capitolo 29

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               Dylan's Pov

Era notte.
Aprii gli occhi a fatica.
Avevo il fiato affannato e avevo un dolore forte al petto.

Non riuscivo a respirare.
Cercai di alzarmi per non svegliare la mia ragazza che dormiva accanto a me.
Andai per alzarmi e vidi tutto intorno a me girare.
Ricaddi seduto sul letto.
Sudavo a freddo e mi tremavano le mani.
Ero in iperventilazione e il dolore al petto aumentava sempre di più. Avevo le lacrime agli occhi.

Mary si accorse di me in quello stato e mi si catapultò vicino cercando di accarezzarmi il viso.

Mary:<Dyl che succede?>

Dyl:,<credo sia un attacco di panico>

Mary:< cerca di fare respiri lenti e profondi, pensa a qualcosa di positivo.
Pensa a Noi>

Dylan: <non- ci -riesco->

*Vidi Mary che all'improvviso mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
Un bacio profondo.
Un bacio che diceva tutto ciò che provava per me e anche della paura di perdermi.*

Mi accorsi che iniziavo a sentirmi meglio.
Il respiro si stava regolarizzando e il dolore al petto era diminuito.

Dylan: <ci sei riuscita!?>

Mary:<bhe ho pensato che fosse una cosa che ti faceva stare bene e così ti ho baciato.>

Dylan:<Ti amo>

Mary:<lo pensi sul serio?>

Dylan:<che razza di risposta è?
Certo che lo penso sul serio.
Ti amo e credo di averti amata dalla prima volta che mi hai mandato a fanculo in quell'ospedale>

Mary:<vieni qui scemo>

*Mi tirò a sé e mi abbracciò mentre poggiava le sue labbra alle mie*

Non mi aveva risposto.
Sapevo che era difficile per lei esprimere quello che provava ma andava bene così.
Mi dimostrava quello che prova essendoci sempre e con i gesti.

Ci rimettemmo a letto e la abbracciai finche non si addormentò.

Rimasi a fissare il muro pensando a cosa potesse aver innescato l'attacco di panico di poco prima.

Non ne avevo uno da quasi un anno.

Prima di svegliarmi in quello stato avevo fatto un sogno.

Avevo sognato che la ex moglie del padre rapiva Mary e la lasciava in fin di vita davanti ai miei occhi.

In più avevo il pensiero fisso su quello che era successo la sera prima.
Ero stato picchiato per far del male a lei.
Volevo proteggerla e rendergli la vita più leggera, ma non riuscivo a combinare mai niente.
Ero un idiota totale.
Basta, avevo deciso.
Dovevo chiedere aiuto a qualcuno per addestrarmi a difenderla.
Tyler era perfetto.
Mi avrebbe preso per culo a vita ma non mi importava.
Avrei fatto di tutto per la ragazza che amavo.
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