mio padre

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"Dimmi"

"Amore io ho parlato con tuo padre e siamo arrivati ad una conclusione e per una volta entrambi siamo d'accordo" disse cambiando tono, dal gioioso al serio

"Wow prima volta che non litigate su qualcosa" dissi ironizzando la situazione, non sapendo di cosa stesse parlando

"Bianca... pensiamo che dovresti tornare in Italia"

Restai in silenzio, pensando di aver capito male

"Hai voluto sfidare tuo padre e hai perso, serve da lezione ma adesso non puoi fare più nulla a Londra" continuò a girare il coltello nella piaga

"Mamma spero tu stia realizzando cosa tu mi stia chiedendo di fare" cercai di farle capire la gravità della situazione

"L'ho fatto per me, per noi, papà non può sempre vincere!" continuai

"Lo so, sono fiera di te per averci provato ma certe cose non cambieranno mai..." disse smorzando il tutto con una nota di amaro

"Londra è una città costosa e non hai abbastanza soldi per restare" arrivò dritta al punto

"Si può trovare una soluzione, posso trovare un lavoro-." mi interruppe

"Vediamo le cose come stanno, hai 18 anni, hai poca esperienza lavorativa e ormai si pretende il massimo al giorno d'oggi, nessuno si prenderà la responsabilità di assumerti"

"Non posso lasciare Londra..." ignorai il suo discorso realista

"Pensaci e capirai che è l'unica via, richiamami" disse prima di mettere giù

Allontanai piano piano il cellulare dall'orecchio e mi sedetti di peso sul divano

Appena lo dissi ad Amy poco prima della chiamata, lei andò a farsi un giro perché non l'aveva presa molto bene, ed era comprensibile, me l'aspettavo...

Ma questa conversazione con mamma... sembrava stessi parlando con papà... era fredda, rude... dov'era la mia dolce, empatica, gentile e disponibile mamma?

Fredda come una stalattite... trasmetteva freddo da tutti i pori, riuscivo a sentirlo per sino dal telefono

Raccolsi le ginocchia e le strinsi al petto mentre ripensavo alle sue parole

"Dovresti tornare in Italia"

"Non puoi fare più nulla a Londra"

Come lo sapeva che non potevo fare più niente a Londra!

Vissi più là che in Italia e ormai era diventata casa mia... le persone più importanti della mia vita ce le avevo a Londra.. non potevo prendere e andarmene così

Non voglio neanche pensare di lasciare la vita che mi sono costruita da zero qua, sarebbe terribile doverlo anche solo immaginare

No.. non volevo, non potevo anche minimamente pensare di farlo, era l'equivalente del buttare nel cestino la mia felicità, quella felicità che aspettai per così tanto, non potevo perderla quando era appena cominciata

Sentii la porta aprirsi, alzai lo sguardo e vidi Amy

Era malinconica, triste, non sapeva né cosa dire né cosa fare

La guardai e gli occhi iniziarono a luccicare, alcune lacrime stavano già per bagnare il mio viso

"Oh Bianca no" disse sedendosi accanto a me per poi abbracciarmi forte

"Mi ha chiamato mamma, vuole che io torni in Italia, per sempre" dissi tra un singhiozzo e l'altro

"Calmati, respira" continuava a ripetere mentre affondavo la testa sulla sua spalla

Piansi, piansi fiumi, tra un po' cambiavo il colore del suo felpone

"Senti, secondo me i tuoi hanno ragione..."

Mi staccai e la guardai incredula

"Non ci posso credere, anche tu!" mi alzai e la guardai con sguardo accusatorio mentre mi asciugavo le lacrime con la manica

"Ascoltami un secondo, fammi finire, se torni in Italia potrai stare con tua madre finalmente, senza aspettare l'estate, più mille altri aspetti positivi Bianca, pensaci!" provò a farmi riflettere

Tentai di pensarci su e in effetti aveva ragione, c'erano tanti lati a mio favore ma dall'altra parte... molte cose negative

"Non posso Amy, qua ho tutta la mia vita, ho te, i ragazzi, Belle, e Mason! Abbiamo appena fatto un passo avanti nella relazione e io non posso andarmene... non ora che sta andando tutto bene nella mia vita dopo anni" motivai la mia risposta

"Congratulazioni, sono contenta per voi" disse abbracciandomi

Mi staccai fredda da quell'abbraccio

"Avrei voluto fosse una giornata dedicata a me e a lui, non pensavo di dover ritrovarmi a piangere subito dopo"

Lei capì che aveva fatto già troppo quindi salì le scale in silenzio e si rifugiò in camera sua, stessa cosa feci io pochi attimi dopo

La stanza era ben illuminata ma mi sentivo comunque al buio, in quello più profondo

Mi rannicchiai sotto le coperte che davano calore al mio corpo freddo e lasciai che le lacrime potessero inzuppare il cuscino

Singhiozzavo in silenzio, facevo scendere molte meno lacrime del dovuto, il resto rimaneva dentro ad affogarmi

Mi addormentai stanca, con il viso solcato, come fosse il letto di un fiume rovinato da una corrente d'acqua troppo forte

"Bianca svegliati, c'è tuo padre" le prime parole che sentii quando mi risvegliai, ero ancora nel mondo dei sogni e poche cose potevano farmi riprendere immediatamente, una di quelle era la parola 'padre'

"Che?"

"È fuori dalla porta" specificò Amy mentre mi accarezzava la spalla, avendo l'espressione di chi si sentiva in colpa per aver anche solo risposto al campanello

Se ne andò, di conseguenza mi alzai e senza cambiare nulla della mia attuale apparenza, scendo le scale, ogni gradino mi rendeva più vicina alla persona che non volevo neanche degnare di uno sguardo, lui, mio padre.

Mi aspettava davanti alla porta, posizionato sul tappeto con scritto "Welcome!" che valeva per tutti tranne per lui

Era vestito elegante, controllava l'orologio in argento ogni due secondi, come se stesse solo perdendo tempo

Quei pochi capelli sistemati con il gel e un'espressione composta, come se stesse per incontrare un cliente.

"Figlia mia" sentii appena notò la mia presenza

l'angelo in bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora