capitolo 28

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                  Mary's Pov

Avevo appena raccontato ad Ery di quello che mi aveva detto Margot.

Era sera e Dylan non si era fatto vivo per niente.
Era strano, non era da lui sparire in quel modo.

Non rispondeva al cellulare così decisi di passare da casa sua.

Arrivai davanti casa e vidi la jeep parcheggiata, quindi era in casa.

Suonai al campanello e mi aprì Alexander.

Alexander: <ciao cara tutto bene?>

Mary: <buonasera Alexander, Dylan è in casa?>

Alexander:< si è tornato poco fa ed è salito subito in camera>

Victor: <che succede, chi era alla porta?>

Mary: <buonasera Victor sono io. Cercavo Dylan>

Victor:< sali di sopra e poi se volete scendete a cenare>

Salii e bussai alla porta.

Dyl: <papà sono stanco voglio riposare>

Mary:< Dyl sono io apri la porta>

Dylan: <scusami ma è meglio se torni a casa>

Mary: <Dylan ma che cazzo stai dicendo!? Aprimi subito la porta o la sfondo a calci>

*Che cazzo stava succedendo!?*

Dylan aprì la porta e sgranai subito gli occhi vedendolo.

Era a pezzi.
Aveva il viso macchiato di sangue e il labbro spaccato.
Sembrava avesse pianto.

Mary: <ehy che cazzo ti è successo?>

Dyl:< non è niente sto bene>

Mary: <non prendermi per culo, parla e muoviti>

Dylan: <sono caduto mentre giocavo a baseball con degli amici, sto bene>

Mary: <so quando menti e adesso stai mentendo.>

Andai per abbracciarlo e al mio tocco emise dei piccoli lamenti di dolore.

Mi staccai subito da lui e lo guardai negli occhi.
Aveva lo sguardo perso in chissà quali pensieri.
Qualcosa non andava.
Notai che aveva lo sguardo rivolto verso il basso e non mi guardava negli occhi.
Si teneva il fianco con la mano.
Andai per alzargli la maglietta e ciò che vidi mi fece venire un colpo, rimasi senza fiato.
Aveva il corpo ricoperto di lividi molto evidenti e grossi.
Erano freschi.

Mary:< Dylan chi cazzo ti ha fatto questo?
Che cosa è successo?
Parla per favore>

Dylan: <non è successo niente, non ti devi preoccupare per me, sto bene.
E scusami se non volevo aprirti>

Mary:< allora!
Iniziamo col disinfettare le ferite e poi mi dirai cosa è successo>

Presi disinfettante e cotone e iniziai a medicarlo.
Aveva lo sguardo da cane bastonato.
Dovevo capire subito cosa era successo.
E soprattutto chi aveva osato ridurlo in quello stato.

Nessuno toccava ciò che era mio senza avere conseguenze.

Ci stendemmo sul letto e lo abbracciai facendo attenzione a non fargli male e gli accarezzai i capelli.

Mary:< Dyl, ora puoi dirmi che sta succedendo?
Sai che puoi parlare con me>

Dyl:< ti conosco e non voglio che ti succeda niente, per questo non posso dirtelo.
Se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai>

Mary:<dimmi almeno perché ti hanno fatto questo?>

Dylan:<proprio quello non posso dirti. Ti metteresti nei guai come al solito e non finirà bene questa volta>

Mary:<ti prometto che non farò nulla di avventato>

Si girò di spalle e iniziò a parlare senza guardarmi.

Dylan: <stavo tornando a casa quando ho notato che una macchina mi seguiva.
Avevo accostato e due uomini mi hanno scaraventato fuori dalla jeep e mi hanno picchiato.
Tutto qua.>

Mary:<cosa!? Ma perché? Chi erano?>

Dylan: <ho un idea e non è niente di buono.
Tu sta attenta e tieni sempre gli occhi aperti.
Non uscire più da sola.
Ci sarò sempre io con te e quando non potrò chiederò a Tyler o Ery di accompagnarti se vorrai uscire>

*Avevo la mente incasinata, ero fuoriosa per quello che gli avevano fatto e stavo pensando a chi poteva aver mandato quei due uomini.
Cazzo, avevo capito tutto.
Era il modus operandi di quella troia.*

Sarà stato un caso che lo stesso giorno che Margot mi diede la soffiata Dylan veniva pestato?
Ora, dovevo capire se il mio ragionamento era esatto, anche se non avevo dubbi, e capire come muovermi.
Aveva osato toccare la persona che amavi e questo gli sarebbe costato molto caro.

Aspetta!?
Io lo amavo?
Non avevo mai pensato a questo sentimento, ma credevo di si.
Io lo amavi e forse era sempre stato così fin dall'inizio.
Mi ero persa di nuovo nei miei pensieri.
Mi fece tornare in me Dylan richiamandomi a se.

Dylan:<hai già capito tutto vero?>

Mary:<vorrei non fosse così ma si Dyl, so chi è stato>

Dylan:<giurami che non farai stronzate>

Mary:<Dyl io- >

Dylan:< promettimelo>

Mary:<non posso.
Starò attenta ma non posso restare senza far niente>

Dylan:< No!
Sono io che devo proteggere te non il contrario.
Quando lo capirai?
Sono il tuo ragazzo e tocca a me tenerti al sicuro cazzo>

Era arrabbiato e frustrato, non lo avevo mai visto così.
Capivo come si poteva sentire ma a me veniva facile cavarmela da sola.
Nessuno aveva mai voluto proteggermi ed era una cosa nuova per me.
Avevo sempre fatto tutto da sola.

Decisi che per quella  stasera non avrei influito di più sullo stato di Dylan con le mie paranoie.

Mi lasciai abbracciare e lasciai che si riposasse accanto a me.

        Continua...

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