bambola senza sentimenti

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A/N!
Sono contenta per l'andamento di tutte le squadre in champions, felice per il gol di Messias, meritato.

Come state? Grazie per le 68k letture!

Buona lettura

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S/T: 20.01.2022

"Bianca ti prego non puoi tornare a Londra" mi contestò appena cominciai ad addentrarmi nell'argomento, indicando un mio possibile ritorno nella capitale inglese

Ci avevo pensato molto nell'ultima settimana, volli assolutamente esporre il mio pensiero a mamma

"Ci sono molti svantaggi pensaci" continuò

"Tipo?" la assecondai

"Tuo padre dovrebbe essere una motivazione necessaria per farti cambiare idea" disse incrociando le braccia al petto, con sguardo preoccupato dalle mie intenzioni

"Sentiamo cosa può fare? Uccidermi?" usai l'ironia e così facendo alzare solamente la temperatura in quella stanza

"Non hai soldi Bianca, non hai più niente in quella città" disse alzando il tono mentre con gesti e sguardi mostrava di essere furibonda

"Ma che diamine ne sai tu!" la accusai, spalancando gli occhi dalla rabbia, la vera domanda era cosa NON avevo a Londra.

Avevo tutta la mia vita, la mia felicità, l'amore.

"La tua vita è qui ragazzina, ricordatelo" mi urlò addosso, prendendo la difensiva

"C'è un mare di differenza tra il vivere e l'esistere; qua esisto solamente, lì vivo." accompagnai la frase con gesti e espressioni, in modo che potesse capire che non stavo scherzando

Rimase in silenzio mentre mi fissava delusa, non le avevo mai risposto in questa maniera, e soprattutto non avevamo mai veramente litigato,... solo qualche discussione per motivi superficiali ma, stavolta non può sbarrarmi la strada quando dovrebbe essere proprio lei a incitarmi a ritornare nel posto dove avevo costruito la mia felicità

"Me ne vado" misi un punto alla conversazione, dirigendomi verso camera mia, facendo un mucchio dei vestiti in giro per la stanza, per poi piegarli e riporli in valigia

Lo so. Non aveva senso visto che ancora non avevo prenotato nulla.

Mi seguii, mettendosi davanti al bagaglio sul letto

"Per favore, non fare scelte affrettate"

"Ne ho già fatta una, venire qui" dissi cercando di spostarla dalla traiettoria

Chiamai Alberto, una delle mie persone preferite del paese.

"Ciao Albe scusa il disturbo ma-." mi fermai poichè mamma stava disturbando

"Stavo dicendo, non ho il computer ed è urgente- MAMMA BASTA, prenotami un volo per Londra, per questo pomeriggio se puoi"

Quando finalmente mi lasciò stare, riuscii a continuare pacificamente la conversazione con Alberto, il quale aveva gentilmente accettato l'incarico

Per il resto dalla mattinata mi tenni impegnata nel preparate tutto per la partenza, ero contenta ma mamma non demordeva, cercava di farmi cambiare idea a tutti i costi e non la sopportavo più

"Cosa potrà pensare Marco di te? Il poveretto si era pure preso una cotta" scosse la testa

Non ebbi una reazione precisa, in fondo lo avevo già notato e mi dispiaceva molto ma in quel momento dovevo pensare alla mia felicità, non a quella degli altri.

"Mi stai lasciando da sola, un'altra volta" borbottò guardando in basso

La guardai di sbieco e corrugai la fronte, come se la prima volta fosse stata una mia scelta.

Mi faceva imbestialire come non mollava la presa, come continuasse ad aggiungere legna al fuoco, come se stesse parlando ad una bambola senza sentimenti, pensavo fosse diversa e soprattutto, pensavo avrebbe compreso

Appena andai per recuperare trucchi e cose mie lasciate in bagno, mi ritirò il profumo regalatomi da Marco giustificandosi pure

"È superiore alla quantità indicata da portare in aereo"

"Tienitelo allora" contestai, superandola e tornando a completare la valigia, aggiungendo gli ultimi oggetti che avevo tralasciato

"Ti stai rendendo ridicola, spostati" suggerii una volta che la vidi quasi incollata alla porta che mi separava dall'esterno

Lei scosse la testa molteplici volte, continuando a sbarrarmi la strada

"Se non ti levi, giuro, e dico sul serio, che non mi vedrai mai più" la avvertii puntandole il dito contro, non scherzavo, doveva capire cosa volevo io invece che concentrarsi su se stessa

Quando capì che io non la stavo prendendo in giro, si accostò alla porta lentamente mentre qualche lacrima di dispiacere scendeva lenta nel suo viso pallido e solcato dalle rughe dell'età non troppo avanzata

"Spero tu capisca che lo sto facendo per me, so che mi farà stare meglio" non volevo concludere in brutti rapporti con lei, era pur sempre mia madre e sapevo avrebbe realizzato che questa poteva essere l'unica possibilità per rivedermi col sorriso

Avevo trascorso quasi un mese a Roma, lo avevo preso come test, e per un momento avevo pure accettato il fatto che ci sarebbe stata la possibilità di non poter tornare nel Regno Unito mai più ma mi sbagliavo, sbagliavo perché pensavo che le scelte che avrei dovuto prendere IO potessero spettare ad altre persone

La mia vita la decido io, non certo mamma, tanto meno papà o chiunque altro

La abbracciai freddamente prima di dirle che le volevo bene, e prima di varcare la porta di casa per recarmi dove avrei preso un aereo che mi avrebbe riportata nel posto in cui merito di essere, nel mio posto, nel mio paradiso

Sta di fatto che alcuni sensi di colpa cominciarono a bollire nonostante sapevo che per una volta quello che stavo facendo era corretto.

"Ciao Marco, non sai quanto mi dispiaccia doverti dire 'addio' tramite un messaggio e non faccia a faccia, si, ritorno a Londra e non credo in un mio ritorno, ti auguro il meglio, spero tu riesca a trovare un modo per vivere più in tranquillità con quella patologia, ti voglio tanto tanto bene e grazie per avermi fatto tornare il sorriso anche in un momento in cui volevo solo sparire"

Lo so. Pessima.

Ero stata pessima con lui, sembravo solamente una che si era presa gioco della sua gentilezza e della sua disponibilità ma soprattutto dei suoi sentimenti.

l'angelo in bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora