Ero sul divano che mi distruggevo le unghie, Rosie era andata a dormire e non le avevo ancora parlato. Giù c'era Liam che cercava di farmi distrarre, e Jack che era preoccupato anche se non lo faceva vedere.
Adam era con mio padre a guardare alcuni fogli. Erano tranquilli. "Papà sono passate 3 ore mandagli qualcuno" lo pregai io consumata dalla preoccupazione. "C'è la farà Olivia" disse lui non staccando gli occhi dai fogli.
"Ti prego papà" dissi quando passarono le 4 ore e pure Adam se n'era andato "Mason ha chiesto esplicitamente che nessuno sarebbe venuto a salvarlo" disse lui "papà ma può essere ferito da qualche parte, o peggio" dissi io sedendomi accanto a lui con occhi supplicanti. "Jack e Liam andate su, vi avviseremo non appena sarà tornato" disse mio padre per parlare solo con me.
"Olivia tu non hai visto Mason in azione, io si" disse mio padre dopo che i ragazzi se ne fossero andati "fidati se ti dico che ce la farà" disse "sono 200 persone" dissi io in disaccordo "se passano le sette ore andiamo" disse mio padre.
Erano passate cinque ore e adesso mio padre sembrava dubbioso. "Papà io vado" dissi in procinto di uscire "dirò la stessa cosa che ho detto a Mason quando si voleva buttare nel fuoco per te" disse lui bloccandomi e guardandomi negli occhi "lui non vorrebbe che tu morissi per una sfida invincibile" disse lui "perché l'hai mandato li?" chiesi io quando le prime lacrime mi bagnarono le guance.
Quando mio padre stava indugiando sul rispondermi George entrò con Mason sottobraccio. "Che ti è successo?" gli chiesi un sussurro quando altre lacrime cominciarono a sgorgare.
Aveva il labbro spaccato, un coltello nel fianco e sangue di altre persone sulla camicia. Non immaginai i lividi sotto i vestiti. Mio padre lo prese sotto braccio da quello non occupato da George e lo fece sedere sul divano.
"George portami un kit da sutura delle garze, del disinfettante e tanto, tanto Alcol" disse Mason facendo un grugnito quando si tolse il coltello dal fianco. "Nick non è rimasto nessuno in vita a parte le persone che mi avevi detto, la guardia del corpo è solo stata tramortita perché la pistola era proprio sotto il letto dei Kinsu" disse Mason passandogli la pistola che si era messo nella tasca della giacca.
"Mason" dissi io sedendomi di fianco a lui "papà vai, qui ci penso io" dissi a mio padre "se serve chiama la dottoressa, arriverà qui in dieci minuti" disse lui andandosene .
"Sei un coglione, giuro che quando non c'è il rischio che ti dissanguerai, ti ucciderò" dissi togliendoli la giacca e premendogliela sulla ferita. "Ti amo" disse lui mantenendo la promessa mentre io facevo del mio meglio per non fargli uscire del sangue e per trattenere le lacrime.
George portò tutto quello che Mason aveva chiesto "Olivia devi farlo tu" disse lui passandomele "Perché?" chiesi io guardandolo "perché mi hanno spruzzato addosso una sostanza allucinogena e non ci vedo bene" disse lui trasalendo per una fitta di dolore. "Mason" dissi io cercando di mantenere la calma "fallo" disse lui cercando di togliersi la camicia, se la strappò e scoprì la ferita.
Non era tanto grande, ma usciva abbastanza sangue. Mi soffermai solo un secondo sui diversi lividi che gli coprivano il petto. "Va bene" dissi mettendomi più comoda e infilando il filo nel lago "sai cucire?" chiese Mason "so cosa si deve fare, te lo visto fare diverse volte" dissi cercando di memorizzare tutto. "Metti il betatine e pulisci la superfice" disse lui passandomi le garze e una boccetta di liquido. Io glielo spruzzai e pulì tutto con una garza che si riempì subito di sangue.
Presi un respiro profondo e gli infilzai lago nel primo lembo di pelle "non stringere tanto, fai solo congiungere la pelle" disse lui mentre buttava giù un sorso di whisky. Io stavo per finire "Olivia se svengo non allarmarti" disse Mason "Parlami" dissi velocemente io per non farlo svenire "Olivia sto cercando di non svenire da quando sono salito in macchina, non penso funzioni" disse lui digrignando i denti per il dolore "o quasi finito" dissi io sbrigandomi.
"Ho finito Mason adesso però dobbiamo andare in camera" dissi io mettendogli quella specie di cerotto gigante, sul fianco. Mi alzai e cercai di sollevarlo. Lui faticosamente si alzò, lo presi sotto braccio e aiutata da George lo portammo su a fatica.
Appena entrati in camera si butto sul letto chiudendo gli occhi. "Mason ti metto qualcosa di comodo" dissi io, quando lui non rispose notai che era svenuto. Vidi il suo petto che si alzava e abbassava e mi tranquillizzai. Gli tolsi i pantaloni e a fatica gli misi una tuta.
Mi misi sul letto e per tutta la notte stetti sveglia a guardare il suo petto alzarsi e abbassarsi.
Erano le 9am e lui aprì delicatamente gli occhi. "Mason" dissi io "Mason mi vedi?" chiesi accarezzandogli il viso, lui sbatte diverse volte le palpebre "si" disse in un sussurro toccandosi il fianco "come ci sono arrivato?" chiese lui "non ti ricordi niente?" chiesi io "mi ricordo che quando stavo uscendo la guardia dei kinsu mi ha lanciato un coltello che mi ha colpito al fianco, io l'ho tramortito, poi sono salito in macchina e da lì niente" disse lui confuso "sei arrivato fino a qui, George ti ha portato dentro e ti ho dovuto ricucire visto che tu mi hai detto che non ci vedevi, poi ti ho portato su e hai perso i sensi" dissi guardandolo.
Lui tolse il cerotto "sei stata brava" disse lui "mi rimarrà una cicatrice a zigzag, però almeno non mi hai lasciato dissanguare" disse lui facendomi un debole sorriso "avrei dovuto ucciderti" dissi io "chiedi del ghiaccio per i lividi?" mi chiese lui toccandosi il collo intorpidito "ti fa male il collo?" chiesi io nel mentre che mandavo un messaggio a Clara per il ghiaccio "solita cervicale" disse lui.
"Vieni qui" dissi io indicandogli il posto davanti a me.
Lui si sdraiò sopra il mio petto mettendosi tra le gambe. "Sai quando ero piccola e papà tornava da un incarico portandomi una rosa nera io gli facevo un massaggio per alleviare i nervi" dissi iniziando a mettergli le mani sulle spalle e a spingere con i pollici "diceva che funzionava, allora io da lì ogni volta che tornava da un incarico glielo facevo" dissi continuando a massaggiargli le spalle e spostandomi al collo sentendo Mason rilassarsi sotto al mio tocco.
Clara portò il ghiaccio che Mason si poggiò sui lividi nel mentre che io continuavo a fare quel massaggio "hai le mani calde" disse lui beandosi di quella sensazione e spostando la testa più a sinistra per facilitarmi il lavoro "riscaldando e massaggiando la zona contratta, si dovrebbero sciogliere tutti i nodi" dissi io spingendo un po' di più dove sentivo il corpo più rigido.
"Olivia" disse lui in un sussurrò "si" dissi io soddisfatta di vederlo rilassato "ho bisogno di un massaggio da un'altra parte" disse lui guardandomi e avvicinandosi "dove?" chiesi io confusa "è un po' più in basso" mi sussurrò, io passai in rassegna il suo corpo fino a arrivare alla sua evidente erezione.
"Mmmmh quelli sì che è un problema" dissi io avventandomi sulle sue labbra "risolvilo" disse lui sulle mie labbra. Io sorrisi e mi spostai mettendomi sopra di lui baciandolo. Mossi i miei fianchi sopra la sua erezione mentre lo baciavo "Olivia così i miei muscoli si contraggono, io voglio che si sciolgano" disse lui sottolineando l'ultima parola.
Io sorrisi e gli tolsi i pantaloni. Gli misi la mano dentro i boxer e lui buttò la testa all'indietro. Lo baciai mentre glieli toglievo. "Olivia velocizza" disse lui quando io trascinai la mano sul suo addome muscoloso. Gli presi in mano il membro e feci su e giù velocemente mentre non staccavo le labbra dalla sue. Lui gemette quando velocizzai. "Olivia" sussurrò prima di venire. "Rilassato?" chiesi io mettendogli il lenzuolo fino a fianchi "adesso si" disse lui abbracciandomi per la vita.
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mafia in love
ActionIN REVISIONE Olivia Anabel Rubin Lois figlia di uno dei mafiosi più grandi d'America, vive nella grande New York con suo padre. Cresciuta per combattere, per prendere il posto un giorno nell'attività del padre. Ha 19 anni, finito il liceo si trova...