il quadro completo

1.3K 66 5
                                    

MASON'S POV:
Buon compleanno a me, credo.

Per la parte del compleanno ero sicuro ma per il "buon" neanche tanto

Seduto sul letto, con i capelli spettinati e le occhiaie fino a terra, non riuscivo più a riconoscere chi fossi

Sospirai mentre mi strofinavo gli occhi, completamente distrutto, dalla testa ai piedi, prima per la camminata lunga chissà quanti chilometri di ieri sera, e poi per... per quella conversazione che non può lasciare la mia mente in pace dal suo avvenimento

"... non ti amo più..." era come un disco rotto che non poteva fare a meno di ripetersi e ripetersi ancora e ancora senza mai darmi pace

Ci avevo pensato tutta la notte, non ci potevo semplicemente credere, mancava qualcosa, niente di quello che affermava aveva senso, a partire da quel "scusa per tutto" a continuare con quella lettera e a finire con quel "le cose non andavano bene", cioè la più grande stronzata di tutte messe assieme

No, non mi ero rassegnato, sennò starei piangendo sotto le coperte ma non era quello il caso, non ci vedevo chiaro, mancavano pezzi e prima di deprimermi volevo vedere il quadro completo

Scossi la testa, basta pensarci, avevo poche ore per godermi il fascino di Roma e distrarmi prima di ritornare ad alzare pesi e a correre come un cane lungo il campo da calcio

Mi voltai verso la porta quando sentii tre colpi sul legno scuro

"Avanti" dissi alzandomi dal letto, non contando di essere a petto nudo

"Buongiorno signore, la volevo informare che la colazione a buffet è servita al piano terra, gradirebbe gliela portassi qui?" era sempre lo stesso uomo, il medesimo che mi fece l'accoglienza il giorno precedente

Fissai il vuoto, non facendo particolare attenzione alle sue parole e non rispondendo alla sua domanda, bensì ne porsi una seconda

"Le hanno mai spezzato il cuore?"

La figura vestita per bene si avvicinò con compostezza, rivolgendomi il contatto visivo

"Da adolescente chissà quante volte e mi creda, non credo di riuscire a contarle sulle dita di due mani" emise una piccola risata a seguire per poi fermarsi dopo aver notato la mia espressione tutt'altro che divertita

"Suppongo che lei stia affrontando quel periodo" unì le mani al centro del ventre e abbassò il capo come fosse in lutto

"Si... credo, oggi è un compleanno un po' infelice" risposi

"Perché non mi ha informato? Avrei preparato qualcosa per l'occasione!" disse dispiaciuto

"Non si preoccupi, lascerò l'hotel subito dopo pranzo e passero la mattinata in giro quindi non avrebbe avuto senso" dissi affondando le mani all'interno della valigia, per trovare qualcosa da indossare

"Quanti sono..? Sempre se si può chiedere"

"23 ma sembrano molti di più" commentai facendo autoironia sul mio aspetto trasandato

"Non dica così, dopo la colazione si sentirà meglio!"

Quell'uomo era probabilmente l'unica persona che mi aveva trattato bene nell'ultima settimana, e neanche sapeva chi fossi

"Come si chiama?" domandai

"Alberto" rispose porgendomi la mano che io strinsi volentieri

S/T: ore dopo

Tenendo il conto, 'solo' venti persone mi avevano riconosciuto, non sapevo se esserne contento oppure no

Certo non dava fastidio anzi, molti mi avevano sollevato il morale cercando di farmi dei complimenti nel loro miglior inglese e sicuramente mi avevano fatto sentire meglio

Feci una passeggiata e riuscii a vedere tantissimi posti tipici; non era la prima volta a Roma ma la consideravo come tale visto che nelle altre occasioni era per partite, cose da 1-2 giorni in cui non fai tempo nemmeno a capire in che hotel stavi alloggiando

Certo, mi stavo trovando in una delle città più antiche e piene di bellezze storiche in tutto il mondo, ma era come vedessi tutto in bianco e nero, non riuscivo a godermi nulla

Tornai in hotel, non era sensato andare in giro senza capire cosa effettivamente si stesse visitando

Ancora una volta mi accolse Alberto, che gentile come pochi, mi portò il pranzo in camera mentre ero intento a sistemare lo zaino, unico bagaglio che avevo a presso per ovvie ragioni

"Ha mai sentito parlare di una certa Bianca?" domandai, sapevo che era inutile vista la vastità della città

"Conosce il cognome? Ce ne sono tante... Bianca dell'ospizio, Bianca la fioraia..." cominciò ad elencare delle donne con lo stesso nome, cercando di darmi una risposta

"Bianca Mitchell" aggiunsi un dettaglio importante

"Aaa il tesoro nascosto di Roma, non sa quanto è mancata alla città... molti la conoscevano per suo padre ma molti altri per la sua unicità e bellezza" sembrava stesse descrivendo una celebrità

Sorrisi alla sua descrizione, non volli aggiungere altro

"Quando se ne andò a Londra con suo padre, non ci veniva a trovare spesso per delle problematiche familiari ma, quando lo faceva, ci portava sempre qualcosa" proseguì

Mi guardò un secondo e a giudicare dalla sua espressione, capì immediatamente e come ulteriore risposta, annuì mentre cominciava poco a poco a ritirare i piatti sporchi per portarli via

Il tempo volò, come avrebbe fatto il mio l'aereo in pochi minuti, salutai e ringraziai Alberto per tutto e mi preparai a ritornare a Londra, dove non sapevo cosa mi stesse aspettando, in tutti i sensi

l'angelo in bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora