È solo che io non riesco a provare amore, ti voglio bene e lo sai benissimo.
Siamo cresciuti insieme e ti vedo come un fratello ormai.
Ci ho provato ad andare oltre ma per me non ha funzionato Den.>Denny: <Tu sei impazzita.
Dopo tutti questi mesi mi vieni a dire che non sei andata oltre?
Ci divertivamo tanto insieme, abbiamo fatto sesso, per te non conta questo?Mary:<Appunto, abbiamo fatto sesso, non era amore.
Ci divertivamo perché era di quello che avevamo bisogno in quel momento, divertirci e non pensare alla merda che ci circondava.
Ma quello non era amore.
L'amore è un altra cosa>Denny: <sai che c'è!?
Vaffanculo!
Credevo di conoscerti, ma mi sbagliavo.
Stammi bene>Salì sulla moto e se ne andò, lasciandomi su quella panchina in mezzo al parco dove avevamo passato dei giorni spensierati.
Restai lì da sola con i miei pensieri e il sottofondo del vento d'autunno che mi faceva compagnia.
Lo avevo lasciato.
Ero triste ma nello stesso tempo sollevata.
Non capivo bene se era perché ora potevo pensare a me stessa o perché potevo parlare e farmi vedere in compagnia di Dylan senza nascondermi.Sapevo solo che per quel momento non me ne sarei preoccupata.
Avrei passato il fine settimana con mio padre lasciando da parte per quei giorni tutti i problemi che mi portavo dentro.
O almeno così pensavo.
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Tornai a casa e aprendo la porta mi trovai uno scenario raccapricciante.
C'erano vetri ovunque, vasi rotti, il tavolino di vetro del salotto completamente distrutto e.. mio padre seduto sul divano.Era completamente irriconoscibile.
Aveva in mano un bicchiere di rum.
La bottiglia era quasi vuota, e aveva la faccia insanguinata.
Aveva ferite sul viso, e sulle braccia delle bruciature.Cercai di non farmi prendere dal panico e la prima cosa che feci fu quella di prendere la cassetta del pronto soccorso per medicare le ferite sul suo volto.
Xavier: <principessa scusami>
Mary:<papà che cosa è successo?
Chi è stato?>Xavier: <avevi ragione.
Tu hai sempre ragione piccola mia>*Stava piangendo.
Mio padre stava piangendo.
Non ci vedevo più dalla rabbia.
Avevo già capito che era colpa di quella troia di Katrina.*Mary: <papà che ti ha fatto quella stronza?>
Xavier:< non preoccuparti, finirà tutto presto>
Mary: <ehi ormai sono grande ho 17 anni e so reagire bene alle cose, noi ci proteggiamo a vicenda ricordi?
Che ti ha fatto?>Xavier:< a lei interessavano solo i miei soldi, quando ha capito che un giorno tutto quello che avevo sarebbe stato solo tuo ha dato di matto.
Ha iniziato a minacciarmi.
Ha detto che mi avrebbe denunciato per molestie e abusi.
Avrebbe detto che la picchiavo.
Mi ha lanciato addosso di tutto.
Non potevo toccarla per difendermi perché avrei solo peggiorato le cose.
Se ne è andata qualche ora fa.>Mary: <Giuro che la uccido con le mie stesse mani!
Quella stronza di merda, come ha osato!?
Dio quanto la odio>*Ero furiosa.
Aveva osato fare del male alla persona più importante della mia vita, la persona che amavo di più al mondo. Non l'avrebbe passata liscia.
Dovevo fare qualcosa, anche se avesse dovuto significare finire al riformatorio, mi sarei vendicata.
Ma quello non era il momento, dovevo restare lucida per mio padre e non farmi sopraffare dalla rabbia.*Dopo aver medicato le ferite di papà andai in cucina, gli preparai qualcosa da mangiare e lo accompagnai in camera da letto per farlo stendere un po',
Aveva solo bisogno di riposare al momento.Sistemai il disastro che c'era in casa e dopo andai a fare un bagno caldo.
Ne avevo bisogno.
In un solo giorno erano successe troppe cose.
Prima la storia di Denny poi quel disastro a mio padre.Accesi lo stereo.
Mi immersi nell'acqua...
accesi una sigaretta e con i Metallica di sottofondo cercai di pensare un piano per la situazione di papà.Continua...
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Wide Eyed
RomanceTratto dal prologo: Dylan:《 Dovrei chiamarla...?》 Alexandre:《 Dipende.》 * Dipende? Da cosa esattamente? Schiudo le labbra e sollevo gli occhi verso mio padre mentre l'uomo si accomoda accanto a me.* Alexandre:《 Vuoi chiamarla per un tuo desiderio o...