capitolo 24

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                      Mary's Pov

Uscii dalla doccia e mi avvolsi un asciugamano addosso.

Andai verso la mia camera trovandomi Dylan completamente nudo, steso a pancia in giù sul mio letto che si era addormentato.

Era un bello spettacolo non c'era che dire.
Per non parlare del culo, era perfetto, veniva da morderlo.

Mi misi a ridere da sola per quei pensieri che avevo appena fatto.

Misi un paio di slip, tolsi l'asciugamano e istintivamente presi la maglietta di Dylan e la indossai.

Avere il suo profumo addosso era la sensazione più bella che poteva esserci.
Mi stesi accanto a lui.
Gli diedi un bacio e mi misi a dormire serenamente.

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Aprii gli occhi ancora mezza addormentata e mi accorsi che non ero sola e per poco non mi venne un infarto.

Qualcuno mi teneva stretta a se in un abbraccio.

Realizzai che era Dylan e mi tranquillizzai subito.

Dylan: <buongiorno nanetta, dormito bene?>

Mary: <ehi buongiorno Dyl>

Dylan: <sei bellissima anche appena sveglia>

Mary: <sei anche spiritoso, questa dote non la sapevo>

*lo presi in giro prima di dargli un bacio*

Dylan: <credo che dovrei andare adesso, prima che ci scopra tuo padre>

Mary: <tranquillo resta, tra poco scendiamo a fare colazione>

Dylan: <ma ti sei impazzita!
Tuo padre capirà che abbiamo dormito insieme>

Mary: <Dyl, con mio padre non ci sono di questi problemi, lascia fare a me.>

Dylan: <va bene se lo dici tu.
Bhe comoda la mia maglietta?>

Mary: <oh sì molto grazie, tu dormivi e io ne ho approfittato>

Dylan: <mi piace vederti solo con quella addosso>

Mary: <dai alziamoci adesso o faremo tardi a scuola>

Dylan mi tirò verso di lui bloccandomi le braccia

Dyl: <eh no tu resti qua con me.>

Iniziò a baciarmi e far incontrare le nostre lingue.
Ero seduta a cavalcioni su di lui e sentivo la sua eccitazione crescere.

Iniziai a baciargli il petto e mi avvicinai all'elastico dei suoi boxer abbassandoli leggermente.

Mi avvicinai appena alla sua erezione quando sentimmo una voce dal piano di sotto che mi chiamava.

Xavier: <principessa, sbrigati o farai tardi>

Mary *urlando* <arrivo papà.>

Dylan: <non è giusto, iniziava a piacermi la cosa "principessa">

Mary: < avremo tempo, e ti prego non chiamarmi anche tu principessa>

Dylan: <come desidera principessa>

Si alzò facendo un inchino sfottendomi.

Ci vestimmo e scendemmo giù in cucina.
Dylan era dietro di me terrorizzato dall'idea di farsi vedere da mio padre.

Mary: <buongiorno papà, lui è Dylan.
Ha passato la notte qui perché era tardi e visto che avevo bevuto un po' troppo è stato così gentile da restare con me.>

Xavier: <buongiorno principessa, lo sai che non mi devi spiegazioni.
Ciao Dylan piacere Xavier Lapointe, la mia piccola mi ha parlato molto di te>

Dyl: <buongiorno signore piacere mio, è un onore conoscerla.
So tutto di lei ho tutti i suoi album, la stimo molto come artista>

Xavier: <grazie ragazzo ma non c'è bisogno di essere formali, dammi pure del tu.>

Mary:<sei ancora più carino quando sei impacciato>

*Gli scompigliai i capelli e gli posai un bacio sulla guancia*

Mary: <ora mangiamo che sto morendo di fame>
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Dylan's Pov

Avevo passato la notte a casa di Mary.
Avevamo fatto l'amore e avevamo dormito insieme.
Non potevo essere più felice di così

Finalmente le cose stavano andando per il verso giusto.

Ero felice perché vedevo che rispetto a come si comportava con gli altri con me era diversa.

Riusciva ad abbassare la corazza che aveva innalzato.

Le avevi detto che la amavo.
Credevo che non mi avesse sentito nella situazione in cui eravamo.
Forse era meglio così.
Credo di amarla dal primo momento che l'ho vista.

Quella mattina avevi  conosciuto il padre.
Mi aveva detto che gli aveva parlato molto di me.
Non capivo se era un bene o un male, ma mi piaceva pensare che parlava di me con il padre, voleva dire che provava qualcosa per me anche quando lo nascondeva.

Dopo aver fatto colazione uscimmo per andare a scuola.
Salimmo sulla jeep e misi in moto.

Fuori era ancora assediato di giornalisti.

Scattavano foto a qualunque persona entrasse o uscisse da quella casa.

Vidi Mary che si stava innervosendo perché ci avevano fotografati.
Misi una mano sulla sua coscia accarezzandola e sentii che al mio tocco i suoi muscoli si distesero.

Mi guardò e si sporse per baciarmi.
Le sorrisi e continuai a guidare senza dire nulla.
Non c'era bisogno di dire nulla, i nostri occhi parlavano da soli ormai.

     
                Continua...

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