capitolo 3

8.6K 174 26
                                    

Erano le 7:45 di mattina, avevo già fatto colazione e mi ero vestita con un leggins e un top a fascia bianco.

Ero giù in stanza insonorizzata a sparare ai manichini, come sempre non avevo le cuffie.

Quando i proiettili finirono mi fermai e andai al tavolo di metallo a mettere in rassegna e a pulire tutte le armi.

Mi è sempre piaciuto avere il controllo su ogni cosa. Ogni mossa degli altri. Ogni proiettile sparato. Ogni persona uccisa.

Tutto.

Mi dava un senso di potere e ordine nella mia vita.
Passai il panno nero sulla mia rivoltella del 900, non amavo le cose vecchie e antiquate, ma quella pistola è un cimelio di famiglia, e mai mi rischierei nel rovinarla.

Mio padre mi raccontò che aveva sparato solo una volta. L'aveva usata il suo proprietario quando si sparò in bocca, era il mio trisavono. Disse che manifestava il coraggio della nostra famiglia.

Molti la definirebbero codardia. Io penso invece che sia solo egoismo. Si è tolto la vita per non badare ne a se stesso ne alla sua famiglia, ma in fondo ognuno di noi è egoista.

Quando stavo passando il panno sul fucile a leva qualcuno fece irruzione in stanza.

"Olivia ricordati che le cuffie servono" disse mio padre vedendo le cuffie intonse e nel punto in cui la sera prima le aveva messe. Con lui c'era pure Mason, indossava Jeans neri e una maglietta aderente bianca, che metteva in mostra il suo fisico scolpito, quasi quasi quella vista mi piacque. Quasi.

Mi guardò per un secondo poi il suo sguardo cadde sulla rivoltella appoggiata al ripiano "è la rivoltella del 1902?" chiese Mason. Mio padre deve avergli spiegato la storia, è suo solito vantarsene anche se mi sfugge ancora adesso il motivo.

Infatti annuì con orgoglio "Olivia siamo qui perché Mason vorrebbe avere una dimostrazione delle tue capacità per l'incontro di stasera" mi disse mio padre.

Guardai Mason e feci un ghigno, voleva una dimostrazione? okay, gliel'avrei data.

"cosa vuoi che faccia?" chiesi io "e soprattutto quale arma vuoi che usi?" chiesi facendomi da parte e mostrandogli l'arsenale di mio padre.

"ho delle domande prima" disse lui non prestando attenzioni alle armi, ma incatenando il suo sguardo al mio, io inclinai la testa in segno di continuare "Fucile a leva o fucile semiautomatico?" mi stava studiando, e a me andava bene, ma gli avrei fatto scoprire solo ciò che io volevo "a leva" dissi incrociando le braccia al petto con aria di sfida "Carabina o Moschetto" chiese lui imitandomi e divaricando le gambe "non pensi che siano armi troppo antiquate, difatti spesso hanno difetti, si inceppano" dissi io alzando le sopracciglia.

Sapeva a che gioco stavo giocando. Dovete sapere che la scelta di un arma, ti contraddistingue molto. Per esempio i fucili sono per distanze strette, per persone che o sparano da vicino in un punto mortale, o sparano per ferire e non uccidere. Le definirei 'poco originali'. Le pistole tipo la Glock sono per persone pratiche, che o hanno il controllo sulla situazione oppure è la prima volta che impugnano un arma e di solito non finisce bene per nessuno.

Mio padre si era seduto e si stava godendo lo spettacolo con un sorrisetto soddisfatto. Ogni cosa che sapevo l'avevo imparata da lui. Lui non mi ha cresciuto come la sua figlia trofeo, non mi ha mai rimpinzato di gioielli e borse per mettermi in mostra. Lui ha fatto di me la sua spalla, io e mio padre eravamo un fronte unito che ragionava con la stessa mente.

In questo mestiere le donne sono sempre usate dagli uomini per dimostrare la ricchezza, che tra l'altro è sinonimo di potere. Più gioielli una donna aveva, più il suo 'padrone' era ricco e potente.

mafia in love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora