su di giri

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"Julie vai a casa per favore" disse Mason, indicandole la porta mentre sembrava imbarazzato dalla scena da lei attuata

"Certo che stamattina potevi rifarlo tu il letto" disse come ultima cosa, prima di andarsene con un ghigno enorme sulla faccia

Qualcuno mi doveva tenere
Qualcuno DOVEVA tenermi

Tutti fecero un'espressione di chi sapeva esattamente come l'avrei presa e di come avrei reagito da lì a breve

Cominciai a recitare tutte le preghiere che mi avevano insegnato al catechismo, a ringraziare tutti i santi e a chiudere gli occhi per riuscire a calmarmi più velocemente

"La ammazzo" sussurrai, piuttosto sicura che nessuno mi avesse sentita ma evidentemente mi sbagliavo

Mendy mise una mano sulla mia spalla e cercò di calmarmi come meglio poteva

"Hey, hey respira" consigliò molte volte di fare, mentre ancora con i guantoni che ricoprivano le mani, faceva il gesto del respiro, su e giù

Mason cercava di non guardarmi sclerare internamente, si strofinò il mento per un paio di volte prima di cominciare a fissare il vuoto

"Ben, facciamo dei passaggi fuori" disse sempre lui, indicando con il pollice l'esterno della struttura

Il compagno lo seguì mentre con i suoi passi spezzava il silenzio che s'era creato nella stanza, si sentivano solo i miei respiri che rubavano ossigeno a tutti

"Sto bene, sto calma tranquilli" dissi sorridendo tranquillamente mentre mi dirigevo verso il bagno delle donne che si trovava alla minima distanza

Appena mi isolai, diedi un calcio alla prima cosa che mi capitò davanti, nonché il cestino che rimbombò con un suono strillante di latta

"Uh attenta che ti fai male"

"Ugh" risposi a Bruce, un signore dello staff del Chelsea, avevamo sempre avuto un bel rapporto

"Com'è? Sei tornata e già su di giri?" una risata seguì la sua affermazione

"Non sapevo che il campo era diventata una fattoria dove tutti erano i benvenuti, pure le galline bionde a quanto pare" dissi cercando di rimettere a posto quello che avevo spostato con il mio piccolissimo attacco di rabbia

"Intendi Julie? Non sta simpatica nemmeno a me" disse avvicinandosi

Gli battei il cinque, causando una risata doppia

S/T: la sera
Belle non era venuta, saltò fuori che giusto giusto si era fatta male al flessore al campo femminile mentre si allenava con i calci di rigore

"Dai Bianca andiamo a casa" mi richiamò Amy mentre si avviava impaziente verso il cancello d'uscita

"Si arrivo, ho lasciato la giacca dentro" feci una veloce corsa verso l'interno della struttura che stranamente presentava ancora le luci accese nonostante tutti se ne fossero già andati da un pezzo

Nel silenzio, sfilai la giacca dalla sedia in cui era stata riposta e la indossai visto il gelo invernale che si era alzato all'esterno

Spensi la luce ma appena sfiorai l'interruttore, venni bloccata

"Lasciami" capii immediatamente di chi si stava trattando solo dal modo in cui mi stava reggendo la mano

"Possiamo parlare?" domandò, mentre spinse l'interruttore tramite le mie dita che in quel momento erano comandate da lui

"Cosa c'è da dire? Hai una fidanzata, bravo, buon per te" cominciai ad allontanarmi, uscendo dalla struttura e sfuggendo dalla sua vista, dirigendomi frettolosa e irritata verso Amy che stava attendendo un mio ritorno

"Non siamo fidanzati" urlò lui dalla porta sapendo che ero troppo lontana da raggiungere

Lo mandai dritto dritto a quel paese senza nemmeno avere il bisogno di voltarmi

Amy scosse la testa e con il braccio mi accompagnò a testa bassa verso l'auto

"Placa la gelosia, ricordati che lui non sa perché te ne sei andata, quindi ha carta bianca per andare avanti" mi rimproverò esprimendo il suo disappunto sull'accaduto

"Io vorrei solo sapere chi cazzo è quella" ignorai completamente la predica e saltando direttamente alla domanda che più le volevo porre, possibilmente ricevendo una risposta plausibile e dettagliata

Strinsi le braccia incrociate al petto mentre silenziosa guardavo fuori dal finestrino, che raffigurava un paesaggio scuro, ricoperto dal telo della sera che veniva spodestato nel minimo grazie alla luce calda e tenue dei lampioni piazzati ad equa distanza l'uno dall'altro, per distribuire bene la fonte di illuminazione

"Non lo so, è una settimana che la porta talvolta al campo"

La mia reazione fu soltanto un mimare di "ah davvero?" con il viso, lasciando spazio a tutte l'emozioni che stavamo emergendo tempestose quella sera infuocata da eventi che non avrei mai immaginato poter affrontare il primo giorno del mio ritorno

"Lo odio" dissi dando un pugno moderato sullo sportello dell'auto

"Calmati e no, cara mia sei una sottona numero uno e non mi vieni a dire che lo odi adesso" disse agitando il dito in aria, pretendendo di avere ragione come era giusto fosse visto che aveva parlato con la realtà dei fatti

Come da regola, dovetti astenermi dalla conversazione e lasciare la sua affermazione come ultima della serata, mi serviva solamente un lungo, anzi che dico, lunghissimo riposo e forse qualche pillola speciale per cancellare questa giornata dalla mia testa

Appena raggiunsi la porta di quella che era camera mia, lei mi fermò

"Non sai quanto ti ama" affermò, senza aggiungere altro e lasciandomi sola nel corridoio mentre la mia testa macinava e macinava quello che avevo appena sentito

"Certo e poi va a letto con un'altra" dissi con qualche minuto di ritardo, prima di rifugiarmi in camera e sotterrarmi di coperte

l'angelo in bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora